Ebbene si! Si può fare. Anzi già che ci sono “ti telefono anche una dose di Aspirina”.
Siamo alla follia o c’è qualcosa di nuovo e di vero?
E’ tutto vero e per non passare per folli andiamo subito alla spiegazione scientifica basata sulle conoscenze consolidate della scienza classica, senza andare a scomodare atti di fede su pratiche sciamaniche, o della cultura non convenzionale.
Siamo così abituati a considerare che in biologia tutto funziona per reazioni chimiche tanto da dimenticarci la fisica.
Ogni cosa vibra
Ad esempio siamo così abituati a vedere che ogni oggetto ha un colore che non ci domandiamo perché una cosa è rossa e l’altra verde. Ogni cosa in natura vibra ed emette onde elettromagnetiche con lunghezza d’onda molto caratteristica ed esclusiva.
Dall’oggetto arrivano al nostro occhio le onde luminose nel campo del visibile con lunghezza d’onda del rosso o del verde. Il colore è la capacità di vibrare e di emettere così una vibrazione con la lunghezza d’onda caratteristica di quel colore. Tutto normale ed accettato, ma ogni oggetto ha anche una temperatura ed emette onde infrarosse fuori dal campo del visibile e, se spengo la luce, con l’occhio non vedo nulla, ma con una fotocamera a raggi infrarossi lo vedo, lo misuro e lo identifico perfettamente.
I biofotoni
Le onde che vengono emesse dalla vibrazione di ogni cosa del creato vengono lette dagli strumenti idonei. Einstein spiega che la luce quando viaggia si comporta come un’onda, ma quando colpisce un bersaglio si comporta in modo corpuscolare e ha chiamato questi corpuscoli virtuali fotoni. Questi fotoni rappresentano in modo molto fedele la sostanza che, con la sua vibrazione, li ha generati. Nel mondo biologico si chiamano biofotoni.
.. come rileviamo il profumo?
Quando un fiore emette un profumo libera nell’aria delle molecole con vibrazione caratteristica di quel profumo e le papille olfattive, raggiunte da quelle molecole, rilevano il profumo sia per la presenza fisica della sostanza, sia per i biofotoni che emette. Se osservo il fenomeno all’ultra microscopio scopro che la molecola caratteristica di quel profumo non penetra nelle cellule delle papille olfattive, ma si appoggia ai recettori della membrana cellulare e segnala la sua presenza. Il profumo è l’effetto sia del contatto sostanza-recettore (stampo e formina) che della vibrazione che emette e che stimola anch’essa i recettori. Infatti la papilla risponde anche alla sola frequenza di quel profumo in assenza della molecola. Ecco allora che posso registrare le frequenze di vari profumi e trasmetterli anche per telefono ingannando le papille olfattive.
Ma posso registrare anche la frequenza dell’aspirina ed, opportunamente amplificata, posso trasmetterla ed ottenere l’effetto.
Terapia biofotonica
Ci sono lavori clinici universitari che documentano il fenomeno e ci sono studi in corso per capirci di più. Si è aperta la strada non solo alla somministrazione di sostanze per la loro forma chimica ma anche per la loro “faccia fisica”. Si può fare ancora meglio unendo le due cose insieme e riducendo la dose chimica. Quando ci sono effetti collaterali da prodotti di degradazione dannosi della sostanza chimica questa strada è molto utile ed è già praticata. C’è ancora molto da capire, testare e misurare ma intanto la “terapia biofotonica” è già applicata da molti, soprattutto all’estero. Purtroppo se ne parla ancora poco perché la classe medico scientifica non l’ha ancora assimilata fino in fondo e ci sono, come spesso succede per le novità, delle resistenze culturali all’innovazione.