I bambini che da piccoli trascorrono più tempo a giocare con il padre da grandi controllano meglio comportamento ed emozioni.
Il gioco ha sempre rivestito un ruolo importante per la formazione del bambino, per aiutarlo nei rapporti sociali e per migliorare le sue funzioni cognitive, tuttavia la ricerca prima d’ora aveva studiato prevalentemente il gioco tra mamma e bambino trascurando il tema del gioco con il padre.
La ricerca dell’Università di Cambridge
Uno studio condotto presso l’Università di Cambridge e la Fondazione LEGO ha affrontato il tema del gioco del bambino con il padre per scoprire quali siano le differenze rispetto al gioco con la madre e quale possa essere l’impatto sul suo sviluppo.
La ricerca ha utilizzato i dati di 78 studi condotti tra il 1977 e il 2017, la maggior parte dei quali in Europa o Nord America. I ricercatori hanno analizzato la frequenza del gioco tra padri e figli, la natura dei giochi e la relazione con lo sviluppo dei bambini.
Dallo studio è emerso che, sebbene i passatempi proposti dai due genitori spesso siano simili i papà fanno con i loro bambini soprattutto giochi di tipo fisico come fargli muovere delicatamente braccia e gambe, tenerli in braccio, portarli a cavalluccio, poi con il tempo il solletico o la lotta sul divano. Queste attività sembrerebbero aiutare i bambini ad autoregolarsi, a controllare il proprio comportamento e ad avere meno problemi con gli altri, ad esempio nell’ambiente scolastico.
I bambini che trascorrono più tempo con i loro padri inoltre hanno meno probabilità di mostrare iperattività o problemi emotivi e comportamentali, riescono meglio a controllare la loro aggressività e sono meno inclini a scagliarsi contro i coetanei durante i piccoli litigi a scuola.
Secondo Ramchandani, uno degli autori dello studio, il gioco fisico crea situazioni divertenti ed emozionanti in cui i bambini devono autoregolarsi controllando la loro forza e capire quando esagerano.
È interessante notare che il gioco padre-figlio aumenta gradualmente durante la prima infanzia, per poi diminuire dai 6 ai 12 anni probabilmente perché il gioco fisico è particolarmente importante per aiutare i bambini più piccoli ad affrontare le sfide che incontrano quando iniziano ad esplorare il mondo fuori dalle mura di casa.
Non tutti i bambini però vivono con entrambi i genitori; ciò che più importa per la loro crescita e il loro sviluppo è che abbiano la possibilità di variare tipologia di giochi e che entrambi i genitori si adoperino in tal senso.
Fonti:
https://www.cam.ac.uk/research/news/playtime-with-dad-may-improve-childrens-self-control
https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S0273229720300307?via%3Dihub