Esami più precisi, veloci e meno invasivi nella cura dei tumori e contemporaneamente una terapia a base di ultrasuoni ad altissima intensità in grado di “bruciare” le cellule tumorali. E’ l’innovativo macchinario installato presso l’Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) IRCCS di Meldola.
Si chiama Risonanza Magnetica Nucleare 3 Tesla (RMN 3T) ed è composta da due parti: una nuova, potente, Risonanza Magnetica ed un sistema per la termoablazione dei tumori tramite ultrasuoni HIFU (High-Intensity Focused Ultrasound).
Caratteristiche
La risonanza magnetica 3 Tesla permette di diagnosticare e analizzare a livello microscopico e spettroscopico i tessuti cancerosi e visualizzare in 3D gli organi sia dal punto di vista morfologico sia funzionale. Attraverso la scelta degli impulsi e definito il set di parametri si potranno mettere in evidenza tessuti differenti (grasso, vasi, tumori etc) e addirittura sarà possibile osservare il flusso del sangue e come i farmaci si diffondono nei vari organi.
Il sistema di termoablazione è invece un macchinario specifico per l’emissione di ultrasuoni focalizzati ad alta intensità finalizzati a “bruciare” le cellule maligne. Il sistema offre ai pazienti la possibilità di sottoporsi a questo nuovo trattamento non invasivo, più tollerabile e senza gli effetti collaterali negativi della chemio e della radioterapia e dare un’opzione terapeutica a coloro che non possono sottoporsi ad altre tipologie di trattamento.
I benefici
Non solo benefici per i pazienti ma anche per l’organizzazione sanitaria che potrà così assicurare un maggior numero di esami in modo più rapido e più economico.“La particolarità di questo strumento – spiega il Direttore Scientifico IRST Dino Amadori – è di avere una potenza doppia rispetto alla risonanza ‘standard’ e ciò permette di ‘vedere’ lesioni tumorali di solo un millimetro quando in genere sotto i 5 millimetri non sono monitorabili. Non solo, è possibile analizzare meglio i tessuti compresi quelli molli”.
Al via le sperimentazioni
Per i prossimi tre anni saranno portati avanti tre progetti sperimentali per valutare l’accuratezza diagnostica, sicurezza, tollerabilità, comfort e costo-efficacia di questo tipo d’indagine, la capacità della risonanza nell’individuare i danni procurati al fegato dai farmaci chemioterapici e l’utilizzo degli ultrasuoni focalizzati ad alta intensità nel trattamento dalle metastasi ossee e del dolore.
“Questo nuovo trattamento – conclude Amadori – non è invasivo ed è più tollerabile e senza gli effetti collaterali negativi della chemio e della radioterapia”. Il super macchinario è in funzione a pieno regime da aprile 2015 e vi potrà avere accesso chiunque abbia i requisiti per la sperimentazione.