Un dolore al gomito può essere dovuto a diverse cause che possono andare da una semplice botta fino ad un problema come l’epicondilite laterale, comunemente chiamata “gomito del tennista”.
Sentire male al gomito è qualcosa di poco comune pertanto potrebbe allarmare facilmente. Se il dolore che si prova viene descritto come profondo, più o meno costante, paragonabile a una morsa in zona laterale del gomito, che si irradia, a volte, fino al polso portando anche a una perdita di forza e che con certi movimenti di avambraccio e polso si intensifica (flessione e estensione ma anche stringere una mano o aprire una bottiglia), allora potrebbe trattarsi di gomito del tennista. Ovviamente solo il medico potrà fare una diagnosi certa.
Il “gomito del tennista” (o epicondilite laterale) è un processo degenerativo definito tendinosi che colpisce l’inserzione comune dei muscoli estensori dell’avambraccio a livello dell’epicondilo laterale dell’omero. Secondo le stime più recenti colpisce tra l’1 ed il 3% degli adulti con un picco tra i 40 e i 50 anni. Ci sono tuttavia alcune categorie maggiormente a rischio come ad esempio quella dei lavoratori manuali, in questo caso la percentuale sale al 15%.
Cause
Molteplici fattori possono influenzare ed aggravare questa sintomatologia, tra cui:
- Movimenti ripetitivi nelle attività manuali (imbianchino, impiegato, barista, pianista)
- Lassità legamentosa cui consegue un’instabilità del gomito.
- Sindrome del tunnel carpale
- Infiammazione della cuffia dei rotatori
- Trigger points ovvero “un’area localizzata all’interno del ventre muscolare altamente irritabile, di peculiare dolorabilità a volte palpabile”
- Utilizzo di farmaci corticosteroidi (come il cortisone) per via orale
- Fumo e obesità
Come intervenire
I trattamenti principali sono di natura conservativa ed essenzialmente consistono in:
- Riposo
- Crioterapia (ghiaccio)
- Kinesio Taping: applicazione sulla cute di un nastro elastico di cotone dotato di adesivo, capace di stimolare l’attività neuro-muscolare favorendo il processo di auto guarigione del corpo
- Antinfiammatori (FANS)
- Tutori
- Onde d’urto e agopuntura
- Fisioterapia associata a stretching e potenziamento
Come si può vedere si parla di trattamenti che da un lato mirano a proteggere l’articolazione evitando ulteriori sollecitazioni, dall’altro puntano a ridurre l’infiammazione.
Il ruolo dell’osteopata
Un osteopata potrà integrare questi trattamenti favorendo un notevole miglioramento alleviando sia l’intensità che la frequenza del dolore. La caratteristica dell’osteopata è quella di affrontare il problema da un punto di vista globale della persona, consapevole del fatto che il corpo lavora come un’insieme e che a volte il problema non va ricercato soltanto nella zona di dolore ma anche in zone distanti come ad esempio, in questo caso, lavorare sulla cervicale può portare, a volte, a un miglioramento dolorifico in pazienti affetti da epicondilite.
Come agisce l’osteopata
Dopo un’attenta anamnesi e una valutazione posturale di insieme, l’osteopata valuterà e ricercherà alterazioni di mobilità in spalla, gomito e polso non dimenticando a livello rachideo l’articolazione cervico-dorsale (zona di snodo per quando riguarda pressioni e forze biomeccaniche di relazione con l’arto superiore).
L’osteopata utilizzerà delle tecniche specifiche come:
- Inibizione della muscolatura specifica
- Tecniche di “soft tissue” cioè il rilascio muscolare generalizzato
- TEM (tecniche ad energia muscolare) ossia una forma di trattamento manipolativo in cui, da una posizione ben definita e controllata, i muscoli del paziente vengono attivati su richiesta dell’operatore con una attivazione che è in opposizione a una contro resistenza eseguita dall’operatore stesso.
L’osteopata, inoltre, con tecniche di manipolazione e mobilizzazione del tratto cervicale, cervicodorsale e del gomito può portare a un miglioramento dolorifico e un aumento della forza di presa al gomito. Per concludere, il ruolo dell’osteopata nell’iter terapeutico sul gomito del tennista, può essere più o meno centrale a seconda della gravità e della cronicità della sintomatologia. Per esperienza, in caso di epicondilite acuta, si può ottenere una risoluzione nel breve termine associando il trattamento osteopatico con il risposo, l’utilizzo di ghiaccio e lo stretching. Per quanto riguarda un quadro sintomatologico più complesso e cronico è fondamentale la collaborazione con altre figure come ortopedici e fisioterapisti.
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