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Bimbi

Una prima analisi della corteccia visiva del neonato rivela qual è la mente del bambino

A poche ore dalla nascita lo sguardo del neonato è attratto dai volti; uno studio clinico ha confermato che il cervello è programmato quasi da subito per vedere visi e luoghi.

Spesso ci si chiede se i neonati ci guardino di proposito e ci vedano, e se il loro cervello funzioni già come quello degli adulti; la scienza ha dimostrato che già a poche ore dalla nascita il cervello dei piccoli è più simile a quello dei grandi di quanto si pensi ed è già programmato per vedere sia le facce di chi li circonda che i luoghi in cui si trovano.

The Proceedings of National Academy of Sciences (PNAS), organo ufficiale della United States National Academy of Science, una delle riviste scientifiche più note a livello internazionale ha pubblicato quanto scoperto dagli psicologi dell’Università di Emory  (Atlanta, Georgia).

La ricerca

Sapere come è organizzato il cervello di un bambino può aiutare a risolvere problemi neurologici, ad esempio se la corteccia visiva del neonato non fosse ben collegata potrebbero verificarsi disturbi come l’avversione al contatto visivo, e una diagnosi precoce sarebbe preziosa.

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Già da decenni la scienza ha scoperto nella corteccia visiva degli adulti l’esistenza di due regioni che lavorano in parallelo per elaborare i volti e di due regioni che elaborano i luoghi. In uno studio del 2017 gli autori dello studio di Atlanta avevano dimostrato che nella corteccia visiva dei bambini questa struttura è presente già nei primi quattro mesi di vita.

Come riportato da Daniel Dilks, Professore associato di psicologia e principale autore dello studio lo scopo della ricerca era quello di indagare su una questione fondamentale, ovvero da dove proviene la conoscenza dell’essere umano, con cosa veniamo al mondo e cosa acquisiamo con l’esperienza.

 Lo studio

Per lo studio sono stati reclutati trenta neonati di età compresa tra sei e 57 giorni, e un gruppo di controllo composto da 24 adulti. Durante i test i piccoli dormivano posizionati in un fasciatoio gonfiabile simile ad un marsupio che serviva a stabilizzarli e tenerli al sicuro, mentre gli adulti erano svegli e in condizione di riposo.

Gli scienziati hanno esaminato la corteccia visiva dei neonati per mezzo della risonanza magnetica funzionale (fMRI). Si tratta di un tipo particolare di risonanza magnetica non invasiva, né dolorosa o pericolosa  utilizzata in ambito neuroradiologico per rilevare quali aree cerebrali si attivano durante un determinato compito come parlare, leggere, pensare o muovere una mano.

L’esame ha consentito di rilevare sia nei neonati che negli adulti delle fluttuazioni del cervello. Quelle rilevate nei bambini erano simili a quelli degli adulti, anche se non altrettanto forti, e si perfezionano con la crescita. E’ quindi confermato che le funzioni del viso e del cervello sono collegate e dialogano già a pochi giorni dopo la nascita; tuttavia comprendere come e quando queste funzioni si sviluppano e si completano sarà oggetto di studi futuri.


Fonti:

https://news.emory.edu/index.html

https://www.pnas.org/content/early/2020/02/25/1911359117

https://www.humanitas.it/visite-esami/risonanza-magnetica-funzionale-fmri

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