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AlimentazioneGestire lo stress

Ipotiroidismo: aspetti psicosomatici e alimentazione corretta

L’ipotiroidismo è caratterizzato da una produzione insufficiente di ormoni tiroidei, che si manifesta con sintomi precisi quali:

  • possibili rallentamenti dell’attività fisica e psichica,
  • problemi di concentrazione e memoria,
  • aumento di peso,
  • stanchezza cronica,
  • mani e piedi freddi,
  • diradazione delle sopracciglia ai lati e nelle forme più gravi gonfiore al volto (per ritenzione di liquidi).

Nella maggior parte dei casi ha una origine autoimmune, dove il sistema immunitario per varie cause aggredisce proprio la tiroide che non riesce così a lavorare adeguatamente.
Il primo intervento allopatico prevede di sostituire gli ormoni che non vengono più prodotti e la cui mancanza causa tutti i sintomi sopra descritti.

Si stima che il 30% della popolazione italiana ha problemi alla ghiandola tiroidea e questo dato presuppone alcune situazioni di rischio che dovrebbero essere meglio analizzate.

Fattori di rischio

Uno dei principali fattori è senza dubbio la familiarità ed il secondo è legato alla predisposizione di genere, ovvero ne soffrono in maniera drasticamente maggiore le donne, rispetto agli uomini.

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Come mai?

Grazie ad una lettura psicosomatica si riesce ad individuare la presenza di una tematica di vita: “l’inattività”. Entra in campo una sorta di ottundimento emotivo per difendersi da situazioni che
man mano si riconoscono come facenti parte di un ambiente avverso.

L’ipotiroideo è perennemente in conflitto fra ciò che vorrebbe istintivamente ed una condizione di “letargo/rifugio” che lo protegge. La donna spesso si lacera fra il senso del “dovere”, la cura della famiglia con le relative attività quotidiane ed il desiderio di occuparsi di se stessa…non vedendo vie di uscita, si adagia in una stasi emotiva di rinuncia.

Il terzo fattore predisponente è un certo tipo di alimentazione.
L’abuso di farine raffinate e di cibi dolci, compreso l’utilizzo quotidiano di cavolacee/brassicacee (broccoli, cime di rapa,cavoli, cavolfiori ecc..) comporta in individui con familiarità, una possibilità in più di manifestare l’ipotiroidismo. Questi ortaggi infatti vengono definiti “GOZZIGENI”, poichè la loro composizione biochimica chela (cattura) lo iodio organico biodisponibile, elemento indispensabile per la sintesi di ormoni T3 e T4, impedendone la captazione da parte della tiroide con conseguente ingrossamento della ghiandola.

I Superfood della tiroide

Estremamente benefici, poiché abbassano i fattori infiammatori che sono alla base delle problematiche tiroidee ed insuliniche sono:

  • La MELAGRANA che ha un effetto citoprotettivo, antinfiammatorio e contrasta l’attivazione cronica del sistema immunitario, modulando i picchi di glicemia.
  • I FICHI D’INDIA con la loro azione ipoglicemizzante, migliorano anche l’emoglobina
  • OLIVE, SCALOGNO e CURCUMA sono potentissimi
    antiossidanti e aiutano ad abbassare i processi infiammatori.

I rimedi naturali più idonei per prevenire o mantenere uno stato di salute sono:

  • la QUERCIA MARINA /FUCUS, sia in estratto secco
    che liquido,
  • le ALGHE BRUNE per esempio la LAMINARIA
    JAPONICA chè è altresì un immunomodulatore, oppure la KELP
    che aiuta a moderare la fame.

Naturalmente è superfluo osservare che per ogni individuo è necessario comprendere la
storia e la costituzionalità in modo da formulare l’alimentazione e l’integrazione più adeguata all’aspetto psico/fisico e strutturale che si evidenzia durante l’analisi.

 

Fonti:

Dispense RIZA e “Cibo per la Tiroide” di S. Grazioli Schagerl

 

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