Un miliardo di utenti, circa un terzo dei websurfer nel mondo, passano centinaia di milioni di ore guardando i video su YouTube dove è possibile navigare in 76 lingue diverse.
Sono numeri che non possono lasciarci indifferenti in particolare perché la salute è uno degli argomenti più trattati. I video condivisi su questo sito web sono visualizzati ogni giorno da innumerevoli persone, rendendolo quindi un mezzo potenzialmente perfetto per raggiungere ed educare il grande pubblico; le informazioni contenute non sono però spesso altrettanto affidabili e scientificamente provate.
A questo proposito alcuni studiosi dell’Università dell’Arkansas hanno analizzato 200 video pubblicati su Youtube riguardo la neuropatia periferica, una delle patologie che spingono più frequentemente a chiedere il consulto di un neurologo. Questa malattia provoca sintomi non sempre di facile risoluzione, che vanno da formicolio e intorpidimento, fino alla debolezza muscolare, all’insensibilità e a dolori a mani e piedi.
I dati ottenuti non sono rassicuranti. Circa il 50% dei video pubblicati sono realizzati da persone comuni il cui obiettivo è quello di condividere le proprie esperienze, paure, terapie e in particolare il dolore, problema veramente serio in queste patologie. Tra i professionisti del settore sanitario, molti chiropratici elargiscono consigli, mentre solo uno dei 200 video ha come protagonista un neurologo. Questi dati ricadono poi sul contenuto dei video: solo il 30% fa riferimento a quanto raccomandato dall’American Academy of Neurology per il controllo del dolore neuropatico e circa la metà dei trattamenti citati nei video non hanno alcuna valenza scientifica.
Youtube rappresenta una straordinaria fonte di informazioni, di facile utilizzo e sempre più diffuso, un canale che dovrebbe essere maggiormente utilizzato dagli specialisti per fornire informazioni ai pazienti. Infatti molto spesso delle semplici immagini possono essere molto più efficaci delle parole, in particolare se si tratta di esercizi da praticare di riabilitazione o la spiegazione di interventi. Il paziente da parte sua è necessario che controlli le fonti da cui proviene il video per non incorrere in errori o scelte sbagliate.
L’impegno dei clinici in questo senso deve essere quindi duplice: aumentare la propria presenza sui social media, e ricordare ai pazienti l’importanza di utilizzare il web con il giusto spirito critico. In particolare, lo studio dimostra come informarsi su Youtube richieda molta attenzione nel selezionare i video.
Purtroppo tutto quello che viene cercato online necessita di essere letto o guardato con consapevolezza in modo che non diventi uno sterile passa parola, ma possa veramente essere un canale di informazioni utili al pubblico e agli operatori sanitari, grazie all’amplificazione dei messaggi e alla facilità di utilizzo.
Dott.ssa Martina Laccisaglia
Centro Studi Comunicazione sul Farmaco, Salute e Società – Università Statale di Milano