Bersagliare una parte specifica del cervello con una debole corrente elettrica alternata ha significativamente il dolore lombare cronico in tutti i partecipanti di una piccola sperimentazione clinica.
Questi risultati suggeriscono che un giorno i medici potranno essere in grado di trattare il dolore cronico semplicemente inviando onde elettromagnetiche a specifiche parti del cervello.
“Da molti anni abbiamo pubblicato numerosi articoli sulla stimolazione cerebrale e ogni volta impariamo sempre qualcosa di importante – ha affermato Flavio Frohlich, direttore del Carolina Center for Neurostimulation, ed autore dello studio – ma questa è la prima volta in cui i tre elementi di uno studio si allineano perfettamente. Abbiamo mirato con successo a una specifica regione del cervello, abbiamo migliorato o ripristinato l’attività di quella regione, e abbiamo correlato tale miglioramento con una diminuzione significativa dei sintomi “.
La dott.ssa Julianna Prim, collaboratrice allo studio spiega i risultati mettendo in evidenza che “Se si conferma che la stimolazione cerebrale può aiutare le persone con dolore cronico, questa sarebbe una terapia economica e non invasiva che potrebbe ridurre il peso degli oppioidi, che come tutti sappiamo possono avere gravi effetti collaterali”.
Alla ricerca delle cause del dolore cronico
Il dolore cronico è la principale causa di disabilità nel mondo, ma non c’è ancora accordo tra gli scienziati sulle, sei siano fisiche o se ci siano cause legate all’attività cerebrale.
Il campo della ricerca sul dolore si è concentrato in gran parte sulle cause periferiche del dolore cronico, ad esempio se un paziente soffre di lombalgia cronica, la causa e la soluzione le si vanno a cercare nella parte inferiore della schiena e nelle parti correlate del sistema nervoso nella colonna vertebrale. Non nel cervello.
Alcuni ricercatori e medici ritengono tuttavia che le cause del dolore cronico risiedano in meccanismi più profondi, e che questa condizione possa riorganizzare il modo in cui le cellule del sistema nervoso comunicano tra loro, comprese le reti di neuroni nel cervello.
Precedenti studi avevano già dimostrato che le persone che soffrivano di dolore cronico sperimentavano anche oscillazioni neurali anormale. Esistono infatti diversi tipi di onde cerebrali correlate a diverse regioni del cervello e a vari tipi di attività cerebrali, come ad esempio l’elaborazione di stimoli visivi, memorizzazione e pensiero creativo.
Quando parliamo, pensiamo, mangiamo, facciamo sport, guardiamo la televisione, sogniamo ad occhi aperti o dormiamo, la nostra attività cerebrale crea schemi elettrici che i ricercatori possono misurare usando gli elettroencefalogrammi (EEG). Questi modelli fluttuano o oscillano, motivo per cui appaiono come onde che salgono e scendono su una stampa di EEG.
Aumentare le onde alfa del cervello per alleviare i dolori
Quando meditiamo in silenzio, sogniamo ad occhi aperti sotto la doccia, o anche quando siamo siamo in “trance agonistica” le oscillazioni principalmente attive nel cervello sono le così dette onde alfa.
Il laboratorio di Frohlich voleva sapere se queste oscillazioni alfa erano carenti nella corteccia somatosensoriale, situata nella parte centrale del cervello e probabilmente coinvolta nel dolore cronico. Se fosse stato così, allora i ricercatori avrebbero potuto provare a migliorare la qualità delle onde alfa proprio in quella specifica zona del cervello, e forse avrebbero potuto alleviare anche il dolore. Questo era l’obiettivo degli esperimenti.
I ricercatori hanno così reclutato 20 pazienti affetti da importante mal di schiena in zona lombare. Durante le sessioni di trattamento i ricercatori hanno attaccato una serie di elettrodi al cuoio capelluto dei pazienti. Durante una sessione, i ricercatori hanno preso di mira la corteccia somatosensoriale usando la TAC per migliorare le onde alfa naturali. Durante un’altra sessione per tutti i partecipanti, i ricercatori hanno usato una corrente elettrica debole simile ma che non era mirata: si trattava di una sessione di stimolazione placebo. Nemmeno gli operatori sapevano quando erano applicate le scariche sotto esame e quando quelle placebo.
I risultati dello studio
Durante tutte le sessioni di trattamento i partecipanti hanno sentito un formicolio sul cuoio capelluto. Non potevano definire la differenza tra le sessioni reali e quelle placebo.
Un’analisi dei dati ha mostrato che tutti i partecipanti allo studio hanno riportato una significativa riduzione del dolore subito dopo le sessioni di trattamento ufficiale mentre non sono state riportate segnalazioni di riduzione del dolore dopo i trattamenti placebo.
“La cosa interessante è che questi risultati si sono verificati dopo una sola sessione – afferma Prim – speriamo ora di poter condurre uno studio più ampio per scoprire gli effetti di più sessioni TAC per un periodo di tempo più lungo.”
Fonti
http://news.unchealthcare.org/news/2018/november/can-stimulating-the-brain-treat-chronic-pain
https://www.jpain.org/article/S1526-5900(18)30642-4/fulltext