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Tecnologia e ambiente

Pollini e fioriture primaverili: una vera tortura per gli allergici

Ogni primavera si ripete la solita storia: pacchetti di fazzoletti di carta in ogni borsa, collirio per dare sollievo agli occhi arrossati e congestionati.

Purtroppo la stagione più bella e godibile dell’anno, la primavera appunto, per chi soffre di allergia ai pollini è una vera e propria tortura.

In Italia sono quasi 10 milioni le persone che da anni convivono con sintomi più o meno accentuati e duraturi causati da un’ipersensibilità ai pollini.

Negli ultimi anni, inoltre, il numero degli allergici è sensibilmente aumentato in quanto il processo dell’impollinazione è diventato più lungo ed intenso. Perché?

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La causa è da ricercarsi (anche e non solo) nell’aumento delle temperature durante l’inverno. Quanto meno è rigido il periodo compreso tra dicembre e marzo, tanto più accentuate sono le allergie in primavera.

Se le temperature sono alte, infatti, maggiore è la quantità di ozono che si sviluppa nell’aria.

La molecola di ozono di per sé non è allergizzante, ma è in grado di irritare l’apparato respiratorio.

Se l’apparato respiratorio è irritato, si accentuano i sintomi respiratori di un’allergia primaverile.

Inoltre, il tasso crescente di anidride carbonica disciolta in atmosfera, rende più lunghi ed intensi i periodi di impollinazione, con la conseguenza che 8 allergici su 10 soffrono per un periodo più prolungato, che, a volte, va da marzo ad ottobre.

La pollinosi ha una storia antica

Già nei primi anni dell’800 in Inghilterra era nota una patologia chiamata “hay fever”, che affliggeva alcune persone nel periodo del taglio del fieno.

I sintomi manifestati erano:

  • Naso colante
  • Starnuti
  • Difficoltà respiratorie
  • Arrossamento e bruciore agli occhi

Fu il Dott. Blakley a dimostrare, nel 1873, una causalità tra pollini e “hay fever” attraverso quello che possiamo definire il primo test intradermico (skin test).

Applicando del polline in un piccolo graffio fatto sulla cute, dopo pochi minuti si ottenne una reazione, dimostrando, così, che la reazione positiva ad un allergene si evidenzia quasi immediatamente.

Hay fever” nell’800, oggi rinite allergica acuta o pollinosi

Comunque la si definisca, si tratta sempre di un’infiammazione delle prime vie respiratorie scatenata dagli allergeni contenuti nei granuli di polline.

Le piante maggiormente responsabili delle allergie, sono le piante che affidano al vento il trasporto dei loro pollini, e per questo dette piante anemofile.

Le piante anemofile, inoltre, producono una grande quantità di polline con lo scopo di aumentare le probabilità di raggiungere le strutture produttive femminili.

Le piante entomofile, al contrario, producono una quantità minore di polline perché si affidano a dei vettori molto efficienti: gli insetti.

Quali sono i sintomi della pollinosi?

L’allergia ai pollini si presenta con un complesso di sintomi che riguardano occhi, naso e bronchi.

A carico degli occhi compaiono:

  • Lacrimazione profusa
  • Prurito alle congiuntive, che appaiono arrossate e edematose
  • Fotofobia (fastidio della luce)

A livello nasale la pollinosi si manifesta con:

  • Starnuti ripetuti
  • Prurito del naso e del palato
  • Secrezione abbondante di colore chiaro
  • Congestione nasale
  • Riduzione dell’olfatto

I sintomi respiratori comprendono:

  • Difficoltà respiratoria con un senso di costrizione toracica
  • Tosse secca e stizzosa
  • Crisi di tipo asmatico

Le allergie sono segno di un sistema immunitario debole?

Assolutamente no, semmai sono segno di un sistema immunitario ipersensibile.

Le allergie sono causate dal fatto che il sistema immunitario risponde eccessivamente a qualcosa di innocuo.

Infatti una reazione allergica si verifica quando il corpo intercetta qualcosa, ad esempio i granelli di polline, la interpreta erroneamente come agente patogeno e lo attacca. I sintomi sono appunto dovuti a questa risposta immunitaria.

Nel polline, appunto, sono contenute particolari sostanze, dette antigeni, capaci di “sensibilizzare” soggetti geneticamente predisposti.

Nelle persone allergiche queste sostanze sono liberate a livello delle mucose respiratorie e sono in grado di provocare una reazione eccessiva del sistema immunitario, che viene stimolato a produrre particolari anticorpi: le immunoglobuline di classe E (IgE).

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Cosa succede quando il sistema immunitario si “sbilancia”?

Tra le cellule del nostro organismo i globuli bianchi (GB), rivestono un ruolo fondamentale per la difesa dai batteri e per lo sviluppo delle allergie.

Tra i GB, in particolare, sono presenti per questo ruolo i Linfociti: Linfociti T helper di tipo uno (Th1) e Linfociti T helper di tipo due (Th2).

I primi, Th1, sono in grado di istruire il sistema immunitario a costruire anticorpi “bloccanti”, che riconoscono le sostanze estranee (gli antigeni), le attaccano e le distruggono.

Tra gli antigeni vi sono i batteri ed i virus che in questo modo vengono eliminati.

I Linfociti Th2 insegnano al nostro sistema immunitario a difendersi dai parassiti e a costruire un tipo particolare di anticorpi, le IgE, gli anticorpi dell’allergia.

Le IgE, legandosi ad altri GB presenti nel sangue e nei tessuti, attivano il rilascio di mediatori chimici dell’infiammazione, come istamina, prostaglandine, leucotrieni ed altri ancora.

Queste sostanze agiscono provocando un processo infiammatorio: dilatano i vasi capillari e richiamano cellule di difesa dal sangue e dai tessuti.

Il risultato di questo processo è l’induzione dei sintomi tipici dell’allergia ai pollini.

Nel caso di allergie, le cellule immunitarie Th2 lavorano in eccesso rispetto alle cellule Th1 determinando un’alterazione della bilancia immunitaria.

Come ristabilire il corretto bilanciamento nel sistema immunitario?

Un ruolo predominante nella funzione dei Linfociti Th è giocato da particolari molecole biologiche, le interleuchine.

Queste molecole sono presenti nel corpo umano in bassissime concentrazioni, ma sono fondamentali messaggeri capaci di informare le cellule immunitarie e di controllarne il comportamento.

Proprio l’utilizzo delle interleuchine per correggere le alterazioni del sistema immunitario, rappresenta oggi uno dei campi di ricerca più innovativi della Biologia Molecolare applicata alla Medicina.

In particolare, l’interleuchina 12 e l’interferone-gamma, chiamate anche interleuchine antiallergiche, hanno la capacità di ridurre la funzione dei Linfociti Th2 (iper-espressi nel soggetto allergico), riequilibrando così la bilancia immunitaria.

Ristabilendo l’equilibrio si riduce, così, la produzione di IgE che innescano le manifestazioni allergiche.

Fonti:

https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/pediatria/allergie-in-aumento-colpa-anche-del-cambiamento-climatico

http://www.arpab.it/aerobiologia/pollinosi.asp

https://guna.com/it/guna-lifestyle/allergie-i-linfociti-th2-e-th1/

Laureata in Lettere, freelance
Laureata in Lettere, freelance.

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