Una nuova ricerca sui topi chiarisce i meccanismi attraverso i quali l’esposizione al bisfenolo A (BPA), componente di molte plastiche, può portare all’alterazione dello sviluppo cerebrale nei neonati.
La ricerca è stata presentata a Chicago in occasione del congresso annuale della Società Internazionale di Endocrinologia.
Cos’è il bisfenolo o BPA
Il BPA, o bisfenolo, è una sostanza chimica che viene aggiunta a molti prodotti commerciali, tra cui bottiglie d’acqua, ricevute cartacee, contenitori per lattine e alimenti. Si tratta di una sostanza chimica nota per distrugge il sistema endocrino interferendo con gli ormoni del corpo umano.
“Decenni di ricerche su oltre 1.000 studi epidemiologici su animali e centinaia su umani hanno dimostrato un chiaro legame tra l’esposizione al BPA ed effetti negativi per la salute – ha dichiarato la prof.ssa Deborah Kurrasch, ricercatrice presso l’Università di Calgary, in Canada – questo è particolarmente vero per il cervello in via di sviluppo, che è in modo particolare sensibile agli effetti sugli estrogeni del BPA durante la gestazione. Diversi studi sull’uomo hanno correlato l’esposizione al BPA nella prima infanzia con lo sviluppo in età successiva di problemi comportamentali indicando così che il BPA altera in modo permanente lo sviluppo del cervello portando ad effetti duraturi sul funzionamento neurale.“
Perché le agenzia sanitarie governative non riconoscono ancora questi rischi
Le agenzie governative di tutto il mondo, tra cui la Food and Drug Administration statunitense, la Health Canada e l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, dichiarano tuttavia che il BPA è sicuro. “Una spiegazione per questa disparità è l’assenza della cosiddetta pistola fumante: se il BPA è così tossico per lo sviluppo del cervello, allora dov’è l’evidenza di cervelli difettosi? – spiega la Kurrasch – il nostro studio è il primo a utilizzare dosi di BPA rilevanti dal punto di vista ambientale e mostrare come l’esposizione alla sostanza chimica durante lo sviluppo del cervello possa influenzare i tempi della nascita delle cellule nervose e dei neuroni”.
Cosa fare per prevenire questi rischi
Le importanti azioni di sensibilizzazione e divulgazione stanno favorendo una presa di coscienza da parte delle persone di questi rischi. C’è ancora molto da fare per tradurre questi dati scientifici in azioni concrete a livello governativo ma i primi segnali positivi li si stanno già vedendo.
In ogni caso si consiglia alle future mamme di tenere in considerazione queste ricerche e cercare il più possibile di evitare quegli oggetti ed alimenti dove è più alto il potenziale di contaminazione da bisfenoli. Sia per loro che per i loro bambini