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Virtuale virtuoso: come educare i ragazzi a prendere il meglio dalla tecnologia e difendersi dalle sue insidie

Un bambino che nasce oggi probabilmente passerà più della metà della propria vita in un mondo
virtuale
.

Già adesso si possono vedere bambini di due-tre anni con uno smartphone in mano mentre
scorrono delle foto, ingrandendole con due dita, o che guardando cartoni animati su YouTube. I
genitori pongono sempre meno resistenza a quest’uso, sia perché essi stessi sono ormai abituati a
vivere con il cellulare in mano, sia perché in questo modo possono passare del tempo senza dover
badare ai propri bambini.


Ma che impatto sulla crescita e sulla società futura avrà tutto questo?

La tecnologia ed il mondo virtuale sono neutri rispetto all’evoluzione dell’uomo o possono rappresentare anche dei rischi?
Certamente non possiamo non considerare il naturale meccanismo dell’uomo di idealizzare il
proprio passato dove ogni generazione rimpiange i tempi della propria gioventù. Ne parlava già
Orazio duemila anni fa con l’espressione “laudator temporis acti se puero“, che tradotta significa
letteralmente il lodatore del tempo passato, quando egli era fanciullo.
Nulla di nuovo dunque. Oppure no?
In soli 20 anni l’adolescenza è passata dal farsi squilli al telefono per romanticamente dirsi “ti
penso” all’incontrarsi nel metaverso, la nuova piattaforma di Facebook che permette di immergersi
in mondi virtuali e costruirsi dei veri e propri avatar attraverso i quali interagire.
La velocità con cui la tecnologia si rinnova e cambia il modo di vivere è in continua accelerazione,
basti pensare che nei duemila anni precedenti che ci separano da Orazio il modo di giocare dei
bambini era cambiato di ben poco.
Negli ultimi vent’anni non solo è cambiato il modo di vivere il tempo libero ma sono nate anche
nuove problematiche.
Alla dipendenza della droga oggi si sta affiancando quella da internet, tanto che stanno nascendo le
prime cliniche per disintossicarsi dal web.

Al “classico” bullismo tra ragazzi oggi si è aggiunto il cyber bullismo. Ai classici comportamenti di chiusura di certi ragazzi oggi si stanno presentando
nuove forme di isolamento come quella degli hikikomori: ragazzi che passano mesi interi chiusi
nelle proprie stanze, soli davanti al computer.

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Dalla scoperta dell’altro sesso con i primi timidi approcci ed innamoramenti oggi si stanno diffondendo sistemi on line che abbattono tutte le barriere e le inibizioni, esponendo i minori anche a gravi rischi di adescamento.
Come devono comportarsi dunque i genitori e gli educatori?

Quali sono i rischi per l’adolescenza e quali le opportunità che possiamo cogliere?

Di questo se ne è parlato con la professoressa Maria Rita Parsi nella puntata del “La Salute che Viene” da noi curata con Byoblu.

Per vedere la puntata clicca quì o sull’immagine sottostante

VIRTUALE VIRTUOSO: EDUCARE I RAGAZZI AD USARE LA TECNOLOGIA EVITANDO LE INSIDIE – OSPITE: MARIA RITA PARSI | LA SALUTE CHE VIENE

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