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Tecnologia e ambiente

Questo vaccino è stato fatto per un virus che non esiste più. Per fortuna abbiamo antivirali efficaci

Il prof. Burioni è intervenuto in occasione di un evento speciale organizzato dal Rotary e dal Rotaract, i giovani del Rotary, e ha disegnato un quadro aggiornato sull’andamento della gestione del Covid19 in Italia.

L’evento è stato fortemente voluto dal dott. Michele Carlucci, primario di chirurgia d’urgenza del S. Raffaele di Milano e presidente del club rotariano. L’obiettivo di questi incontri è quello di cercare di far toccare con mano a imprenditori, professionisti e leader della comunità i fatti degli eventi nazionali più rilevanti. Categorie di professionisti che possono, anzi devono, responsabilizzarsi nei confronti della collettività e mettere a disposizione le proprie competenze e possibilità per contribuire al miglioramento della società. 

Nel suo intervento Burioni ha proposto un’analisi lucida su quanto accaduto e disegnato alcuni probabili scenari per il futuro. Vi proponiamo un estratto del suo intervento.

Cosa è successo alla fine del 2019 in Cina? 

“Non lo sappiamo con certezza perchè non abbiamo i dati sui primi casi ma quello che è certo è che c’è stato uno spillover che si può tradurre con “traboccare”. Non sappiamo con quale strada ma un virus dai pipistrelli è arrivato all’uomo diventando un virus umano, cosa che accade quando il virus acquisisce la capacità di trasmettersi da un individuo all’altro.

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Questo è quello che è successo nel 2019 e con caratteristiche particolarmente sfavorevoli, perchè si é evidenziato che la malattia veniva trasmessa non solo dalle persone malate, ma anche da quelle apparentemente sane: i famosi asintomatici.

In questo modo il virus è riuscito a diffondersi con grande efficienza e, da fine febbraio 2020, ci siamo trovati, per la prima volta nella storia della medicina moderna, a combattere con una malattia contagiosa, grave, senza nessuna terapia, senza nessun vaccino.”

Quindi cosa avete ritenuto di poter fare? 

“Isolamento e quarantena. Ma tutto questo non è arrivato subito e lo abbiamo pagato in vite perdute e in danni economici.”

Perchè la pandemia è stata più grave al nord?

“Le misure di lockdown, isolamento e quarantena sono efficaci se prese precocemente. E’ quello che è accaduto nel resto del paese. Invece al nord, avendo già tanti casi, chiudere in casa le persone ammalate ha significato contagiare anche i conviventi con un aumento del contagio”

Poi cosa è successo?

“Con la bella stagione, come si sa, i virus respiratori si trasmettono meno perché si sta più all’aperto e si arieggiano meglio gli ambienti domestici e lavorativi.

Con l’arrivo dell’autunno e con l’allentamento dell’attenzione l’infezione è ripartita e in modo più grave perché il virus, ovviamente, non è rimasto fermo ma ha iniziato a sviluppare delle varianti.

I virus hanno una particolarità anche affascinante: hanno la forza dei loro errori!

Infatti mentre le nostre cellule sono particolarmente attente nel replicare il nostro genoma, i virus sono estremamente più disattenti, sbagliano in continuazione.

Si pensi che in un malato di COVID non ci sono 2 virus uguali, tutti hanno una qualche mutazione e chiaramente le versioni utili al virus tra questa infinità di sbagli viene selezionata dalla natura.”

“Il virus così è diventato molto più contagioso, è arrivata la variante alfa con un 50% di contagiosità in più, poi la variante delta con un altro 60% e infine omicron e omicron 2 che hanno reso questo virus il più contagioso sulla faccia della terra.

Questa è una cosa negativa che, però, ha dei risvolti positivi.”

Perchè la forte contagiosità di questo virus potrebbe non essere solo un elemento negativo?

“Omicron sembra colpire maggiormente le vie respiratorie superiori perché usa una strada diversa per entrare nelle cellule, una strada che può utilizzare con grande efficienza solo nelle vie aeree superiori e molto meno nei polmoni e negli organi interni. Questo è un fatto molto positivo. La nostra paura è che non essendo ancora stabile questo virus possa manifestarsi una variante molto contagiosa, più patogena di omicron e che possa sfuggire al vaccino.

Dobbiamo sorvegliare attentamente la situazione, ma siamo fortunati perché ora riusciamo a fare un nuovo vaccino in poche settimane.  

Sottolineiamo però che per poter avere il sopravvento una nuova variante dovrebbe essere più contagiosa di omicron che è già uno dei virus più contagiosi sulla faccia della terra. Quindi non sarà facile.”

Professore quali sono state le tappe della nascita del vaccino anti-Covid?

“In soli 10 mesi ha visto la luce il vaccino:

Il virus è stato isolato e caratterizzato il 10 gennaio 2020. 

Il 9 novembre 2020 è stata annunciata la stabilizzazione del vaccino 

Il 15 dicembre è stata fatta la prima somministrazione del siero quando normalmente ci vogliono almeno 4 anni.

Tutto questo è stato fatto in 63 giorni quando il tempo medio di sviluppo di un vaccino è tra i 10 e i 12 anni.

Questa è un’impresa che sarà ricordata nei secoli.”

Professore, cosa sarebbe successo se non avessimo avuto il vaccino?

“Un virus come omicron avrebbe contagiato tutto il mondo e nelle persone sopra gli 80 anni avrebbe causato problemi gravissimi. Una catastrofe in un paese come il nostro.

Sarebbero morte tante persone, avremmo perso tanti anziani.

Il vaccino ha messo il paziente nelle condizioni di guarire senza avere un decorso grave o letale della malattia. Chi ha fatto 3 dosi di vaccino ha un rischio che non è lontano da quello che si corre quando si contrae una brutta influenza.

Non capisco chi, ancora oggi, rifiuta il vaccino, soprattutto gli ultracinquantenni che contraendo la malattia sono in pericolo di vita.

Il mondo è peggiorato: non basta più il dato della scienza che dice che il vaccino ti salva la vita.

Quando una fetta di popolazione rifiuta qualcosa che è sicurissimo ed efficacissimo dobbiamo farci una domanda.”

Alla domanda del dott. Michele Carlucci, primario di chirurgia d’urgenza del S. Raffaele di Milano e presidente del club rotariano su cosa accadrà nel futuro il Prof. Burioni replica : 

“E’ difficile fare previsioni con un virus completamente nuovo che non abbiamo mai visto. Ma posso dire cosa sta succedendo ora: questo virus è diventato immensamente contagioso

E’ chiaro che per diventare così contagioso ha pagato un prezzo in termini di patogenicità. Infatti la malattia è cambiata, c’è un interessamento decisamente minore a livello sistemico e c’è un coinvolgimento importante della parte alta dell’apparato respiratorio. 

Infatti ricordo che, durante le prime ondate, i pazienti mi dicevano come prima cosa “non sento più i sapori” evidenziando così un interessamento della parte neurologica, ora mi dicono “ ho un gran mal di gola”. 

Bisogna sapere, però, che un virus un po’ più buono, ma molto contagioso fa molti più morti di uno che è un po’ più cattivo ma meno contagioso.

Questa notizia diventa positiva per 2 motivi: 

Prima di tutto  perchè nei vaccinati anche se ancora “cattivo” il virus non crea problemi; 

in secondo luogo perchè adesso abbiamo dei farmaci antivirali che sono veramente molto efficaci nel prevenire le complicazioni nei pazienti gravi.

Il vero problema è che su 10.000 dosi di antivirali acquistate in Italia ne sono state somministrate solo 2.000 e non ne capisco il motivo se per inefficienza o per problemi burocratici.”

Prof. Burioni quanto dura la protezione del vaccino contro la malattia grave?

“Non lo sappiamo ancora e non possiamo saperlo perché non abbiamo la macchina del tempo. 6, 9, 12 mesi? Dovremo fare una nuova dose di vaccino? Funzionerà? Tutte queste cose ancora non le sappiamo. Questo vaccino è stato fatto per una “versione” del virus che non esiste più, non solo non c’è più ma è stato rimpiazzato da altre 4 varianti virali che a loro volta hanno fatto sparire il virus precedente.

Un vaccino creato contro questo virus funzionerà meglio? Lo stiamo studiando adesso. Certo se trovassimo un vaccino che funziona bene contro omicron sarebbe quello da fare nei prossimi mesi invernali.

Non possiamo nascondere che in una situazione in cui ci sono degli antivirali che funzionano in modo efficace, c’è un vaccino che è disponibile e può prontamente essere modificato se necessario o somministrato di nuovo ritengo che, pur nella cautela, ci sia spazio per un certo ottimismo.”

Il nostro presidente, Dott. Michele Carlucci pone una domanda spinosa al Prof. Burioni: Col senno di poi era necessario mettere l’obbligo vaccinale?

“La Medicina e la Scienza ci dicono con chiarezza inoppugnabile che più gente si vaccina e meglio è per la salute pubblica perché circola meno il virus e perché si intasano meno gli ospedali con i malati.

Ma come facciamo a fare in modo che la gente si vaccini?

E’ alla scienza che bisogna fare queste domande? No, sono decisioni politiche. La mia personale opinione è che il vaccino protegge.” 

Alessandro Ferlini, presidente del Rotaract, chiede se il sistema sanitario dopo due anni di pandemia ne sia uscito rafforzato o indebolito. 

Il Prof. Burioni risponde: “Cito il parere di un mio caro amico, Carlo Ferrari, ricercatore molto bravo che è stato per anni amministratore delegato della catena sanitaria statunitense Houston Methodist che diceva che in Italia non c’è un sistema sanitario, ci sono molti sistemi sanitari ognuno dei quali profondamente diverso dagli altri. A mio giudizio la situazione è eterogenea non solo da regione a regione ma anche da ospedale a ospedale. In questo momento stiamo soffrendo una grande penuria di medici molto difficile da risolvere perchè i migliori vanno all’estero”.

Luci e ombre insomma, quello che fa la differenza, come sempre, è la buona volontà e la responsabilità dei cittadini e di chi occupa posizioni dirigenziali nella società. Ecco perché lo sforzo del Rotary nel sensibilizzare e responsabilizzare i propri iscritti è fondamentale. Mattone su mattone si può ricostruire una società più efficiente ed umana.

Photo Credit:

www.adnkronos.com

Farmacista formulatore, giornalista
Farmacista formulatore, giornalista

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