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Malva: pianta dalle mille virtù

La malva, una delle prime erbe che la nonna mi ha mostrato quando ero bambina perché cresceva nel cortile di casa. Le conoscenze di mia nonna delle varie erbe selvatiche mi hanno poi condotto allo studio della fitoterapia, molto utile per diversi disturbi. 

La malva, che appartiene alla famiglia delle Malvaceae e conta più di 4200 specie, è comune negli incolti e nei prati soleggiati in Europa, nord Africa ed in Asia occidentale. Spesso viene coltivata negli orti ed è facilmente riconoscibile per i suoi fiori roseo-viola a 5 petali distanziati tra loro, commestibili da usare in cucina in tutta sicurezza per arricchire e decorare numerosi piatti. 

Le foglie ed i fiori appena sbocciati si raccolgono da giugno a settembre. La malva essiccata è reperibile sul mercato durante tutto l’anno. Il suo utilizzo risale a tempi molto antichi e trova impiego per le stesse patologie anche presso altre culture. Nei testi di erboristeria del Medioevo la malva occupava sempre un posto di primo piano e ancora nel XVI secolo era conosciuta come “rimedio di tutti i mali”. 

Anche dell’alcea rosea o malvone, una pianta ornamentale della stessa famiglia delle malvaceae venivano riportate negli antichi testi erboristici le proprietà calmanti ed emollienti.

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Proprietà terapeutiche

La malva è sinonimo di sostanza emolliente in virtù del contenuto in mucillagini, circa il 10%, ricca di galattosio, ramnosio, acidi glicuronico e galatturonico. Ritroviamo inoltre flavonoidi, antociani, tannini con azione antiossidante, gastro-protettiva e antinfiammatoria.

Si utilizzano i fiori e le foglie per la loro azione lenitiva sulle mucose infiammate in tutti i distretti corporei. Le mucillagini si stratificano sulle mucose, in particolare su quelle delle prime vie aeree e dello stomaco e le proteggono, impedendo il loro contatto con sostanze flogogene o tossiche in senso lato. 

Da sempre utilizzata come blando lassativo la malva è un valido regolatore intestinale per anziani e bambini, importante per l’azione che esercita a livello della mucosa intestinale. I fiori di malva sono un rimedio efficace nel favorire l’espettorazione e nel calmare la tosse grazie all’azione lenitiva a livello delle mucose bronchiali. 

L’uso esterno della pianta è in funzione dell’attività antiinfiammatoria, lenitiva, astringente, vasoprotettrice che la rende particolarmente utile nel trattamento di mucose irritate, gengive sanguinanti, congiuntiviti. 

Impacchi e lavaggi con decotti ed estratti sono utili su foruncoli e piaghe, per lenire scottature ed irritazioni dovute ad agenti esterni. Utilizzata anche in campo cosmetologico le associazioni più consigliabili sono con aloe, camomilla, calendula, tiglio, altea e piantaggine se si ricerca un’azione ammorbidente ed emolliente. Per un effetto rinfrescante e disarrossante la malva si associa ad ippocastano, rusco, mirtillo ed hamamelis.  

Studi in vitro e su animali hanno riscontrato altri probabili effetti che devono essere confermati sull’uomo, come l’attività antimicrobica, antivirale e antifungina. Ma anche azione analgesica, antipertensiva e antiossidante grazie alla presenza di composti fenolici e vitamine C ed E, soprattutto nella specie Parviflora. 

La malva sylvestris ha mostrato effetto antiproliferativo nei confronti di alcune linee tumorali di melanoma, ma sono necessari ulteriori studi. Per le sue proprietà calmanti e lenitive è efficace contro le mucositi e la xerostomia indotte da radioterapia e chemioterapia.                    

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Tossicità ed effetti secondari

La letteratura non segnala effetti secondari e tossici alle dosi terapeutiche a meno che non vi sia una particolare sensibilità individuale. La malva può essere utilizzata anche nel periodo della gravidanza. Per preparazioni di malva che risultino particolarmente ricche in mucillagini si deve porre attenzione alla contemporanea assunzione di farmaci per una possibile diminuzione del loro assorbimento.

Forme farmaceutiche e posologia 

La malva è una componente di numerosi prodotti erboristici sia per uso interno che esterno. Con foglie e fiori essiccati o freschi possiamo preparare un decotto da utilizzare per gargarismi o su compresse di garza imbevute per medicazioni. 

L’infuso caldo può essere bevuto più volte al giorno o utilizzato freddo come colluttorio o lavanda vaginale. Si può anche lasciare la malva in acqua a temperatura ambiente per una notte e poi consumare il macerato la mattina seguente. In commercio si trova la malva in tintura madre preparata dalla pianta intera fresca e l’estratto secco nebulizzato e titolato in mucillagini.

Fonti

E. Campanini, Dizionario di fitoterapia e piante medicinali, Tecniche Nuove

Credit photo: Wijs (Wise)

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