La fascite è la causa più frequente di dolore del calcagno e, nei casi più gravi, impedisce la corretta deambulazione. Scopriamo come l’osteopatia può aiutare.
Questa condizione colpisce il 12% degli adulti nell’arco della vita, più frequentemente fra i 45 ed i 60 anni. Essa rappresenta uno dei più frequenti infortuni per chi pratica la corsa, con un tasso di incidenza del 30% in 5 anni.
Il dolore è di tipo acuto e pungente e viene avvertito soprattutto vicino al tallone ma può irradiarsi anche anteriormente sul lato interno del piede. Il dolore insorge con gradualità e viene avvertito principalmente al mattino, appena svegli, quando si appoggia il piede in terra. Può manifestarsi inoltre anche dopo lunghi periodi trascorsi in piedi o, viceversa, quando ci si alza dopo essere stati seduti a lungo.
Le calzature non corrette, il sovrallenamento o le tensioni posturali che dal tronco e dal bacino alterano i carichi verso il piede e spostano il baricentro troppo in avanti possono irrigidire la fascia plantare, facendole perdere la sua capacità di ammortizzamento.
Le cause
Le cause possono essere molteplici, anche se tra le più comuni vi sono:
- un’errata meccanica del piede
- l’utilizzo di scarpe inadeguate, ad esempio è molto comune nei calciatori che cambiano scarpa e tipologia di terreno (campo in erba vera o sintetica). Scarpe con suole troppo sottili, senza cioè un adeguato supporto plantare, oppure con tacchi troppo alti possono contribuire all’insorgere del dolore
- Il piede piatto, così come un piede troppo arcuato, associati spesso rispettivamente ad una rotazione interna o esterna di tutto l’arto inferiore, comportano un sollecitamento eccessivo a carico della fascia plantare che poi a lungo andare si infiamma causando dolore
- Alcuni sport come basket, corsa, calcio, tennis e tutte quelle attività sportive che sollecitano ripetutamente il legamento arcuato
- il sovrappeso e obesità.
Prevenire è meglio che curare
Il trattamento conservativo, di prima linea, include riposo dall’attività fisica, solette ortopediche terapeutiche, tecar o onde d’urto, stretching, kinesio taping e somministrazione di FANS.
L’ Approccio osteopatico
A livello osteopatico è fondamentale valutare, e nel caso trattare, disfunzioni, asimmetrie o tensioni a livello del bacino per ridurre rotazioni interne o esterne degli arti inferiori diminuendo così lo stress a livello plantare e in generale a livello del piede.
L’osteopata valuterà la presenza di:
- eventuali accorciamenti delle catene muscolari degli arti inferiori,
- di blocchi delle varie articolazioni del piede
- eventuali limitazioni di mobilità del bacino e dell’anca.
L’osteopatia risulta essere particolarmente utile e risolutiva in quanto agisce sia a livello strutturale, attraverso tecniche che migliorano non solo la meccanica e la mobilità della colonna e del bacino che sulla biomeccanica di tutto l’arto inferiore e specialmente del piede.
L’approccio osteopatico può quindi indagare sulle rigidità articolari del piede, sulla tensione della muscolatura posteriore dell’arto inferiore, con maggiore attenzione al polpaccio (tricipite della sura), e sulla funzionalità della dorsiflessione del piede.
L’osteopata come approccio sarà quindi incentrato a tecniche di rilascio muscolare (inibizione e soft tissue) a livello del polpaccio associato a tecniche di stretching attivo e passivo della pianta del piede e del tendine achilleo aggiungendo inoltre tecniche articolatorie (di mobilità) sulle varie articolazioni presenti nel piede.
Suggerimenti
In generale al paziente si possono dare degli accorgimenti/suggerimenti per poter, oltre al trattamento osteopatico, migliorare la sintomatologia:
· Cose da fare Dopo una valutazione e un esame obiettivo osteopatico l’osteopata potrebbe suggerire modifiche al tuo sport, calzature o attività che potrebbero essere fattori che contribuiscono al perdurare del dolore e del problema. Importante è adottare ulteriori misure per ridurre l’infiammazione come ad esempio l’utilizzo del ghiaccio. L’automassaggio con una pallina da tennis sotto la pianta del piede è buona cosa durante il periodo “senza dolore” per ridurre la ricomparsa.
· Cosa non fare Non applicare calore alla regione. Non effettuare autonomamente esercizi in quanto potrebbero peggiorare il problema. Non applicare creme profonde o auto-massaggiarsi. Non tentare di continuare con l’attività sportiva.
Va sempre precisato, inoltre, che può risultare efficace intraprendere una collaborazione con ortopedici e fisioterapisti, poiché a volte il solo trattamento osteopatico può ridurre il dolore e evitare interventi invasivi, ma non guarire situazioni troppo avanzate.
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