Un recente studio ha smontato le teorie che avevano individuato una relazione tra il nome proprio e l’autostima. Nonostante il proprio nome sia carico di un significato importante per noi stessi, non rappresenta il nostro destino.
«Lo sai, il nome che si porta significa molto. Sai anche che ai malati spesso si dà un nuovo nome per guarirli, perché col nuovo nome essi ricevono anche una nuova essenza. Il tuo nome è la tua essenza» (C.G.Jung)
Fin dall’antichità si credeva che il destino degli uomini fosse indicato nel nome con cui venivano chiamati: “Nomen Omen” dicevano gli antichi Romani, ad indicare che il nome fosse un presagio del proprio destino.
Un’altra teoria, accredita soprattutto tra le materie esoteriche e la numerologia, sostiene che ogni lettere dell’alfabeto abbia, come tutto ciò che si trova sulla terra, determinati valori numerici e particolari significati; quindi ogni lettera di una certa parola contribuisce ad aggiungere un particolare aroma o colore che ne svela il significato e quindi il destino.
Ma davvero chiamarsi in un determinato modo può essere il presagio di un particolare destino?
Le nostre scelte non sono condizionate dal nome che abbiamo
Un recente studio, condotto da un team di ricerca internazionale, dimostra l’infondatezza della correlazione tra il proprio nome e l’autostima individuale, togliendo ogni possibilità di evoluzione ai campi di ricerca nati sulla convinzione, radicata nel tempo, che il nome sia portatore di un significato speciale per l’individuo.
Lo studio pubblicato sul Journal of Personality and Social Psychology e coordinato dal dipartimento di Psicologia della Sapienza di Roma, insieme alla Texas A&M University e alla Catholic University of Lublin, ha permesso di giungere alla conclusione che non esiste una correlazione tra la preferenza per il nome l’autostima, escludendo qualunque possibilità di accesso alla vita mentale dell’individuo attraverso questo parametro.
«Qualunque sia il peso del nome (o delle iniziali) nell’esistenza di ognuno – spiega Guido Alessandri – di certo esso non è una determinante del valore che ognuno attribuisce a sé stesso, e ancor di più è lontano dal colorare affettivamente l’esperienza quotidiana delle persone».
Le implicazioni di questa ricerca riguardano numerosi campi della psicologia, a partire da quella clinica. La ricerca quindi dimostra che le scelte di vita individuali non risentono del valore che ciascuno attribuisce al nome che porta, a differenza di quanto sostengono alcuni studi che ipotizzano l’esistenza di una relazione tra il nome e la città di residenza o la professione addirittura il partner.
Il nome, quindi, nonostante sia carico di un significato importante per noi stessi, non rappresenta il nostro destino.