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Gestire lo stress

Stanchezza mentale

La stanchezza mentale può essere considerata come il nemico del nostro tempo. Se è normale sentirsi particolarmente stanchi durante alcuni periodi dell’anno, come i cambi di stagione, o quando si verificano dei cambiamenti nella nostra vita, i ritmi frenetici odierni della vita e del lavoro ci portano spesso ad avere stanchezza mentale prolungata

Lo stress è una delle cause principali: il lavoro, la gestione famigliare e gli impegni quotidiani possono rappresentare una preoccupazione costante perché non permettono alla nostra mente di essere serena. Il risultato è quello di sentirsi sempre mentalmente stanchi e di non riuscire a rilassarsi

Anche l’insufficiente quantità e qualità del sonno e la carenza di vitamine e minerali portano a stanchezza mentale. Lo stress non gestito, sia cronico sia acuto, agisce come un fenomeno complesso che altera i nostri sistemi psichici, neurologici, endocrini, immunologici tutti collegati tra loro.

Stati di calo di attenzione e concentrazione

La stanchezza mentale è una sensazione soggettiva di fatica associata ad un peggioramento delle “performance” quando si è sopraffatti da un insieme di compiti cognitivi da svolgere. 

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A volte facciamo fatica a svolgere compiti anche poco impegnativi e abbiamo la sensazione che le energie ci abbandonino. Il nostro cervello ci comunica il disagio con segnali come l’alterazione del ciclo sonno-veglia, problemi di memoria, difficoltà di concentrazione, ansia, irritabilità ed altre emozioni negative. 

La stanchezza mentale eccessiva e prolungata viene anche definita “mental burnout” e può causare numerosi problemi fisici: mal di testa, dolori e disturbi gastrici ma anche aumento della pressione, respiro affannoso e stato confusionale in genere. Per contrastare la stanchezza mentale è necessario eliminare o limitare quando possibile le fonti di sovraccarico del nostro cervello.

Eustress e distress

Lo stress è una sindrome fisiologica di adattamento che fa parte della vita di ognuno di noi. Se non gestito correttamente e protratto nel tempo porta al cosiddetto distress.

Il distress è lo stress percepito e vissuto come sgradevole ed è nocivo ad ogni livello. L’organismo tende ad essere sopraffatto dalle sollecitazioni e non riesce a compensare e reagire in modo adeguato. Oltre al carico di stress oggettivo possiamo vivere un ulteriore peso supplementare quando chi ci circonda non comprende il nostro “malessere. Ciò comporta un calo della performance psico-fisica e la manifestazione di patologie psicosomatiche.

L’eustress rappresenta la nostra condizione di adattamento efficace alle numerose sollecitazioni ambientali: le sollecitazioni sono proporzionate alla capacità di risposta dell’organismo. L’eustress non va considerato come “buono” in assoluto perché l’adattamento e la resistenza dopo un certo periodo potrebbero non essere più efficaci e lasciare aperta la strada ai primi sintomi da “surmenage psico-fisico”.

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Un aiuto naturale: benefici della ashwagandha

Esistono numerosi integratori a base di sostanze naturali che possono contribuire ad affrontare meglio il problema della stanchezza mentale, in particolare le piante adattogene come il ginseng, la rodiola e l’ashwagandha. Quest’ultima in particolare possiede numerose proprietà benefiche.

L’ashwagandha, detta anche ginseng indiano, è la Withania somnifera, originaria dell’India e Sri Lanka e usata da sempre nella medicina ayurvedica. Nella medicina ayurvedica è considerata un rasayana, un rimedio “ringiovanente”, capace di promuovere la salute fisica e mentale

Alle radici di questa erba sono attribuite attività analgesiche, antinfiammatorie, immunomodulanti. In occidente viene utilizzata per le sue proprietà adattogene che ottimizzano la risposta da stress e rafforzano la resistenza dell’organismo. 

Ha un’azione principalmente di tipo calmante e funziona molto bene in situazioni di stress che si manifestano con agitazione ed ansia. L’ashwagandha è un ottimo coadiuvante del sonno e non va assunta in associazione con farmaci sedativi, ansiolitici o che inducono il sonno. 

Non va assunta per lunghi periodi e, per la mancanza di studi che ne comprovano la sicurezza, nemmeno in gravidanza e allattamento. Stanno invece aumentando gli studi in oncologia, come coadiuvante delle varie terapie.

Qualche consiglio pratico

Per gestire la stanchezza mentale dobbiamo agire su più fronti. Al primo posto sempre una corretta alimentazione, integrata con vitamine e minerali che sono fondamentali in tutte le reazioni dell’organismo. 

Le piante adattogene come l’ashwagandha sono molto utili per superare lo stress. Non deve mai mancare l’esercizio fisico per “staccare” dai ritmi frenetici quotidiani. Anche le tecniche di meditazione e di mindfulness possono darci un aiuto importante per il nostro benessere.  

Fondamentale è che tutto ciò che mettiamo in atto non ci crei ulteriore stress!

Farmacista
Chimica farmaceutica e farmacista. Specialista in medicina funzionale regolatoria e medicina antiaging. Esperta in fitoterapia, omeopatia, aromaterapia e fiori di Bach.

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