Educare i bambini alle emozioni sin da piccoli, ossia prepararli a gestire la propria emotività nel modo corretto, è importante per sostenerli nel processo di crescita e aiutarli a relazionarsi con il prossimo in modo equilibrato.
Educare alle emozioni, il ruolo degli adulti educatori
Genitori, nonni, zii – ossia gli adulti che rappresentano un punto di riferimento per il bambino – hanno un ruolo chiave nell’educare il proprio bambino a riconoscere e gestire la propria emotività.
Un compito arduo e al contempo molto importante che deve essere perseguito sin dai primi giorni di vita del piccolo e durante tutto il suo percorso di crescita.
Riconoscere le emozioni
Per poter educare i più piccoli a riconoscere le proprie emozioni e a gestirle, i genitori per primi devono essere in grado di saper ascoltare e percepire lo stato emotivo del bambino. Solo così sapranno sostenerlo nel modo giusto nel processo di crescita.
Rispecchiamento
Gli esperti di neuroscienze e di educazione emotiva chiamano questa ‘pratica’ con il termine di rispecchiamento, sostenendo che dovrebbe essere uno dei principi guida nel rapporto genitore-figlio.
Il meccanismo di rispecchiamento è fondamentale nella formazione dell’identità del piccolo. Lo aiuta a sentirsi più sicuro e a maturare autostima, autonomia e capacità di stare con gli altri. |
Sono infatti i genitori, con le loro interazioni, a fornire ai più piccoli le competenze necessarie a gestire la propria emotività. Alla nascita è la mamma a svolgere la funzione di specchio del proprio piccolo; un viso che durante la crescita sarà sostituito-affiancato da quello di altri adulti.
Come sosteneva lo psicoanalista Winnicott, “il bambino, guardando la faccia della mamma, riceve indietro l’immagine di se stesso. […] Intorno a questa immagine, costruirà il nucleo del suo sé, sul quale crescerà e svilupperà la propria personalità” e la propria capacità di gestire le emozioni.