La cefalea è presente nella natura umana da sempre! E’ uno dei più antichi e diffusi disturbi del genere umano di cui si trova traccia, persino negli ideogrammi orientali, nelle tavole romane ed anche nei papiri egiziani.
E’ un male che accomuna tutti i paesi del mondo. Si reputa che il 90% della popolazione mondiale abbia sofferto almeno una volta nella vita di cefalea, ma solo nel 10% dei casi è possibile individuarne una causa precisa.
Cause del mal di testa
Fattori organici
I fattori organici sono riferibili a traumi cranici, tumori, meningiti, affezioni dentarie, dell’occhio, dell’orecchio, ipertensione o osteoartrosi cervicali, ma nella maggior parte delle volte si manifesta come sindrome dolorosa che solitamente viene individuata in tre grandi gruppi :
- cefalee vasomotorie,
- cefalee da tensione muscolare,
- cefalee nevralgiche.
Tuttavia, al di là della visione strettamente medica, è interessante valutarne l’aspetto psicosomatico e simbolico. A tale proposito ci si può chiedere …
Chi è il cefalgico?
Solitamente siamo di fronte ad un soggetto perfezionista, che cura nei particolari la propria persona e si presenta ben preparato agli appuntamenti. Non ama gli imprevisti e prova emozioni di disagio di fronte alle “sorprese” che non sa bene come gestire interiormente. Generalmente tende ad essere rigido e a controllare la situazione. Benchè tale analisi possa sembrare riduttiva, tutto ciò emerge dall’osservazione di una matrice comune evidente in tutti i soggetti che soffrono di mal di testa ricorrente. Il cefalgico tende a voler fare sempre chiarezza, a spiegare e a spiegarsi ogni cosa. Il capo diventa così il campo d’azione del suo quotidiano, negandosi spesso lo spazio per vivere emozioni improvvise ed impulsive, così da evitare situazioni incerte. Un esempio classico è quello che riguarda la donna che soffre di cefalea dove, se suona improvvisamente il campanello di casa, troverà in un lampo di tempo il modo di correre in bagno, rimettersi in ordine ed offrire il meglio di sé all’interlocutore non previsto. Difficilmente chiude gli occhi e si abbandona anche in sedute di rilassamento, poichè la mente è sempre attenta. E’ altresì un soggetto che rivolge grande dedizione al proprio lavoro tendendo all’autoaffermazione, a volte ipercritico verso di sé e gli altri.
“Il mal di testa quindi ci parla di noi!” …”perché duole la sede del pensiero?”
A tale proposito è utile individuare dei simboli precisi nascosti: il conflitto tra ragione e istinto è il primo presupposto simbolico.
Secondariamente notiamo la forma del capo richiamare l’idea del “guscio”, coppa che racchiude la conoscenza posta al vertice del corpo e ciò rimanda al significato del “comando”. Non a caso le posizioni socialmente più importanti vengono definite “capo di qualche cosa” es.: capo-ufficio, caput-mundi, capo-treno ecc… giungendo quindi al tema del “potere/controllo”.
Nei momenti in cui sorge il mal di testa, è perciò intuibile pensare come il corpo attraverso il dolore segnali una situazione di eccessivo controllo, ovvero troppa razionalità, troppo rigidità, troppo senso del dovere, e troppe responsabiltà e carichi assunti.
E’ necessario perdere un po’ la testa!
Dire quello che si pensa, lasciarsi andare alle trasgressioni, andare a ballare, esprimere liberamente le emozioni, ridiscutere i propri tabù e regole. Sono molto utili le sedute terapeutiche che favoriscono l’abbandono delle tensioni come le immaginate distensive o le meditazioni, ma anche le tecniche corporee di bioenergetica o bio danza risultano efficaci per imparare a sentire prima il corpo e poi “la testa”.
Paola Chilò
Fonti:I manuali del Benessere di Riza
I manuali del Benessere di Riza