“In Italia dieci milioni di persone , devono convivere ogni giorno con il dolore cronico. Un’alimentazione adatta potrebbe aiutarli più di pillole e iniezioni e senza effetti collaterali, solo con ciò che scelgono di mangiare”.
Queste affermazioni della dr.ssa Jacqueline Lagacè, medico canadese specializzata in virologia ed immunologia, nonché docente alla facoltà di medicina all’Università di Montrèal, inducono a ripensare e a rivalutare seriamente la nostra alimentazione quotidiana. Da innumerevoli studi pubblicati in questi ultimi 20 anni, si evince per esempio che lo sviluppo della poliartrite reumatoide è spesso associato all’utilizzo di alimenti come i latticini, il grano, il mais e la carne di manzo. Ciò fa pensare a situazioni di intolleranze verso alcuni alimenti proprio per la presenza di anticorpi IGg piuttosto che IGe.
I possibili effetti infiammatori di cereali e latticini
Secondo i dati citati da Seignalet (docente presso la facoltà di Medicina di Montpellier, nonché grande ricercatore e specialista di immunologia), il grano ed in misura minore il mais, sarebbero tra le cause di svariate patologie infiammatorie. Egli era convinto che il pericolo nei cereali derivasse dalla struttura di alcune proteine che subirebbero profonde modificazioni nel tempo e verso le quali, alcuni enzimi di determinati soggetti, non hanno azione benefica. Inoltre la loro cottura ne determina l’alterazione molecolare che risulta dannosa poiché trasformata. Sono stati infatti individuati recettori per alcuni prodotti tossici risultanti dalla cottura a temperature elevate di questi alimenti. A controprova di tale teoria si evince che le malattie autoimmuni, come la poliartite reumatoide, sarebbero più frequenti nei pazienti celiaci e nei loro famigliari.
Anche il latte vaccino e i suoi derivati secondo Seignalet, può recare danni alla salute concorrendo all’espressione di patologie infiammatorie croniche. Il forte consumo di latte vaccino indurrebbe una stimolazione dell’insulina e dell IGF-1, nonchè un aumento della resistenza all’insulina, concorrendo così allo sviluppo di malattie metaboliche e cardiovascolari. Non è infatti un caso che tali patologie siano maggiormente presenti in Occidente. Contrariamente all’alimentazione dei nostri antenati, basata soprattutto su verdure, frutta, radici e semi oleosi quindi alimenti alcalinizzanti, l’alimentazione occidentale si basa sull’uso di carni , cereali e latte, alimenti acidificanti. L’acidosi tissutale è la condizione su cui si sviluppano le malattie autoimmuni, e i dolori cronici.
Risulta pertanto molto importante portare un’attenzione maggiore al bilanciamento di ciò che introduciamo attraverso l’alimentazione, ovvero considerare la qualità e la natura del cibo e che tipo di cottura utilizziamo, per evitare lo sviluppo di glicotossine e l’ingestione di queste ultime, che concorrono anch’esse alla tossicità corporea.
Soluzioni
Seguire quotidianamente una dieta ipotossica consigliata da un esperto che assicuri l’assunzione di cibi ricchi di omega 3, di alimenti alcalinizzanti, e una cottura povera di glicotossine, può rendere la vita migliore a chi soffre di dolori cronici.
Fonte:
“ L’alimentazione antidolore” di Jacqueline Lagacé