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Bimbi

Epica cistite

Dei problemi lancinanti alla vescica il primo a farne parola è nientemeno Omero: per ben due volte nell’Iliade [5,67 e 13,652] descrive il percorso d’un colpo di lancia in una ferita “direttamente attraverso la ‘vescica’ sotto l’osso”, e quest’ultima immagine la ritroviamo pure in Sofocle, Platone nonché sovente in Ippocrate. E se cystis è il temine greco per ‘vescica’, ecco perché le infiammazioni/infezioni della vescica urinaria le chiamiamo ‘cistite’.

 

Le nostre battaglie con la cistite sono tutt’altro che infrequenti, e non di rado laboriose e faticose.

Si vis pacem para bellum”/’se vuoi startene in pace prepara armi e difese’ insegnavano i Latini, ed è quel che s’ha altrettanto da fare per tenere alla larga la minaccia delle cistiti.

E se, una volta avvenuta la malaugurata invasione, per rintuzzarla c’è l’arsenale antibiotico, opportunamente consigliato da medico o farmacista, la difesa preventiva ha altrettanto consigli ben precisi, tanto da esser variabili da maschi a femmine.

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Quest’ultime sono più esposte: per evidenti differenze anatomiche, e proprio per loro le primissime raccomandazioni s’insegnano a cavalcioni del bidè.

Alle bimbe sin da subito, non appena possono cominciare a sbrigarsela lì da sé, bisogna insegnare a lavarcisi procedendo sempre da-davanti-a-dietro, poiché invece al contrario si rischia di portare all’accesso vescicale – molto più immediatamente disponibile rispetto ai maschietti – dei residui fecali coi loro batteri: che sono più che utili finché se ne stanno nel ‘loro’ intestino, ma facilmente scatenano cistiti se arrivano in vescica.

 

Da ‘grandicelle’ la cistite si fa strada maggiormente coi rapporti sessuali; e s’è da tempo capito che le donne tribolate da ricorrenti infezioni vescicali differiscono dalle altre in quanto “tendono a portare nei loro vestiboli vaginali grandi quantità di microrganismi anormali per lunghi periodi di tempo”: batteri vaginali patogeni la cui colonizzazione v’appare permessa dalla mancanza di alcune forme di difesa locale, fra cui spicca l’insufficienza di anticorpi cervico-vaginali rispetto agli enterobatteri.

 

Una flora intestinale equilibrata – nella quale i batteri in simbiosi con la nostra salute siano correttamente schierati – si dimostra ulteriormente un valido sostegno di prevenzione contro le cistiti.

 

Nel campo maschile, giustappunto a seguito della diversa conformazione anatomica, la cistite arriva generalmente da un’infezione risalente dell’uretra o della prostata, o al caso provocata da ‘intromissioni’ di strumenti per indagini mediche uretrali.

 

Qui le situazioni di cistiti ricorrenti/recidivanti derivano frequentemente da prostatiti batteriche cronicizzate: perché s’è vero che l’urina vescicale può essere sterilizzata/disinfettata abbastanza prontamente con farmaci antibatterici-antibiotici, però la maggior parte di questi prodotti non arriva validamente a diffondersi fino al liquido prostatico, che risulta quindi un ‘comodo’ rifugio/serbatoio di tali microbi, che una volta sospesa la terapia antibiotica hanno nuovamente l’opportunità di ‘scendere in campo’.

 

Va infine annotato che la cistite ricorrente , sia in campo maschile che femminile – particolarmente quando risultino implicati microrganismi molteplici e/o mutevoli/’trasformisti’ – risulta conseguente all’arrivo di boccate d’aria fin lì all’urina.

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