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Morire giovani a 100 anni

Il titolo sembra provocatorio ma in realtà, recenti ricerche scientifiche hanno dimostrato che è possibile rigenerare in modo mirato i tessuti “correggendo” il processo di invecchiamento.

Ce lo spiega il Dott. Orlando Ferroni con le sue ricerche.

Dott. Orlando Ferroni

Cos’è la giovinezza?

Non è giovane chi ha meno anni ma chi è in forma al massimo delle proprie capacità vitali. Noi però abbiamo una data di “scadenza” dovuta all’impossibilità delle nostre cellule di replicarsi e quindi di rigenerarsi all’infinito. 

Potenzialmente potremmo vivere fino a 140 anni…

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L’aspettativa di vita, rispetto un tempo, si è allungata ma come possiamo arrivare a quell’età? Quale sarebbe la nostra qualità di vita? Come possiamo raggiungere questo traguardo sentendoci giovani e in forze?

La scoperta

Anche se mi alimento in modo corretto, seguo uno stile di vita sano e vivo in un buon ambiente il processo d’invecchiamento è naturale. 

Abbiamo osservato, prima in vitro e poi in vivo, che è possibile, somministrando alcune proteine, allungare la funzionalità di un organo danneggiato dal tempo o dalle sostanze tossiche che ci circondano.

Abbiamo scoperto che si possono inviare messaggi alle nostre cellule affinché mantengano una funzionalità ottimale. 

Durante il processo di invecchiamento la cellula non opera più al meglio: ognuna ha il suo programma da eseguire ma con il passare del tempo “non riesce ad eseguire tutti i suoi compiti al meglio”. 

Questo processo può essere rallentato e fermato inviando dei messaggi agli “operai” che lavorano in quella cellula. In pratica andiamo a sostituire gli “operai stanchi” con più freschi che ripristinano le funzioni ottimali della cellula.

Ma chi sono questi nuovi operai?

Sono i cosiddetti miRNA (microRNA) che hanno il compito di controllare che la sintesi delle proteine di quella specifica cellula avvenga senza errori. Sorvegliano che tutto venga fatto nel modo giusto e, se così non fosse, correggono.

Se noi correggiamo gli errori che l’invecchiamento provoca manteniamo la cellula efficiente.

Questo è possibile con l’invio dei miRNA alla cellula bersaglio con l’ausilio di una microvescicola, l’esosoma, che è una struttura sferica con pareti che proteggono il suo contenuto dagli agenti esterni (succhi gastrici, enzimi etc). 

L’esosoma può essere assorbito dall’intestino entrare in circolo e raggiungere la cellula bersaglio su cui è presente uno specifico recettore, che attivato, ne permette l’ingresso.

Se dobbiamo rigenerare un organo, perché funzioni come se fosse giovane, dobbiamo inviare i miRNa attraverso l’esosoma alle cellule che costituiscono quell’organo. 

Facciamo un esempio: la pelle ha le sue caratteristiche di elasticità, compattezza e lucentezza soprattutto grazie al contenuto di collagene prodotto dai fibroblasti. Si è visto che con l’invecchiamento il collagene che viene prodotto si modifica leggermente e questo comporta un invecchiamento della pelle. Se noi inviamo esosomi con miRNA specifici che stimolano i fibroblasti a produrre un collagene uguale a quello di un soggetto giovane avremo anche in un soggetto “più grande” la pelle come quella di un giovane. 

Come agiscono?

Anche negli adulti sono presenti cellule staminali in tutti gli organi. Una volta attivate possono intervenire sulla funzionalità dell’organo incrementando e migliorandone la funzionalità.

Gli esosomi, definiti sistema postale di comunicazione tra le cellule, agiscono in 2 modi: uno attraverso l’attivazione della staminale l’altro attraverso attivazione delle cellule dell’organo che hanno bisogno di aiuto perché danneggiate o invecchiate.

Ci sono esosomi specifici per ogni organo?

Ogni miRNA presente nell’esosoma deve essere specifico per un dato organo.

Gli esosomi vanno dove sono destinati ad andare… hanno un loro indirizzo di spedizione e la chiave per aprire una precisa serratura.

Come fa l’esosoma ad andare dalle cellule che hanno bisogno di lui?

La cellula che non è a rischio non chiede aiuto, non espone il recettore per ricevere l’esosoma. È un sistema di comunicazione mirato: l’esosoma andrà solo dalle cellule che esporranno il recettore, insomma come se lanciassero un sos. 

Ma la capacità rigenerativa, andando avanti con l’età, non è sufficiente a coprire le richieste: è quindi necessario attivare un sistema ausiliario dall’esterno senza cui si è destinati ad invecchiare. 

Quali sono i prossimi traguardi che volete raggiungere con questa ricerca?

Sicuramente riuscire ad intervenire in base all’organo più danneggiato. 

Ad esempio pensiamo all’infarto del miocardio: si è sempre pensato che le cellule che sono morte non potessero essere rigenerate. Con questa tecnica dovremmo invece riuscire a rigenerarle. 

Chiaramente non è un intervento semplice perché le cellule cardiache, a differenza di quelle embrionali, non hanno la capacità di rigenerarsi così come sono. Prima devono regredire allo stato embrionale per rigenerarsi. Ma se queste cellule regrediscono allo stato embrionale il cuore perde la capacità contrattile: è un equilibrio che va studiato. Al momento non possiamo rigenerare un tessuto se ha una funzione vitale. 

La possibile soluzione

Si è visto che le cellule adiacenti all’area infartuata, opportunamente stimolate dagli esosomi, regrediscono ad uno stato quasi embrionale, si riproducono e chiudono la lesione causata dall’infarto. È il massimo: è la vera terapia sull’organo danneggiato. Non c’è dispersione e non ci sono effetti collaterali. 

Ma c’è di più

Un miRNA che è in grado di controllare la funzionalità delle cellule e la sintesi delle proteine è anche in grado di controllare se quelle proteine sono normali o hanno una valenza tumorale.

Pensiamo ad una proteina “difettosa”: sarebbe come mettere una chiave in una serratura che ad un certo punto si rompe dentro: la porta è chiusa e non si apre più. Se quella porta controllava la replicazione cellulare automaticamente si perde il controllo della replicazione.

Sembra che molti tumori nascano dalla carenza di miRNA che controllano la sintesi proteica.

Quindi pensiamo che negli esosomi e nei miRNA ci potrebbe essere la chiave dell’eterna giovinezza e della cura dei tumori.

Riferimenti Bibliografici:

FERRONI O., TASSINARI R., CAVAL- LINI C., TAGLIOLI V., OLIVI E., VEN- TURA C. – Epatoguna. – Il liofilizzato di fegato di suino Neorland® è fonte di esosomi ben conservati e biologicamente attivi su cellule staminali umane.

La Med. Biol., 2019/1; 3-9.

https://medibio.it/medicina-biologica/2013/169/1291/pdf/MB1901_01.pdf

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