La tecnologia mette alla prova e da nuove opportunità ai giovani cervelli.
Nell’ultimo decennio abbiamo assistito a una completa trasformazione nel modo in cui si divertono i nostri figli. I giochi tradizionali sono stati soppiantati da smartphone, tablet e computer che sono diventati i loro compagni preferiti.
La maggior parte dei bambini, ancora prima di imparare parole come “mamma” o “papà” smanetta con disinvoltura sul telefonino dei genitori. A meno di due anni molti trascorrono ogni giorno in media 40 minuti davanti ad uno schermo, e crescendo quest’attività arriva ad impegnare la maggior parte della giornata.
Un utilizzo così esteso dei dispositivi elettronici sta generando non poche preoccupazioni nei genitori e nelle istituzioni. L’American Academy of Pediatrics, ad esempio, segnala rischi come la riduzione della qualità e della quantità del sonno oltre ad un peggioramento nelle abilità linguistiche, e ne sconsiglia l’uso prima dei 18 mesi.
Gli effetti della tecnologia nello sviluppo del cervello
Gli scienziati si stanno concentrando sulle conseguenze dell’uso di telefoni cellulari, tablet e p.c. nello sviluppo del cervello; alcuni si stanno focalizzando su come vengono processate le immagini dai bambini da 0 a 2 anni, altri sui possibili problemi di salute mentale negli adolescenti, altri ancora sugli effetti della tecnologia nella mente malleabile dei ragazzi.
Nei primissimi anni di vita i bambini sono attratti da immagini, colori e suoni provenienti dagli schermi, ma secondo la psicologa dell’Università di Vanderbilt, Georgene Troseth, non riescono ad apprendere quasi nulla dal loro utilizzo. Anche i risultati di uno studio del 2018 avevano dimostrato che i bambini tra i 23 e i 32 mesi non percepiscono come reali le immagini di uno schermo, non sono in grado di memorizzarle e di conseguenza non ne imparano il nome. Tuttavia, sembrerebbe che tramite le immagini delle videochiamate i bimbi siano in grado di mantenere i rapporti sociali, ad es. con i nonni.
Un recente studio svolto su bambini in età prescolare ha dimostrato poi che il tempo trascorso davanti ad uno schermo modifica la struttura del cervello; un uso maggiore corrisponde a minori quantità di sostanza bianca, il tessuto fibroso che collega diverse zone del cervello e da cui dipendono le funzioni cognitive che consentono di imparare a leggere, a scrivere e sviluppare il linguaggio.
Stress da smartphone
Lo smartphone ormai è diventato quasi un’estensione delle mani dei ragazzi, che verso i dieci anni utilizzano abitualmente i social e spesso vi dedicano troppo tempo. Secondo quanto emerso da un sondaggio americano del Pew Research Center del 2018, il 60% degli adolescenti si sente ansioso, solo o arrabbiato se non ha con sé il telefonino. Inoltre secondo i ricercatori l’uso eccessivo di video e social sarebbe direttamente collegato a disattenzione, iperattività e irrequietezza, sintomi tipici dell’ADHD che colpisce quasi il 10% dei giovani sotto i 18 anni.
A seguito di queste problematiche le aziende di informatica in collaborazione con i principali social quale Facebook e Instagram hanno attivato dei timer per limitarne i tempi di visualizzazione.
Non solo problemi, anche opportunità
Va comunque segnalata l’esistenza di giochi educativi che contribuiscono a sviluppare le abilità di apprendimento, la memoria visiva e la capacità di passare rapidamente da un’attività all’altra, come sostiene C. Shawn Green, psicologo dell’Università del Wisconsin-Madison.
Anche uno studio del 2013 dell’Università di Padova ha dimostrato che i videogiochi possono costituire un valido aiuto per i ragazzi dislessici perché contribuiscono a migliorare la concentrazione e l’attenzione.
Al momento non è chiaro quale sia il reale effetto della tecnologia sullo sviluppo del cervello, pertanto se ne raccomanda un uso moderato, in modo graduale e sempre sotto la supervisione di un adulto.