La possibilità di impiantare pensieri, ricordi ed esperienze sensoriali nel cervello delle persone non è poi così lontana. La notizia giunge direttamente dall’Università della California e viene riportata dal Daily Mail.
Ricercatori dell’Università della California, stanno infatti lavorando ad una nuova tecnologia che in un futuro potrà permettere di eseguire impianti cerebrali virtuali, utilizzando un dispositivo così piccolo da poter essere inserito in uno zainetto.
Ai confini della fantascienza?
Sembra fantascienza eppure si tratta di realtà. La tecnica è stata ribattezzata col nome di “modulazione del cervello olografica“ e prevede l’uso della luce per alterare la funzione del cervello, il tutto proiettando immagini olografiche nelle cellule cerebrali. Questi ologrammi fondamentalmente ingannano il cervello facendogli credere di aver sentito, visto o percepito qualcosa che in realtà non c’era.
Come funziona
I lampi di luce che il dispositivo crea agiscono come minuscole unità di controllo per il funzionamento dei neuroni del cervello simulando efficacemente esperienze ed eventi della vita che non si sono mai verificati nella realtà.
I ricercatori sostengono che una tecnologia di questo tipo potrà un giorno essere utile per:
- aiutare i pazienti con disturbo da stress post-traumatico (PTSD) a superare esperienze negative e dannose sostituendole artificialmente con quelle piacevoli.
- possibilità di aiutare le persone non vedenti a “vedere”
- le persone paralizzate potranno “sentire il contatto”.
Piccoli impianti olografici testati con successo nei topi
Gli impianti olografici del cervello hanno il potenziale per “imprimere” praticamente qualsiasi tipo di programmazione del cervello che una persona desidera, che si tratti di ricordi felici, risultati positivi e persino la cancellazione di ricordi ed esperienze negative.
I primi test sui topi hanno confermato l’efficacia di queste tecniche: negli esperimenti i topi venivano fondamentalmente indotti a credere di aver sentito, visto o percepito vari stimoli che in realtà non erano lì. Mentre venivano eseguiti questi test, i ricercatori dell’Università di Berkeley hanno monitorato l’attività neurale dei topi in tempo reale, osservando ciò che stava accadendo mentre venivano somministrati vari impianti. In questo modo hanno appreso quali neuroni attivare e quali spegnere, al fine di ottenere il risultato desiderato.
Alan Mardinly, uno degli autori di questa ricerca, spiega come “se puoi leggere e scrivere nella lingua del cervello, puoi allora parlarci direttamente ed interpretare molto meglio tutti i suoi messaggi”.
Dare alle persone “nuovi” cervelli: quali prospettive per queste ricerche?
Realizzare esperimenti come questi è letteralmente come cercare di “giocare ad essere Dio” e, alcuni ricercatori, hanno sacrificato le loro vite nel farlo nel nome della “scienza”. Oggi si pensa che tutto questo funzionerà senza creare problemi, ma come narra anche il mito della torre di Babele spesso l’arroganza umana acceca ed il gioco può sfuggire di mano.
Si pone quindi sempre più forte la domanda su quali siano i limiti oltre ai quali la scienza non dovrebbe spingersi.