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Rumori che fanno male: cosa rischiamo?

Rumori che fanno male: cosa rischiamo?

Ormai siamo abituati a sentire ogni giorno rumori. Nemmeno in macchina riusciamo a tenere spenta la radio. Se ci pensiamo raramente siamo in silenzio. Ma tutto questo ha un impatto sulla nostra salute?

 

Circa un terzo della popolazione mondiale è costantemente circondato da livelli medio alti di inquinamento acustico: dal rumore del traffico a quello degli elettrodomestici o della televisione.

Lo rileva anche un’indagine condotta da GfK Eurisko su un campione rappresentativo di 8800 persone in 11 paesi diversi. Gli intervistati segnalano quanto stimoli sonori troppo elevati siano sempre più diffusi: Napoli è la terza città più chiassosa al mondo dopo New York e Los Angeles.

Ma quali sono gli effetti sulla salute? Troppi decibel possono contribuire all’insorgenza di disturbi dell’umore, irritabilità, difficoltà di concentrazione e mal di testa e, soprattutto se vi è esposti durante la notte, provocano un peggioramento della qualità del sonno con conseguente aumento degli stati d’ansia e di stress e del rischio dello sviluppo di alcune malattie cardiovascolari.

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Secondo uno studio recentemente pubblicato sull’American Journal of Preventive Medicine, diminuendo il frastuono di cinque decibel si avrebbero effetti positivi sull’incidenza di ipertensioni e infarti, rapportando i dati in Italia si potrebbero evitare 200 mila casi di ipertesi e circa 2.000 attacchi cardiaci.

Il caos sonoro quindi fa male e in particolari situazioni l’esposizione cronica al rumore può essere molto dannosa: nei bambini produce difficoltà comunicative, deficit di attenzione, stati d’insonnia e iperattività. Ma non solo i più piccoli sono coinvolti, anche chi è ricoverato in ospedale rischia un recupero più lento se sottoposto rumore troppo elevato; infatti voci, apparecchiature, suoni, porte che sbattono e telefoni che squillano possono aumentare gli stati di stress cardiovascolare del paziente allungandone così i tempi di degenza.

I rischi legati all’inquinamento acustico non sono quindi pochi e spesso i suoi effetti sono trascurati: secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la stima del danno causato dal rumore soprattutto del traffico urbano è responsabile di oltre un milione di anni di vita persi per malattia, disabilità o mortalità prematura nei paesi occidentali della regione europea.

Ma come si può risolvere il problema? Sicuramente aumentare la consapevolezza delle persone, anche attraverso campagne sociali di prevenzione, può essere un trampolino di lancio per iniziare a far fronte alla situazione.  Ma non solo: dotare le abitazioni di finestre a doppi vetri, limitare il volume di radio e televisione, usare cuffie in grado di eliminare il rumore di fondo e ridurre i limiti di velocità, potrebbero contribuire almeno in parte a limitarne i danni. Per il momento quindi non resta che dotarsi di sistemi che assorbano meglio il rumore e collaborare per produrne meno possibile anche perché spesso l’inquinamento acustico si somma ad altri fattori nocivi per la salute come l’inquinamento atmosferico.

Dott.ssa Martina Laccisaglia
Centro Studi Comunicazione sul Farmaco, Salute e Società – Università Statale di Milano

Fonti:

Tracy K. Swinburn, , Monica S. Hammer, Richard L. Neitzel: “An Economic Assessment of U.S. Environmental Noise as a Cardiovascular Health Hazard”, American Journal of Preventive Medicine, 2015
WHO European Centre for Environment and Health, WHO Regional Office for Europe: “Burden of disease from environmental noise. Quantification of healthy life years lost in Europe”, 2011

 

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