Parliamo dei dolcificanti. La loro azione è quella di tagliare le calorie altrimenti introdotte con gli zuccheri.
Normalmente quelli più usati sono la saccarina, l’aspartame e il sucralosio.
Uno studio americano di circa 10 anni, condotto su 1454 persone da parte del National Institute on Aging, presso l’US Department of Health and Human Service, ha evidenziato che il girovita di chi consuma abitualmente sostituti dello zucchero è più largo in media di 2,6 cm.
La spiegazione è data dal fatto che tali dolcificanti di sintesi alterano la flora batterica intestinale a vantaggio del microbiota che ottimizza l’assimilazione di grassi e zuccheri, dando anche la possibilità di stimolare il rilascio di insulina.
Dolcificanti vegetali
I dolcificanti di origine vegetale come il mannitolo, lo xilitolo e il sorbitolo sono meno nocivi da questo punto di vista anche se un loro abuso può comunque infiammare o irritare l’intestino inducendo un’azione lassativa.
La stevia che è commercializzata dal 2012, sembra attualmente essere la miglior soluzione.
Gli additivi
Anche gli additivi giocano un ruolo fondamentale nel mantenimento o meno di una linea adeguata.
Gli alimenti industriali sono infatti una causa di sovrappeso importante sia perché contengono ingredienti raffinati con alto indice glicemico, sia per gli additivi contenuti (edulcoranti, conservanti ecc.) per renderli maggiormente appetibili. Ma tali eccipienti nascondono una insidia : alterano il metabolismo e inibiscono la naturale percezione dell’appetito.
L’HFCS o High Fructose Corn Syrup (sciroppo di zucchero di mais) è un prodotto molto usato per dolcificare caramelle, bibite, salse pronte, condimenti, pane confezionato, cereali per la prima colazione. Questo zucchero occulto sembra incidere sul meccanismo di regolazione della fame, inibendo il senso di sazietà.
Il mono-glutammato di sodio presente nei dadi o nelle minestre e prodotti surgelati e liofilizzati, dona un sapore ricco ma crea una dipendenza da gusto.
Infine i grassi Trans o Idrogenati che non esistono in natura e vengono aggiunti nei prodotti sia dolci che salati per aumentarne la spalmabilità, determinano una impennata dei livelli di colesterolo cattivo poichè impediscono al fegato di riassorbirlo, rallentando i processi metabolici e facendo così predisporre ad un aumento di peso.
Fonte
RIZA DOSSIER giugno/luglio 2018