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Bimbi

Disturbi visivi nel bambino: come accorgersene

Quando i genitori devono avere “un occhio di riguardo” per la vista del bambino ?  Sempre, certo, ma alcuni semplici accortezze ci possono aiutare ad evitare problemi.

Una visita da un Medico Oculista ci garantisce che tutto prosegua bene con la vista del nostro piccolo.

La storia familiare è importante: se tra i parenti si sono osservate malattie o problemi agli occhi, come strabismi, ambliopia (occhio pigro), è bene indagare la situazione visiva del piccolo.

E’ bene comprendere come, anche se la sensazione visiva è unica, essa sia costituita da due telecamere distinte che lavorano in perfetta sincronia.

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Quindi la qualità visiva va sempre misurata un occhio per volta. Ad esempio, nei bimbi più piccoli è facile ed immediato controllare che il bimbo segua il genitore con gli occhi. Lo si può fare semplicemente mettendo un pollice alternativamente davanti ad uno e poi all’altro occhio del bebè, controllando che l’occhio non coperto segua il movimento di un oggetto interessante che nel frattempo gli stiamo mostrando.

Quando fare la prima visita oculistica

Idealmente la prima visita oculistica sarebbe bene farla a sei mesi, la successiva a tre anni e poi ogni tre anni  fino ai 18.

Come avviene la visita

L’oculista fa prima un esame esterno dove controlla che il bimbo segua gli stimoli visivi un occhio per volta, l’anatomia e le dimensioni dell’occhio e che i due occhi mantengano un allineamento ottimale.

Durante la visita pediatrica l’oculista deve sfoderare fantasia e inventiva per ottenere la collaborazione del bimbo e fargli eseguire semplici compiti volti a definire la qualità della funzione visiva.

Ci sono poi numerose apparecchiature in grado di misurare la situazione ottica e l’anatomia dell’occhio in maniera semplice anche con bimbi poco collaboranti.

Si procede poi con un esame “interno”.  Si instillano gocce per dilatare la pupilla e si va a controllare l’interno dell’occhio. Qui ci si accerta che l’anatomia sia nella norma e che sia presente quello che si chiama il riflesso rosso del fondo.

Cos’è il riflesso rosso del fondo

L’interno dell’occhio è rivestito da cervello che vede: un tessuto chiamato retina al di sotto del quale c’è un tessuto di colore rosso in quanto estremamente irrorato e pigmentato.

Il riflesso rosso è esattamente quello che vediamo quando ci vengono gli “occhi rossi” nelle fotografie col flash.

Le malattie che alterano il riflesso rosso del fondo sono estremamente rare ma molto serie.

Se facendo una foto col flash ad un bimbo piccolo non vediamo – ripetutamente! – il riflesso rosso del fondo in uno dei due occhi, ma appare di colore bianco, il piccolo va fatto vedere dall’oculista senza indugio.

Una visita ai sei mesi del bimbo permette anche di determinare la presenza della cataratta congenita cioè di un’opacizzazione della seconda lente dell’occhio : il cristallino. Anche questa è una patologia rara.

Un problema invece frequente nei bimbi nei primi mesi di età è una lacrimazione importante. Ciò avviene perché i canalini che portano le lacrime dagli occhi al naso non si sono ancora ben sviluppati.

In questo caso è utile una visita dal medico oculista che insegnerà alla mamma come eseguire un massaggio che favorisca la completa apertura di questi canalini di scarico delle lacrime.

Con il massaggio e la pazienza usualmente il problema  si risolve. Se così non fosse sono a disposizione altri trattamenti, al giorno d’oggi questa situazione viene risolta con successo.

 Se occasionalmente il bimbo piccolo storta gli occhi può essere normale.  Se invece il fenomeno si verifica con insistenza è il momento di effettuare una visita oculistica.

Occhio pigro o ambliopia

E’ importantissimo stabilire la presenza di un difetto visivo (miopia, ipermetropia, astigmatismo), in quanto questo può causare un mancato o incompleto sviluppo nella collaborazione tra occhio e cervello.

Tale collaborazione determina la nostra capacità visiva. Una sua mancanza genera una minor capacità di distinguere due punti come diversi ad una definita distanza: quella che noi oculisti chiamiamo decimi.

Per l’essere umano non sviluppare 10 decimi in uno o entrambe gli occhi viene definito come occhio pigro o ambliopia.

Quando è presente un difetto visivo la forma dell’occhio è tale per cui la qualità dell’immagine che viene mandata a fuoco sulla retina è scarsa. Il cervello non gradisce quest’immagine di qualità scarsa, confrontata con quella migliore fornita dall’altro occhio, il bambino vede solo con l’occhio migliore, non sviluppando la collaborazione necessaria occhio – cervello con l’occhio svantaggiato.

A volte questo disturbo si accompagna a strabismo per cui la mamma si allerta e porta il bambino dallo specialista, in caso contrario la diagnosi viene fatta o quando il bambino si lamenta di non vedere bene da un occhio o quando farà una visita oculistica.

 Da qui l’importanza di eseguire controlli dall’oculista ogni tre anni per diagnosticare eventuali problemi agli occhi ed evitare l’insorgenza dell’occhio pigro.

 Ad esempio se un occhio ha un difetto visivo per cui la cornea ha una forma ovale cioè astigmatica, la qualità dell’immagine in quell’occhio sarà scarsa e l’occhio tenderà a non sviluppare appieno il suo potenziale visivo, quindi a sviluppare ambliopia.

In questa situazione la correzione con occhiali e, se necessaria, un’occlusione volta a far lavorare alternativamente i due occhi, fa si che si riesca a far aumentare la vista nell’occhio svantaggiato. La plasticità oculo cerebrale è fortissima fino ai 10 anni.

Questo significa che fino ai dieci anni si ha tempo di correggere i disturbi visivi nel bambino. Dopo i 12 anni l’ambliopia è difficilmente correggibile.

 Il lavoro del medico oculista è importante ma fondamentale è quello dei genitori nel vigilare, pianificare le visite e nell’insistere che il bimbo indossi la necessaria  correzione qualora venga identificato e corretto un difetto visivo.

Medico, specialista in Oftalmologia
Responsabile - Servizio di Oftalmologia Humanitas Medical Care Domodossola
Direttore Sanitario, Vision Srl

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