Una nuova ricerca dimostra che la maggior parte delle gravidanze finisce in un aborto, e la maggior parte delle donne non lo sa. La questione è trattata come un argomento tabù, ma gli aborti spontanei sono molto frequenti e accade molto più spesso di quanto si possa immaginare.
LA RICERCA
La ricerca, scritta dal genetista evoluzionista William Richard Rice dell’Università della California, Santa Barbara, attinge a molti studi e database sanitari precedentemente condotti per una meta-analisi (strumento di ricerca secondario, il cui scopo è quello di riassumere i dati provenienti da diversi strumenti di ricerca primaria).
Le precedenti ricerche avevano evidenziato che tra il 10 e il 20% o fino a 1 gravidanza su 4 si conclude in aborto spontaneo.
LO STUDIO DANESE
Uno studio condotto in Danimarca tra il 1978 e il 1992 che includeva 1.221.546 gravidanze ha riscontrato un tasso complessivo di aborti spontanei del 13,5%.
Ovviamente la percentuale varia in base alla regione, allo stato socio-economico, e in maniera superiore in base all’età.
IL PERIODO PIU’ CRITICO
C’è una cosa molto importante da notare: molte donne non sanno nemmeno di aspettare un figlio.
Dal momento che la maggior parte degli aborti avviene nelle prime 12 settimane di gravidanza molte gravidanze falliscono senza che la donna ne sia a conoscenza.
Secondo Rice questi aborti sconosciuti costituiscono la maggioranza. Ha scoperto che una donna sui 20 anni ha la stessa probabilità di abortire e di portare a termine la gravidanza. E, poiché il tasso di aborti spontanei aumenta solo con l’età, il numero di aborti supera di gran lunga il numero di nascite vive.
“Non è un’anomalia“, ha detto al New Scientist. “È la norma“.
LA CAUSA PIU’ COMUNE
Uno studio condotto da IVF nel 2014 ha rilevato che, su 284 embrioni con cariotipo (la costituzione del patrimonio cromosomico di una specie dal punto di vista morfologico) di donne giovani, 151 presentavano anomalie nel numero di cromosomi – un tasso del 53,2%.
Questa sorta di anormalità, chiamata aneuploidia, è la causa più comune di aborto, pari al 50%, e il rischio aumenta con l’età.
CONTROLLO DELLE NASCITE E ABORTO SPONTANEO
Sulla base dello studio citato Rice ha calcolato che in Danimarca le donne hanno in media 1,7 figli nati vivi e 2,1 aborti spontanei. E questo è un Paese con accesso al controllo delle nascite e di aborti elettivi gratuiti fino a 12 settimane.
Al contrario, le donne mormoni in America nel 19 ° secolo avevano una media di 8 nascite in vita e 16,8 aborti spontanei.
“È una scoperta che suggerisce due cose; in primo luogo che l’aborto spontaneo è il risultato predominante della fecondazione e una parte naturale e inevitabile della riproduzione umana” ha scritto la Rice nel suo intervento.
In secondo luogo, l’accesso al controllo delle nascite può ridurre il numero di aborti. Anche se è molto difficile avere numeri certi è logico che il controllo delle nascite riduce enormemente il rischio di aborto, perché riduce notevolmente il rischio di gravidanza.
“Per riprodurre, una donna non può evitare l’alto rischio di aborto spontaneo, e per avere una famiglia numerosa è praticamente impossibile evitare più aborti [spontanei]“, ha scritto nel suo articolo.
“Il moderno controllo delle nascite con accesso all’aborto riduce notevolmente il numero di aborti che una donna produce nel corso della sua vita”.
Fonti:
http://www.sands.org.au/miscarriage