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Insegnare le buone maniere: indispensabile ma difficile

Per noi genitori insegnare le “buone maniere” non è come dirlo: un lavoro duro che richiede pazienza, energia e costanza per aiutare i nostri figli a diventare degli adulti rispettosi e rispettati.

Un po’ di storia

Una volta, diversi anni fa, a educare i bambini e le bambine erano le scuole private tenute da religiosi o “la signorina”.

Era un metodo duro che non teneva conto delle esigenze dei bambini, della loro età, dei loro bisogni ma li vedeva in prospettiva. Si trattava di formare gli adulti di domani ed allora ecco la severa e implacabile sequela di cose da fare e di cose da non fare assolutamente perchè l’etichetta e le sue regole dovevano essere seguite.

Poi è arrivata la scuola basata sul metodo per cui i bambini dovevano restare liberi di esprimere al massimo tutto quello che sentivano e nei modi più spontanei.

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I bambini così rompevano, distruggevano e facevano quel che volevano senza regole.

Le buone maniere?

Parole senza senso e come tali messe sdegnosamente da parte.

E oggi?

Come capita sempre nell’evoluzione della storia e della società, si è arrivati ad un via di mezzo.

Più ragionevolmente ci si mantiene nella dimensione che non tutto è permesso, nemmeno ad un bambino.

Cosa si intende per buone maniere?

Per semplificare la si può riassumere in questo modo: le “buone maniere” sono quel comportamento, quell’insieme di norme e di modi di essere con gli altri che fanno di un individuo una persona che sa stare a suo agio con gli altri. E che mette gli altri a proprio agio con lui.

Questo cosa significa?

Moltissimo: ogni persona adulta lo ha sperimentato e lo sperimenta sulla sua pelle ogni giorno.

Avere buone maniere vuol dire crearsi intorno un ambiente favorevole fatto di disponibilità, di sicura risposta alle nostre domande.

Infatti tutti sappiamo che di fronte ad un atteggiamento aggressivo, maleducato o prepotente nessuno ha voglia di rispondere con un sorriso disponibile.

Lo stesso atteggiamento lo abbiamo anche nei confronti di un bambino (anche se con i più piccini siamo più tolleranti).

Tutti possiamo capire e giustificare un capriccio: si sa i bambini li fanno, sia che siano o no figli nostri, ma c’è modo e modo.

E siccome, si dice, il bambino di oggi fa intravedere l’adulto di domani, tutto lo sforzo di noi genitori è di cominciare da subito a dare buoni insegnamenti, a riprendere il bimbo quando sbaglia, a insegnargli la buona educazione insomma come vengono chiamate in modo globale “le buone maniere”.

Per noi genitori è un lavoro di tutti i giorni, da fare quando se ne presenta l’occasione, ripetendo sempre le stesse cose perchè l’apprendimento non è così immediato.

Pensiamo a questo: quando incontriamo un bambino ben educato siamo sempre favorevolmente impressionati, ma dobbiamo renderci conto che quel bimbo non è nato così, dobbiamo considerare invece che dietro questo modo di essere c’è l’impegno costante della sua famiglia.

Papà e mamma d’accordo

Una volta scelta una linea di comportamento, una volta deciso cosa è permesso e cosa è vietato fare, è necessario che entrambi i genitori siano d’accordo e non abbiano cedimenti inopportuni.

Si è vista mille volte una scenetta di questo genere: la mamma sgrida il figlio perchè ha fatto qualcosa che non doveva. Il bambino piange e si rifugia tra le braccia del papà che lo consola e dice alla mamma che ha esagerato. Magari si accende anche una discussione e tra i due litiganti il terzo gode.

Infatti ha vinto il bambino che si è evitato una sgridata, ha trovato un difensore anche per la prossima volta e … non capisce più se può fare o non fare quella determinata cosa.

Può sembrare che queste situazioni siano un po’ fantastiche e invece sono all’ordine del giorno.

Situazioni sempre attuali:

  • Cedere il posto. Non è cosa d’altri tempi è attualissima. In treno, in autobus, sui     mezzi, un bambino, anche se piccolo, può facilmente e senza fatica restare in piedi o in braccio alla mamma. Alzarsi all’invito della mamma per far sedere una persona anziana, una futura mamma o semplicemente un adulto, può diventare una buona scuola per insegnargli a vedere le esigenze degli altri. Il sorriso di     ringraziamento che riceverà sarà un ricompensa gratificante.
       
  • In viaggio e al ristorante.  All’inizio è tutto divertente, ma poi l’interesse viene meno e con lei la petulanza fino alla maleducazione. Cosa fare? Prepararsi prima.     Spiegare al bambino che tutti hanno il diritto di stare il più tranquilli possibile. Quindi anche se “lui” è il più piccolo     deve starsene seduto al suo posto, non come un pupazzo, ma come se fosse “grande”. Niente avanti e indietro, niente pianti e niente giochi rumorosi. Sembra un drastico elenco di dinieghi, ma a chi non è capitato di doversi sorbire capricci ingiustificati di bambini ineducati? 

E’ impossibile tutto questo? No, se mamma e papà spiegano al loro bimbo il rispetto per gli altri con relativi diritti.

Le buone maniere si hanno solo se qualcuno le insegna.

Non esistono bambini maleducati ma esistono bambini ineducati, che non suppongono nemmeno che uno sgarbo sia riprovevole: semplicemente non sanno cosa sia.

E non ne hanno responsabilità, anche se poi nella realtà ne pagano le conseguenze.

E’ molto difficile insegnare le buone maniere?

Si, è difficile perchè fare il genitore è coinvolgente, occupa tutte le 24 ore della giornata e qualcuna di più.

Ma se fatto con serenità è gratificante. E avere accanto un bambino bene educato lo è altrettanto.

Dott.ssa Monica Mazzoleni e dott.ssa Gabriella Fiecchi

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