Circa 15 milioni di italiani soffrono di lombalgia che fa di questo disturbo uno dei più diffusi, oltre che una problematica invalidante, che può limitare notevolmente l’attività quotidiana.
Ecco perché questo tema è caro ai nostri lettori, che ci hanno posto diverse domande in merito a cui oggi risponde l’osteopata Federica Testoni per risolvere ogni dubbio.
In che cosa consiste la lombalgia?
La lombalgia è caratterizzata da dolore nella regione bassa della schiena, nella zona dei lombi, che può essere mono o bilaterale e che può coinvolgere anche le natiche e/o l’arto inferiore.
La lombalgia si divide in forma acuta o cronica in base al lasso di tempo in cui perdura. Nella forma cronica, il dolore è costante e di sottofondo e può presentare fasi di aggravamento dei sintomi a seguito di determinate posture e/o movimenti (come stare tanto tempo in piedi, mantenere posizioni protratte, trascorrere tanto tempo in macchina, cambi di posizione, ecc.).
In che modo si manifesta la lombalgia?
La sintomatologia tipica coinvolge la porzione inferiore della schiena e in prossimità dell’osso sacro. Il dolore può essere centrale, compromettere un solo lato o entrambi. A volte può espandersi anche verso la natica e/o lungo l’arto inferiore (condizione che può coinvolgere anche il nervo sciatico creando la famosa lombo-sciatalgia).
La maggior parte dei pazienti sostiene che il dolore si manifesti come una sensazione di pesantezza, di contrattura muscolare, rigidità e impossibilità nell’esecuzione dei movimenti. Tali sintomi possono limitare i movimenti, fino a risultare invalidanti nei casi più severi.
A questa sintomatologia, nel caso di peggioramenti sottostanti, può associarsi anche un’alterata sensibilità (ad esempio formicolio) e/o alterazione della forza dell’arto inferiore.
Quali sono le cause di lombalgia?
Molti sono i fattori che possono concorrere all’insorgenza della lombalgia. Lavori particolarmente pesanti, mansioni che implicano il mantenimento di certe posture o stare seduti per molte ore, smart working e posizioni scorrette sono fattori che facilitano l’instaurarsi di tale condizione. A questi si aggiungono la ridotta attività fisica e lo stress.
La lombalgia può anche essere dovuta ad alterazioni strutturali (come in caso di processi artrosici, discopatie, protrusioni discali, ernie, problematiche reumatiche) o a condizioni funzionali (ad esempio la lombalgia durante la gravidanza, nel post partum, da dolori mestruali).
Che contributo può dare l’osteopatia?
L’osteopatia si è dimostrata essere un valido alleato per la gestione della lombalgia acuta e cronica.
Tramite un’attenta valutazione del caso che riporta il paziente, l’obiettivo del trattamento osteopatico – che approccia l’individuo in maniera olistica – è quello di individuare le cause che hanno indotto alla comparsa dei sintomi e il mantenimento della condizione dolorosa.
Attraverso l’utilizzo di tecniche specifiche per ogni paziente, si indirizza il trattamento alla correzione delle strutture individuate come responsabili e che collaborano alla generazione e al mantenimento di tale condizione. Si effettuano così le correzioni adeguate per riportare il corpo del paziente verso una biomeccanica corretta e funzionale, ripristinando il giusto equilibrio delle diverse strutture coinvolte.
Ciò si traduce in una riduzione della sintomatologia dolorosa e, quindi, nel raggiungimento dello stato di salute, oltre che in un miglioramento della postura e della mobilità della colonna vertebrale.
Qualche consiglio per chi soffre di lombalgia
Evitate di sottoporre la vostra schiena a carichi eccessivi e, se necessario, sollevate i pesi assicurandovi di compiere il movimento piegando le gambe. Svolgete poi attività fisica, anche leggera: il movimento è tanto curativo, quanto preventivo. Fare del movimento fisico significa allungare e coinvolgere vari gruppi muscolari, mantenendoli in un buono stato di funzionalità ed elasticità.