Il nostro corpo emette spontaneamente luce. Una luce ultra-debole emessa nello spettro tra il visibile e l’ultravioletto misurata e ben codificata dalla scienza.
Quando di una persona particolarmente felice si dice essere radiosa ed avere una luce particolare si sta dicendo qualcosa di molto più vero di quanto si possa immaginare.
Sono i Biofotoni, letteralmente i fotoni emessi dalla vita, dai sistemi biologici.
Alla scoperta dei Biofotoni
Ad ipotizzarne per primo l’esistenza fu nel 1922 il biologo russo Alexander Gurwitsch; chiamò “radiazione mitogenetica” quella leggera radiazione luminosa che osservava nelle cellule embrionali in via di moltiplicazione. Era convinto che quella debole luce giocasse un ruolo centrale nello sviluppo dell’embrione.
A partire dagli anni ’70 il biofisico tedesco Fritz Albert Popp iniziò a studiare le interazioni tra sistemi biologici e luce. Confermò le intuizioni di Gurwitsch e diede il via ad una grossissima ricerca su questo fenomeno. Fino a fondare nel 1996 a Neuss, in Germania, l’istituto internazionale di biofotonica dove oggi lavorano 19 gruppi di ricerca appartenenti a 13 diversi stati.
Uno dei più affascinanti contributi di Popp è quello di aver individuato nel DNA la principale fonte di emissione di biofotoni, come fosse una specie di antenna ricetrasmittente.
Nel 1974 il Russo V.P. Kaznacheyev con il suo gruppo di ricerca all’università di Novosibirsk ha rilevato una comunicazione tra le cellule attraverso i biofotoni.
Biofotoni e agopuntura
Questa emissione di luce è stata osservata anche in prossimità dei punti dell’agopuntura. I meridiani sono chiaramente visibili con telecamere ad infrarosso perché la cute lungo quei percorsi ha una temperatura leggermente maggiore.
Biofotoni e malattia
Questi studi sui biofotoni sono nati in maniera indipendente e scollegata tra loro un po’ in tutto il mondo, anche in Italia; negli anni ’50 infatti il biologo Giocondo Protti, dell’università di Milano, aveva osservato come il livello di vitalità di un essere vivente era associato ad una maggior emissione di biofotoni. Nello specifico lavorava sul sangue: ha notato che il sangue di un leucemico emetteva meno fotoni rispetto ad uno sano.
Si potrebbe quasi pensare che la malattia nasca da un’interruzione di comunicazione biofotonica intra ed inter cellulare. Le cellule comunicano meno tra di loro, si scoordinano e quel tessuto non funzionando più a dovere da origine alla malattia.
Tutti questi aspetti stanno portando a nuove possibilità in campo diagnostico e forse in futuro anche in campo terapeutico.
I biofotoni infatti trasportano delle informazioni precise, più riusciamo a comprenderle e meglio possiamo conoscere lo stato di salute di un organismo e comprendere le cause prime delle malattie.
Fonti:
1- Gurwitsch AA – A historical review of the problem of mitogenetic radiation.
2- Popp FA – Cancer growth and its inhibition in terms of coherence.
3- Kaznacheyev V.P. – Electromagnetic bioinformation in intracellular interactions. PSI Res. 1982, 1,47-46
4- Kaznacheyev V.P.; Shurin, S.P.; Mikhailova, L.P.; Ignatovish, N.V. – Apparent information transfer between two groups of cells. Psychoenerg. Syst. 1974°, 1,37-38
5- Kaznacheyev V.P.; Mikhailova, L.P.; Shurin, S.P. – Informational interaction in biological systems caused by electromagnetic radiation
6- Slawinski J – Imaging of biophoton emission from electrostimulated skin acupuncture point: effect of light enhancers.
7- Schlebusch KP, Maric-Oehler W, Popp FA Biophotonics in the infrared spectral range reveal acupuncture meridian structure of the body.
Per chi volesse ulteriormente approfondire ecco alcune ricerche scientifiche interessanti