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Esercizio fisico e alimentazione

Problemi di mobilità articolare? Cause e rimedi

Immaginate… Giorgio, 50 anni, sta giocando a beach tennis in spiaggia, si appresta a colpire una battuta e sul più bello la spalla non lo segue, match point, partita persa!

Questo scenario è solo un esempio indicativo di una ridotta mobilità articolare, ma vediamo più nel dettaglio di cosa si tratta e come si può intervenire.

Mobilità articolare

Per mobilità articolare si intende la capacità di due o più articolazioni di muoversi in tutta la loro estendibilità senza alcun limite né dolore.

Riunisce in sé i concetti più comuni di: allungamento muscolare, miglioramento dell’escursione articolare, ampiezza di movimento.

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Parametri che influenzano la mobilità articolare

  • struttura anatomica – legamenti, capsula articolare, tendini, muscolo, pelle, tessuto adiposo.

Limitazioni ossee ci sono solo per alcune articolazioni, come quelle trocleari, ad esempio il gomito, quello che limita e vincola il movimento articolare sono i tessuti molli. Le limitazioni legate a questi tessuti sono modificabili attraverso l’esercizio e un allenamento specifico.

  • Fattori fisiologici – sesso, età, temperatura corporea, temperatura atmosferica, ora del giorno, stanchezza e stato d’animo.

Fattori positivi:

  • Riscaldamento motorio
  • Riscaldamento passivo, ad esempio un bagno caldo
  • Il momento della giornata più favorevole è il pomeriggio o la tarda mattinata.

Fattori negativi:

  • Mancanza di riscaldamento, il freddo è responsabile di una maggiore rigidità articolare.
  • La stanchezza è spesso causa di incidenti nello sport perché l’atleta ha meno controllo sui movimenti

Esistono condizioni che possono compromettere tale capacità

1) Effetti dell’immobilità

  • Attraverso il movimento si favorisce la diffusione del liquido sinoviale sui capi articolari, che funge da lubrificante.
  • La mancanza di movimento porta al danneggiamento della cartilagine, perché non nutrita e non lubrificata e quindi delle superfici articolari.

2) effetti dell’invecchiamento e del disuso

Le persone più adulte vanno incontro ad un processo in cui il tessuto connettivo fibroso sostituisce le fibre muscolari in degenerazione a causa:

  • dell’invecchiamento
  • dell’inattività 
  • della tendenza a non utilizzare tutta l’escursione articolare.

In fisiologia, è risaputo che la funzione sviluppa l’organo, per cui lo scarso utilizzo del range articolare limita nel tempo le possibilità di movimento, agendo sull’articolazione e sui muscoli ad essa connessi.

Strategie per mantenere o migliorare la mobilità articolare

Per mantenere una buona funzionalità e quindi una buona mobilità articolare, e, allo stesso modo, per prevenire una rigidità, che inevitabilmente si presenta con l’invecchiamento delle articolazioni esistono diverse strategie.

Un valido aiuto può essere integrare alcune sostanze che costituiscono l’articolazione stessa.

La glucosamina solfato potrebbe migliorare la sintesi e la riparazione della cartilagine.

Alcuni test di laboratorio dimostrano che la glucosamina solfato può aiutare a proteggere la cartilagine articolare, limitandone la rottura e contribuendo a produrre altra cartilagine.

La glucosamina cloridrato, un’altra forma di glucosamina che viene assorbita più facilmente e può essere assunta a dosaggi più bassi.

La condroitina solfato fa parte di una proteina che dona elasticità alla cartilagine; inoltre si pensa che possa:

  • Esercitare un effetto antinfiammatorio sulle articolazioni
  • Contribuire a ridurre il gonfiore delle articolazioni
  • Contribuire a ridurre il dolore delle articolazioni
  • Aiutare a rallentare la rottura della cartilagine
  • Contribuire a ristabilire la crescita della cartilagine per meglio ammortizzare le giunture.

Collagene

La salvaguardia della salute articolare è garantita dalle proprietà meccaniche della cartilagine, capaci di promuovere il movimento dei capi articolari riducendo ai minimi termini le frizioni e tutte le possibili sollecitazioni meccaniche.

Con il termine collagene si identifica una famiglia di proteine che svolge importanti funzioni:

  • contribuisce al funzionamento delle cellule che producono cartilagine;
  • supporta la naturale rigenerazione della cartilagine delle articolazioni;
  • contribuisce a migliorare la funzionalità, la mobilità e il benessere delle articolazioni;
  • fornisce materiale per la produzione di cartilagine;
  • conferisce forza, flessibilità e sostegno a tessuti connettivi della pelle, legamenti, tendini, ossa e altre componenti dell’organismo.

Acido ialuronico

L’acido ialuronico è un polisaccaride lineare ad alto peso molecolare, presente nei tessuti connettivi. Si concentra soprattutto a livello del liquido sinoviale della cartilagine, dell’umor vitreo dell’occhio e del cordone ombelicale.

Grazie a questa sua particolare struttura chimica, è in grado di legare a sé molte molecole di acqua, raggiungendo un elevato grado di idratazione, in virtù di questa sua proprietà l’acido ialuronico è fondamentale per mantenere la viscosità e l’idratazione della matrice extracellulare. E’ quindi in grado di agire come ammortizzatore di shock meccanici e come efficiente lubrificante, prevenendo il danneggiamento delle cellule del tessuto da stress meccanici.

La sua concentrazione cala con l’avanzare dell’età, a 60 anni si arriva ad una diminuzione del 75% del valore iniziale, per questo si ricorre spesso all’utilizzo di integratori che ne possano aumentare la concentrazione, cosa che è sempre stata difficile, a causa della sua instabilità durante i processi digestivi che ne alterano la struttura irrimediabilmente.

Somministrazione di acido ialuronico

Può essere somministrato per via orale o iniettato direttamente all’interno delle articolazioni.

Le infiltrazioni di acido ialuronico direttamente nell’articolazione offrono i seguenti benefici:

  • attenuazione del dolore, miglioramento della mobilità articolare e prevenzione del deterioramento cartilagineo
  • effetto antinfiammatorio
  • ricostruzione dello strato superficiale della cartilagine
  • aumento della densità dei condrociti (cellule della cartilagine)
  • efficacia clinica per almeno 6 mesi – 1 anno dopo il ciclo di infiltrazioni

Non tutti gli studi, tuttavia, concordano sull’efficacia delle infiltrazioni di acido ialuronico nel trattamento conservativo delle artrosi.

Alcuni studi hanno addirittura dimostrato un’efficacia solo leggermente superiore rispetto al placebo.

Un’altra risorsa è un’attività fisica specifica e mirata in base alla problematica che si presenta.

Mobilizzazione articolare

Grazie a questo processo, oltre a ripristinare la corretta ampiezza dei movimenti delle articolazioni, viene migliorata la qualità del movimento, il dolore si riduce, si riattiva la funzione articolare, si aumenta la circolazione locale e si sciolgono le contrazioni muscolari.

Si può procedere anche con terapie manuali alternative come:

  • la massoterapia;
  • il massaggio trasverso profondo cyriax;
  • il massaggio miofasciale;
  • il linfodrenaggio;
  • manipolazioni con tecniche di terapia manipolativa fisioterapica, osteopatia e chiropratica, kinesiterapia.

Pilates

Una risorsa spesso sottovalutata è il Pilates.

Lo abbiamo chiesto a Silvia Burchietti, insegnante certificata da Romana Kryzanowska, erede diretta del metodo ideato da Joseph Pilates, presso la scuola di Formazione Romana’s Pilates di New York.

In cosa consiste il Pilates e quali benefici può dare alle articolazioni?

Si tratta di una disciplina dai molteplici effetti benefici, che mira a rinforzare il corpo nella sua interezza, in particolare la muscolatura che sostiene la colonna vertebrale, vale a dire: la parete addominale, la parete pelvica, la muscolatura lombare, e quella dei glutei.

Attraverso un lavoro di allungamento e rafforzamento di questa muscolatura, si contribuisce a mantenere la nostra colonna ben elastica e a ridurre così dolori causati da una cattiva postura o da lavori in cui si sta molto seduti, molto in piedi, o molto piegati.

Un costante allenamento seguito da insegnanti qualificati, permetterà inoltre di limitare e prevenire anche dolori a tutte le altre articolazioni, soprattutto a quelle della caviglia, della spalla e del ginocchio.”

J Pilates diceva: “Se la tua colonna vertebrale è rigida a 30 anni sei vecchio, se è flessibile a 60, allora sei giovane. Hai solo una colonna vertebrale, abbine cura.

Fonti:

https://www.my-personaltrainer.it/integratori/collagene-articolazioni-sane.html

www.humanitas.it/enciclopedia/integratori-alimentari/acido-ialuronico/

www.humanitas-care.it/cure/mobilizzazione-articolare/

https://www.centrovignali.it/spazio-pilates

Farmacista
Farmacista specializzata in terapie naturali, quali fitoterapia, omeopatia e floriterapia e scrittrice per passione.

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