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La soia: un valido aiuto durante la menopausa

La soia in germogli, come salsa per il condimento o come ingrediente per hamburger e polpette, è presente sulle nostre tavole da molti anni.

Ma sappiamo perché questo piccolo germoglio ha avuto così tanto successo nelle nostre cucine?

Conosciamo davvero tutti i suoi benefici effetti?

La soia è una leguminosa e, come tutti i legumi, è ricca di vitamine del gruppo B, di ferro e di potassio.

Ma la soia, a differenza degli altri legumi, come ceci, fagioli e lenticchie, è maggiormente digeribile e, rispetto a questi, è più ricca di proteine e di lipidi (come la lecitina).

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Infatti la soia ha un contenuto proteico pari al 42% del contenuto totale e, perciò, può essere considerata un valido sostituto di bistecche e salumi nelle diete vegetariane e vegane.

E’ inoltre ricca di fitoestrogeni (sostanze naturali con azione estrogeno-simile) ed isoflavoni.

Gli isoflavoni, in particolare, da un punto di vista chimico sono simili agli estrogeni, gli ormoni sessuali femminili, quindi la loro assunzione può senza dubbio risultare molto utile per contrastare i disturbi legati alla menopausa.

Quali sono le conseguenze del calo degli estrogeni in menopausa?

La ridotta produzione di estrogeni che si verifica in menopausa è alla base dei disturbi e delle problematiche che possono insorgere e che contraddistinguono questo periodo della vita femminile.

Durante l’età fertile, infatti, gli estrogeni proteggono il nostro apparato cardiovascolare in quanto regolano la reattività vascolare, la pressione arteriosa e il rimodellamento cardiaco.

Gli estrogeni, inoltre, sono fondamentali per il sistema immunitario.

Non è raro, infatti, che in menopausa possano comparire alcuni problemi associati all’apparato cardiovascolare, come ad esempio un’ipertensione arteriosa sistemica, ma anche il diabete mellito di II tipo e l’ipercolesterolemia.

Questi sono da considerarsi fattori di rischio cardiovascolare in quanto aumentano la possibilità di infarto del miocardio e di ictus cerebrale di tipo ischemico.

Inoltre, da non sottovalutare, durante la menopausa i cambiamenti ormonali determinano un evidente aumento della massa grassa, soprattutto a livello addominale, ed una diminuzione della massa magra.

Il tessuto adiposo viscerale, cioè quello che si trova intorno agli organi della cavità addominale, produce numerose sostanze che stimolano l’infiammazione e favoriscono l’insorgenza di arteriosclerosi.

La nostra attenzione, in questa fase di enormi cambiamenti, deve rivolgersi anche ai livelli di colesterolo, che purtroppo, possono facilmente alterarsi.

Infatti, durante il periodo della premenopausa e della menopausa, si verifica un incremento del 10-15% dei livelli di colesterolo LDL (cosiddetto cattivo) e dei trigliceridi.

La carenza degli estrogeni coinvolge anche il nostro apparato scheletrico.

Le donne costruiscono il loro patrimonio osseo fino dall’età dei 20 anni e lo mantengono costante durante tutta la vita fertile.

Con la menopausa la massa ossea diminuisce in quanto la carenza di estrogeni condiziona il rimodellamento osseo, cioè il processo attraverso il quale l’osso vecchio viene “rimpiazzato” da quello nuovo, così da mantenere l’osso sano.

Gli estrogeni, infatti, hanno un ruolo centrale nello stimolare indirettamente la formazione dell’osso e l’assorbimento di calcio a livello intestinale attraverso la vitamina D.

Il rimodellamento osseo interessa tutte le superfici dell’osso, ma soprattutto la sua parte interna.

Con la menopausa, purtroppo, si assiste ad una perdita del 2-3% l’anno che interessa soprattutto la parte interna dell’osso.

Ne consegue una maggiore fragilità ossea e un aumento del rischio di fratture.

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I fitoestrogeni e la soia

I sintomi causati dalla diminuzione dei livelli ormonali sono senza dubbio fastidiosi e causano dei disagi nel quotidiano della donna. Fortunatamente questi sintomi possono essere ridotti anche con alcuni rimedi di origine naturale.

A tal proposito sono stati studiati 7 differenti legumi quali fonte di fitoestrogeni con alti livelli di attività estrogenica, primo tra i quali la soia.

Cosa sono i fitoestrogeni

Sono sostanze naturali che svolgono una funzione ormonale.

I fitoestrogeni vengono divisi in tre classi:

– isoflavoni,

– cumestani

– lignani

Tra le proprietà più importanti che vengono loro ascritte rientra la loro capacità di legarsi ai recettori degli estrogeni ed espletare attività simile-estrogenica, riducendo così i disturbi dovuti alla carenza di estrogeni.

L’interesse per i fitoestrogeni nacque da studi osservazionali che evidenziarono come le donne asiatiche fossero meno soggette a sviluppare i sintomi della menopausa.

Fu rilevato che la differenza più significativa rispetto alle donne occidentali fosse l’elevato consumo di soia, fonte naturalmente ricca di fitoestrogeni.

La soia e i suoi estratti sono ricchi di isoflavoni e quindi possono essere utilizzati come additivi alimentari per il trattamento dei disturbi della menopausa.

Inoltre, l’analisi biochimica mostra che questi rappresentanti dei fitoestrogeni hanno un’attività antiossidante ed hanno un effetto protettivo sull’osteoporosi e sul sistema cardiovascolare.

Fitoestrogeni e cancro

E’ importante sapere che i fitoestrogeni non aumentano il rischio di cancro. Lo dimostra uno studio clinico controllato con placebo [ISRCTN42940165] sul trifoglio rosso (anch’esso ricco di isoflavoni).

Questo studio evidenzia come i fitoestrogeni non causino alcun aumento estrogenico della densità del seno, quindi, nel caso specifico, è improbabile che aumentino il rischio di cancro alla mammella.

In passato, infatti, erano sorti dei dubbi sull’utilizzo di fitoestrogeni soprattutto per le donne che in passato avevano ricevuto una diagnosi di tumore al seno, poiché alcuni dati suggerivano che potessero stimolare le cellule tumorali rimaste o interferire con le terapie ormonali.

Gli studi più recenti sembrano, invece, andare nella direzione opposta e suggeriscono che un consumo moderato di cibi ricchi di fitoestrogeni riduca il rischio che la malattia si ripresenti.

Le ricerche dimostrano che non ci sono interazioni pericolose tra prodotti a base di soia e terapie estrogeniche.

E’ importante sapere, infatti, che le strutture di estrogeni e fitoestrogeni sono diverse, seppur simili. Inoltre gli “estrogeni” delle piante sono meno potenti di quelli umani e i fitoestrogeni non si trasformano in estrogeni una volta ingeriti.

Inoltre, è importante ricordare che fitoestrogeni come gli isoflavoni si legano spesso ai recettori degli estrogeni in modo diverso rispetto alle molecole prodotte dall’organismo e agiscono anche in modo differente.

La versatilità della soia e dei suoi derivati ci aiuta a “approvvigionarci” facilmente delle sue proprietà benefiche.

In commercio possiamo trovare, infatti, alimenti preconfezionati a base di soia, salse e germogli. Possiamo quindi utilizzare questo prezioso legume sotto varie forme e secondo i nostri gusti.

Fonti:

https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/fitoestrogeni-cancro#:~:text=Molti%20studi%20epidemiologici%20hanno%20dimostrato,su%20altri%20tipi%20di%20tumori.

https://menopausa.com/soia-menopausa#gref

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