L’acufene è un suono persistente e continuo che sentiamo nell’orecchio. Può essere costituito da fischi, ronzii, fruscii o altro e possono essere così molesti da influire sulla qualità di vita di chi ne soffre.
Finora è stato un problema senza risoluzione, ma grazie a due nuove tecnologie il fastidio può essere ridotto se non addirittura fatto scomparire.
Entrambe le tecnologie usano degli auricolari che trasmettono messaggi al cervello in modo che cambi il metodo con cui sente.
La prima si chiama stimolazione uditivo-somatosensoriale bimodale che consiste nel deprimere l’azione del nervo implicato nello sviluppo dell’acufene.
Come avviene?
Si fanno sentire al paziente suoni uguali e contrari a quelli dei fischi dell’acufene.
I risultati di questo primo studio fatto su 20 persone all’università del Michigan sono incoraggianti, infatti 2 di loro hanno riportato una scomparsa totale dell’acufene, mentre le restanti hanno avuto un netto miglioramento con la diminuzione del fastidio di ben 12 decibel.
Il secondo metodo studiato su 18 persone alla Wright State University dell’Ohio, si basa su un neuro-feedback in cui si allena il cervello a concentrarsi su suoni e sensazioni diverse, infatti esiste una stretta relazione tra l’udito e altri processi che controllano ad esempio la respirazione o il tatto.
I ricercatori sperano che queste stesse tecniche possano essere utili anche per le persone che soffrono di attacchi di panico, ma gli studi per ora sono solo agli inizi.
Fonte:
University of Michigan study: Translational Medicine, 2018; 10: eaal3175; Wright State University study: proceedings of the annual meeting of the Radiological Society of North America, 2017