Nonostante siano da sempre considerate tipicamente maschili, le malattie cardiovascolari hanno specifiche caratteristiche di genere e risultano sempre più spesso sotto-diagnosticate e sotto-trattate proprio nelle donne, che hanno quindi una prognosi peggiore rispetto agli uomini e un’elevata mortalità.
Una delle cause risiede probabilmente nella scarsa consapevolezza che soprattutto le più giovani hanno del pericolo che corrono: secondo una ricerca pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology è ancora troppo alto il numero di pazienti, per lo più di sesso femminile, che non sanno di possedere fattori di rischio cardiovascolare.
È necessaria una maggiore consapevolezza dei rischi cardiovascolari nelle giovani
Nonostante i passi avanti compiuti negli ultimi anni grazie a numerose campagne di prevenzione e i risultati raggiunti risultino soddisfacenti con esito positivo dei trattamenti, rimane ancora scarsa la consapevolezza nelle donne di queste patologie tanto da rivolgere molta più attenzione verso le malattie oncologiche.
Perché la prevenzione sia efficace è necessario da una parte che i pazienti percepiscano il pericolo che corrono, e dall’altra che i clinici non sottovalutino il problema, soprattutto quando hanno di fronte delle giovani assistite, fornendo loro adeguate informazioni riguardo le malattie cardiache e indicazioni circa eventuali misure preventive.
La medicina di genere
Infine, è essenziale che i ricercatori siano consci dell’importanza della medicina di genere perché uomini e donne non sono uguali quando si tratta di salute e in questo caso di sistema cardiovascolare. Le malattie cardiache meritano una particolare attenzione perché mentre per l’uomo si presentano sintomi chiari, i segnali nella donna sono più difficili da distinguere e diagnosticare. Una stessa malattia può presentare una sintomatologia, un decorso, una prognosi e una risposta farmacologica differenti tra i due sessi.
La medicina di genere è ormai considerata un vero e proprio obiettivo strategico di sanità pubblica per la tutela della salute di uomini e donne: è necessario che la ricerca scientifica si focalizzi su queste differenze affinché i trattamenti e i metodi diagnostici a disposizione non derivino più solo da trial clinici che si focalizzano quasi esclusivamente sul sesso maschile.
Dott.ssa Martina Laccisaglia
Centro Studi Comunicazione sul Farmaco, Salute e Società – Università Statale di Milano