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La candida colpisce due donne su tre: dai probiotici un aiuto concreto

La candidosi vulvovaginale (VVC) è la seconda causa più comune di vaginite dopo la vaginosi batterica e viene diagnosticata fino al 40% nelle donne con disturbi vaginali registrando un’incidenza molto alta: dal 70% al 75% delle donne riportano almeno 1 episodio durante la vita.

Il Candida albicans, l’agente infettivo più comune, è normalmente presente all’interno dell’organismo e, di norma, non genera alcun fastidio. In determinate circostanze però può proliferare e manifestarsi con sintomi fastidiosi. Questo avviene, per esempio, dopo una terapia antibiotica, oppure nei soggetti immunodepressi, nelle donne diabetiche, in gravidanza o talvolta nelle donne che utilizzano i contraccettivi orali.

 

Sintomi della candida

Nelle donne:

  • arrossamento delle mucose genitali
  • perdite bianche 
  • prurito
  • dolore durante i rapporti sessuali 
  • bruciore alla minzione, in quanto l’urina percorre i tratti di mucosa infiammata.

 

Negli uomini:

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  • eruzione cutanea con arrossamento al glande con conseguente bruciore.
  • perdite biancastre e materiale caseoso intorno al prepuzio.

 

Trattamento della candida

Solitamente la candida viene trattata, in oltre il 90% dei casi, con una terapia monodose o di breve durata. Sono disponibili diversi farmaci topici e orali, senza prove di superiorità di qualsiasi agente o via di somministrazione. In ogni caso, i trattamenti più classici non sono in grado di offrire una protezione significativa contro possibili recidive.

  • La cura più diffusa per combattere la candidosi è rappresentata generalmente da una terapia locale con ovuli antifunginicreme vaginali o lavande a base di antimicotici (clotrimazolo, miconazolo, econazolo), da protrarsi per un periodo variabile da tre a sette giorni. Questi antimicotici locali sono efficaci solo nei casi di candida poco resistente o non recidivante.
  • La terapia con antimicotici per via orale invece è riservata alle persone che soffrono di episodi ricorrenti e ai casi in cui l’infezione sia causata da candida non albicans.
  • Negli ultimi anni, i probiotici stanno emergendo come una nuova strategia per contrastare la VVC. Infatti, sono ben noti per la loro capacità di abbassare il pH intravaginale, stabilendo così un effetto barriera contro molti tipi di funghi. Alcuni ceppi sono anche in grado di esercitare attività antagonistiche aggiuntive e più focalizzate mediate da molecole specifiche come il perossido di idrogeno e le batteriocine.

 

Uno studio recente ha evidenziato come i fermenti lattici vivi ad azione probiotica, non solo aiutino a risolvere le infezioni da Candida in un’alta percentuale di donne, ma anche di esercitare una difesa fisiologica a lungo termine a causa della colonizzazione del microbiota vaginale e dell’adesione della mucosa alle cellule epiteliali.

Tra i ceppi più indicati in caso di candidosi, ma anche di dermatiti, vaginosi, infezioni alle vie urinarie, disturbi della pelle e cistiti, ritroviamo il Lactobacillus acidophilus e Lactobacillus bulgaricus.

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