Le persone con profonde convinzioni spirituali e religiose hanno molte meno probabilità di soffrire di depressione.
Si sa, la meditazione fa bene alla salute, come già sostenuto dalle numerose ricerche condotte proprio su questa tema. Ma anche possedere profonde credenze religiose e seguire pratiche spirituali, come la meditazione, sembra avere effetti positivi sul nostro organismo proteggendoci dalla depressione e dallo sviluppo di altri disturbi mentali. Come? Secondo alcuni studiosi della Columbia Univerisity, le pratiche spirituali sarebbero legate a un ispessimento della corteccia cerebrale, ovvero quella parte di cervello che è associata a sentimenti di depressione e ansia.
Cortecce cerebrali più spesse contro la depressione
È stato riscontrato, infatti, che le cortecce cerebrali di coloro che soffrono di depressione, o che ne sono geneticamente predisposte e a rischio, sono più sottili rispetto a quelle delle persone “normali”. Utilizzando la risonanza magnetica, invece, è stato possibile constatare su dei volontari, sia ad alto che basso rischio di depressione, che coloro che davano nella loro vita particolare importanza alla sfera spirituale e religiosa avevano cortecce molto più spesse della media.
I ricercatori spiegano che non è tanto la frequenza con cui regolarmente ci si reca, per esempio, in chiesa, ma è la rilevanza che la spiritualità e il proprio credo hanno per sé stessi ad essere significativi dell’ispessimento cerebrale.
A tal proposito saranno sicuramente necessari ulteriori ricerche, ma non è forse affascinante come una pratica mentale, come lo è la spiritualità, riesca ad influenzarci così profondamente anche a livello fisiologico?