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Tecnologia e ambiente

Validità della medicina tradizionale: dibattito ancora aperto

10 Aprile 2018: Giornata Mondiale dell'Omeopatia

Un giornale sostiene che le terapie tradizionali sono state condannate ingiustamente dalla medicina occidentale. 

In un articolo sulla regolamentazione della Medicina Tradizionale e Cinese (MTC), pubblicata sul Journal of Alternative and Complementary Medicine (JACM) gli autori, Nadine Ijaz, del programma Arts and Science della McMaster University e Heather Boon, della Facoltà di Farmacia di Leslie Dan, Università di Toronto, sostengono  che le pratiche di salute tradizionali come la moxibustione (artemisia sui punti di agopuntura), Ayurveda e Unani (i sistemi medici che risalgono rispettivamente alle culture indiane ed elleniche) rischiano di essere assorbite da una cultura terapeutica dominante che potrebbe, in definitiva, cancellarle.

I trattamenti e le pratiche di medicina tradizionale sono stati a lungo soggiogati, svalutati e, in alcuni casi, decimati in tutto il mondo nel contesto della colonizzazione europea”, scrivono.

 

Un quarto dei farmaci che utilizziamo deriva dalle piante

Per cominciare, gli autori citano dati che suggeriscono che un quarto delle medicine moderne derivano da prodotti naturali. Vale la pena ricordare, inoltre, che il premio Nobel 2015 è stato assegnato ai ricercatori cinesi per l’estrazione di un farmaco contro la malaria dall’erba di assenzio.

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Poi c’è il lampante fatto che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), quasi 100 milioni di europei usano la  MTC. In Australia, il 30-40% dei medici generici utilizza la medicina complementare nella propria pratica.

La MTC emerge come una risorsa preziosa, eppure minacciata, su cui la regolamentazione deve procedere con cautela – un compito, sostengono gli autori, che presenta una serie di ostacoli.

Limitare la medicina tradizionale potrebbe essere un problema.

E’ necessario superare la “sottomissione politica” della medicina tradizionale ai sistemi di conoscenza biomedica occidentale. La prova decisiva per validare la medicina tradizionale sarebbe la sperimentazione clinica ma “Le conoscenze indigene non possono mai essere standardizzate, scrivono gli autori, a causa della loro intrinseca diversità” ogni “cura naturale” è studiata ad hoc per ogni paziente e sarebbe impossibile generalizzare con un protocollo.

Lungi dall’essere un sistema sanitario imparziale, la biomedicina è essa stessa un artefatto culturale, radicato nella rivoluzione scientifica europea e nel riduzionismo lineare di René Descartes e dei suoi contemporanei.

Ed è proprio a causa di quelle radici culturali, dicono i ricercatori, che quando la biomedicina cerca di portare le conoscenze di medicina tradizionale sotto il suo ombrello normativo, accadono “forzature”. “L’assimilazione paradigmatica“, scrivono gli autori, è una “strategia” predatoria “che” reinterpreta “un particolare approccio sanitario da un sistema indigeno, riformulando l’approccio in termini biomedici“.

Nella sua strategia di medicina tradizionale, l’OMS sottolinea la necessità di “proteggere i diritti di proprietà intellettuale delle popolazioni indigene e delle comunità locali e il loro patrimonio sanitario”.

 

Appropriazione indebita culturale della proprietà intellettuale medica indigena .

Gli autori chiedono discussioni ad ampio raggio sul modo migliore per proteggere le conoscenze tradizionali e prevenire “ulteriori appropriazioni indebite”, pur concedendo che “occorreranno ulteriori lavori per elaborare come questi principi possano essere resi operativi”.

Ken Harvey AM, della School of Public Health e Preventive Medicine della Monash University di Melbourne, in Australia, sottolinea che il dibattito ha una rilevanza particolare nel suo paese proprio ora.

In definitiva, si tratta di garantire che i consumatori possano prendere decisioni informate in merito alle pratiche e ai prodotti medici convenzionali, complementari e alternativi tenendo conto delle esigenze culturali, della qualità, della sicurezza e dell’efficacia“, afferma Harvey. Questo, aggiunge, ha bisogno di “regolazione creativa e molta educazione“.

A complicare ulteriormente le cose è il fatto che molte medicine complementari, e addirittura occidentali, possono funzionare attraverso l‘effetto placebo, un meccanismo di guarigione del corpo-mente con radici scientifiche sempre più profonde.

 

Fonti:
https://www.liebertpub.com/doi/full/10.1089/ACM.2017.0346
https://www.paho.org/hq/dmdocuments/2017/WHO-zhang-salud-universal-mt-c-2017.pdf
https://www.nature.com/news/anti-parasite-drugs-sweep-nobel-prize-in-medicine-2015-1.18507
http://www.who.int/medicines/publications/traditional/trm_strategy14_23/en/
https://onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1111/imj.13534
https://www.liebertpub.com/doi/abs/10.1089/acm.2018.29046.jjw
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25077248

 

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