La camelina, conosciuta anche con il nome di “falso lino”, appartiene alla famiglia delle Brassicaceae o Cruciferae (crocifere) con quasi 4000 specie, distribuite in tutti i continenti e climi.
Alcune piante vengono usate abitualmente in cucina come la senape e la rapa, ma conosciutissima è anche la colza usata come combustibile. Insomma… una famiglia dalle 1000 risorse!
Camelina per combattere il colesterolo cattivo
Da una ricerca dell’Università della Finlandia orientale, i cui risultati sono stati pubblicati su Molecular Nutrition & Food Research, è emerso che l’olio ricavato dai semi di questa pianta è ricco di Omega-3 , Omega-6 , Omega-9 e contiene naturalmente Vitamina E o tocoferolo, ottima fonte di antiossidanti. Migliora il metabolismo dei lipidi e contribuisce al mantenimento dei livelli ideali di colesterolo, riducendo i fattori di rischio cardiovascolare.
Perchè la Camelina è una pianta “ecologica”
La coltura della Camelina ha un basso impatto ambientale in quanto:
- Si adatta alle basse temperature e ai climi semi aridi, cresce bene in pianura, collina e zone sabbiose. Fino a 100 cm di altezza
- Può essere seminata ad una profondità di solo 1 cm
- Può essere coltivata in aree marginali e non compete con altre produzioni
- La coltivazione richiede poca energia
- Non richiede irrigazione
- È forte, resiste a malattie, parassiti e insetti, non ha bisogno di agrofarmaci
- Piantata ad alta densità, impedisce la crescita di piante infestanti: no erbicidi
La Camelina è coltivata soprattutto in Canada, Usa e nord-est Europa per produrre olio da trasformare in biocarburanti o jet-fuel ma data l’alta qualità dell’olio ricco in omega-3 e il buon contenuto proteico sta entrando anche in diversi prodotti consumati dall’uomo e nella formulazione dei mangimi per l’alimentazione degli animali
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