Invocato come scusa per dire “no” alle avances intime del proprio compagno o come motivo per non accompagnare la propria partner ad un massacrante tour di shopping, il mal di testa, o cefalea secondo il gergo medico, rappresenta in realtà per milioni di persone un problema molto serio ed estremamente frequente.
Nella popolazione adulta:
- Il 96% delle persone ha avuto almeno un episodio di cefalea:
- Il 51% soffre, almeno occasionalmente, di “mal di testa” in generale;
- Il 14% in media (22% secondo alcuni studi) soffre di emicrania, quella forma di cefalea che colpisce una metà della testa:
- Il 46-78% soffre di cefalea muscolo-tensiva, legata a contratture dei muscoli del collo e delle spalle;
- Il 4-6% soffre di cefalee croniche che durano più di 15 giorni al mese.
Il mal di testa può provocare dolori molto forti talvolta insopportabili, tanto da costringere chi ne soffre a sospendere le proprie attività e cercare un posto tranquillo, al buio e senza rumori, per chiudere gli occhi e riposare. Questo pesante impatto sulla qualità della vita fa sì che la cefalea diventi anche una malattia sociale perché fa perdere oltre 200 milioni di ore di lavoro all’anno.
Il mal di testa può essere una malattia o il sintomo di una malattia. La Società Internazionale per lo studio del Mal di Testa (IHS, international headache society) divide infatti i tipi di mal di testa in due grandi categorie: le cefalee primarie e quelle secondarie.
Le cefalee primarie sono a loro volta suddivise in quattro sottocategorie:
Emicrania (con e senza aura)
Cefalea di tipo tensivo
Cefalea a grappolo
Altre cefalee primarie (trafittiva, da tosse, da attività fisica, associata ad attività sessuale, preorgasmica, orgasmica, legata al sonno, cefalea quotidiana persistente ecc)
Si fa quindi presto a dire mal di testa, ma in realtà ne esistono oltre 200 tipi diversi.
Cerchiamo di approfondire le caratteristiche delle principali forme di mal di testa.
Emicrania
L’emicrania è una forma di mal di testa tre volte più frequente nelle donne che negli uomini, in cui il dolore colpisce una sola parte del capo, irradiandosi abitualmente a partire dall’occhio. Il dolore ha una durata compresa da 4 a 72 ore in media, è di tipo pulsante, di intensità medio-forte aggravata da attività fisiche di routine (come camminare o salire le scale). Al mal di testa si associano spesso nausea e/o vomito, foto e fonofobia, cioè intolleranza alla luce e ai rumori.
Gli attacchi di emicrania sono ricorrenti e si presentano con frequenza variabile (da pochi episodi in un anno a 2-3 volte la settimana). In alcune persone l’emicrania è preceduta da un disturbo neurologico transitorio, reversibile, di tipo visivo, sensoriale e motorio chiamato “aura”. Nella maggior parte dei casi si tratta di fenomeni visivi, come lampi di luce, luci tremolanti, macchie scintillanti, linee nel campo visivo; da un punto di vista sensitivo è invece frequente la sensazione di punture di spilli e formicolii. Dopo l’aura, a distanza di alcuni minuti, compare il dolore. Nelle donne spesso l’emicrania compare nel periodo mestruale.
Si pensa che l’emicrania sia legata a un disturbo della circolazione cerebrale, in cui si verifica il rilascio di sostanze infiammatorie, e all’attivazione del nervo trigemino. E’ in particolare stato evidenziato che una specifica sostanza vasodilatatrice, il neuropeptide CGRP (Calcitonin Gene Related Peptide) sembra svolgere un ruolo molto importante, tanto che oggi i più recenti farmaci contro l’emicrania vanno a bloccare proprio questa molecola. Tuttavia, un ruolo importante sembra essere giocato anche dalle situazioni stressanti, specialmente in persone geneticamente predisposte a questa forma di mal di testa. Fattori esterni come vento forte, freddo, radiazioni elettrostatiche da televisione o da computer possono essere causa d’attacchi emicranici
Cefalea di tipo tensivo
E’ tra le più comuni forme di cefalee primarie, lievemente maggiore nel sesso femminile, e più frequente prima dei 40 anni di età. Il dolore, in genere, dura da 30 minuti fino a 7 giorni, non è pulsante, è di grado lieve o moderato, non è aggravato dall’esercizio fisico e non si associa a nausea, vomito, fotofobia, rumore o odori. E’ un dolore di tipo costrittivo, come se la testa fosse compressa in una morsa ed è bilaterale. Questo disturbo è legato prevalentemente alla contrazione dei muscoli del collo e delle spalle, ma è stato associato anche a condizioni di stress e ansia.
Se queste crisi si presentano per più di 15 giorni al mese per almeno 6 mesi si parla di cefalea tensiva cronica.
Cefalea a grappolo
La “cefalea a grappolo” è così chiamata per la caratteristica tendenza degli attacchi a raggrupparsi in determinati periodi del giorno e dell’anno, con una caratteristica recrudescenza nei primi mesi primaverili e autunnali, che si susseguono ad intervalli di tempo piuttosto brevi. Questo susseguirsi ciclico non è solo stagionale, ma è anche legato a cambiamenti delle abitudini di vita con una correlazione ad esempio con l’attività lavorativa, con periodi d’irregolarità del riposo o con le variazioni della temperatura o del fuso orario.
Gli attacchi hanno in genere una durata di mezz’ora-un’ora. Questa forma di cefalea può essere episodica (il grappolo dura da 7 giorni ad alcuni mesi con intervalli di remissione superiori a due settimane) o cronica (gli attacchi si presentano ogni giorno per più di un anno consecutivamente).
Il dolore da cefalea a grappolo rappresenta uno dei peggiori dolori che possano colpire l’essere umano. E’ infatti un dolore d’intensità devastante, che compromette in maniera drammatica la qualità della vita degli sfortunati che ne sono affetti, tanto da essere stato definito dolore da suicidio. Questo dolore viene descritto come trafittivo, lancinante o a pugnalata, ma anche pulsante o martellante, penetrante e acuto. Questo tipo di cefalea colpisce tre volte più frequentemente gli uomini e interessa circa lo 0,1% della popolazione, con un picco di insorgenza tra i 20 e i 30 anni. Da alcuni anni però sono in aumento anche i casi di cefalea a grappolo femminile.
L’attacco si associa ad un caratteristico corteo di segni e sintomi neurovegetativi che si manifestano nello stesso lato: lacrimazione; rinorrea; arrossamento delle congiuntive; sudorazione.
Non si conoscono cause precise dietro questo tipo di cefalea, ma si pensa possano intervenire sia alterazione del flusso sanguigno cerebrale sia del funzionamento di una struttura nervosa collegata con il nervo trigemino.
Cefalee secondarie
Un vecchio proverbio inglese dice “quando la testa sta male il corpo sta peggio”. Ma si potrebbe parafrasare questo detto ribaltando il concetto: quando il corpo sta male la testa può stare peggio. Molte malattie hanno, infatti, tra le manifestazioni proprio il mal di testa.
Una cefalea può essere cioè un sintomo provocato da qualche altro disturbo, che può essere di natura visiva, otorinolaringoiatrica (ad esempio rinosinusiti), vascolare, infettiva, oncologica, da farmaci, da allergie o dal consumo di alcuni cibi come cioccolato o alcuni formaggi stagionati.
Un campanello d’allarme deve suonare se non si è mai sofferto di un dolore alla testa in precedenza, o se il dolore ha caratteristiche diverse dal solito, specialmente se è intenso, se c’è stato un trauma cranico e se sono presenti febbre, nausea/vomito o una contrattura muscolare che blocca il collo in estensione. E’ bene, quindi, non perdere tempo in queste situazioni e consultare rapidamente un medico.
Le forme secondarie rappresentano circa il 20% dei casi di cefalea, mentre oltre l’80% è dovuto a cefalee senza causa apparente, cioè a forme cosiddette primarie.
Fonti:
Cho S, Cho SJ, Lee MJ et al. Characteristics of pre-cluster symptoms in cluster headache: A cross-sectional multicentre study. Cephalalgia 2022, Vol. 42(7) 570–578.
Okuma H, Kitagawa Y. Epidemiology of headache Nippon Rinsho. 2005 Oct; 63(10): 1705-11.
Olofsson IA, Falkenberg K, Olesen J, Hansen TF. Headache provocation by nitric oxide in men who have never experienced a headache. Cephalalgia 2022, Vol. 42(7) 598–607.
Società Italiana di Neurologie. Le cefalee.
https://www.neuro.it/web/eventi/NEURO/patologia.cfm?p=cefalee
Stovner LJ et al. Epidemiology of headache in Europe. Eur J Neurol. 2006 Apr; 13(4): 333-45.