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Tecnologia e ambiente

Le persone “congelate” potranno mai essere riportate in vita?

Le persone "congelate" potranno mai essere riportate in vita?

Molti hanno già scelto di farsi congelare dopo morti in attesa di essere risvegliati dopo una ventina d’anni: sarà davvero possibile?

Non si parla spesso del congelamento dei cadaveri ma la maggior parte delle persone ha ormai familiarità con questo concetto: si pagano un sacco di soldi, si firmano delle carte e dopo la morte si trascorrono un paio di decenni in un moderno congelatore in attesa del risveglio.
Più di 300 americani morti – o di cervelli americani di deceduti sono attualmente conservati nelle strutture presenti nel Paese.
Solo il tempo dirà se questi ottimisti torneranno, un giorno o l’altro, a ritrovarsi bloccati nel traffico o a vagare con i loro cervelli informatici con l’intelligenza artificiale.
Ecco cosa pensano i neuroscienziati, bieticisti, sostenitori del crio e scettici intervistati da Giz Asks.

Tecnologia crionica

Secondo il Dr. Joao Pedro de Magalhae Biologo presso l’Università di Liverpool e coordinatore della rete di ricerca criogenica e crioconservazione del Regno Unito, la tecnologia di oggi, chiamata crionica danneggia gravemente le cellule del corpo perché gli agenti crioprotettori hanno effetti tossici sui tessuti umani.
Anche la vitrificazione di grandi organi come il cervello può provocare fratture dovute alle differenti velocità di raffreddamento in parti diverse. In condizioni non ottimali possono verificarsi molti più danni perché le cellule iniziano a morire e le cellule cerebrali iniziano a morire pochi minuti dopo l’arresto cardiaco a causa della mancanza di nutrienti e di ossigeno (ischemia).

In attesa di progressi

Pertanto, ci vorranno enormi progressi nel campo dell’ingegneria dei tessuti e nella medicina rigenerativa per riportare gli individui crioconservati in vita.
Inoltre, sarà necessaria una riparazione a livello molecolare utilizzando la nanotecnologia, ma questo rimane nel regno della fantascienza quindi a suo parere è impossibile prevedere come progredirà la tecnologia nei prossimi decenni o secoli e le possibilità di rinascita di individui crioconservati sono basse ma non impossibili.

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Tipi di congelamento

Secondo Mark Kline, Co-fondatore e CTO di X-Therma Inc., azienda impegnata nella conservazione a freddo di cellule staminali, esistono due modi diversi di congelare criogenicamente le persone:
– il primo consiste nel solo congelamento del cervello o della testa: con il congelamento di una minore quantità di tessuto e si dovrebbe riuscire preservare l’essenza della persona e sarebbe anche più economico e più facile.
– Il secondo metodo prevede il congelamento di tutto il corpo, nella speranza di poterlo rianimare quando sarà disponibile la tecnologia per correggere lo stato della malattia e riparare i danni dal processo.

Teorie discordanti

In entrambi i casi la difficoltà principale è quella di congelare le cellule senza danneggiarle. Bisogna mescolare degli “antigelo” simili a crioprotettori utilizzati nelle nostre auto, ma orientati alla biologia, nel tentativo di prevenire la formazione di ghiaccio all’interno delle cellule e dei tessuti ma abbassando drasticamente la temperatura fino a circa -196 gradi C, temperatura dell’azoto liquido. Prevenire la formazione di ghiaccio a quella temperatura, attraverso un tessuto molto grande, è estremamente difficile.
E poi c’è l’essiccazione: una volta inserite queste sostanze chimiche in un organo o in una cellula, l’acqua lascia le cellule e le asciuga danneggiando le connessioni tra cellule e cellule rendendo la riparazione quasi impossibile, poiché le celle non sono in grado di ricostruire correttamente queste connessioni dopo essere state congelate.
A suo parere esistono molte altre applicazioni per la crioconservazione, come la conservazione degli organi che ha un impatto importante per la medicina ed è anche molto più fattibile rispetto alla preservazione di un intero corpo e che può consentire di  salvare molte vite.

Anche secondo Nick Bostrom, Professore all’Università di Oxford e Direttore del Future of Humanity Institute e Governance del programma di intelligenza artificiale il sistema tecnicamente del congelamento tramite vetrificazione o plastinazione tecnicamente potrebbe funzionare, ma per riparare il danno cellulare che avviene durante il processo e riportare le persone in vita serviranno tecnologie avanzatissime di cui ancora non disponiamo.

Secondo Dennis Kowalski Presidente, Cryonics Institute, la scienza non può ancora dare una risposta.
Per questo motivo alcune persone hanno firmato per preservare i loro corpi con azoto liquido nella speranza che la tecnologia e la medicina del futuro saranno in grado di rispondere a questa stessa domanda. Credono che le nuove tecnologie come la RCP (Remote Procedure Call) e la defibrillazione cardiaca cambieranno  le cose.
Le nuove tecnologie che avanzano potrebbero significare terapie avanzate che rigenerano i tessuti danneggiati dall’invecchiamento, dal congelamento o dalla morte stessa.

Secondo Cathal O’Connell, Ricercatrice in bioprinting 3D e biofabbricazione presso BioFab3D, St Vincent’s Hospital, Melbourne le informazioni in possesso della scienza ad oggi  indicano di no. Il processo di congelamento è critico e congelare un corpo preservando la funzione delle cellule è ben oltre le nostre attuali capacità. Sfortunatamente, chiunque sia mai stato congelato finora è essenzialmente trasformato in “poltiglia”. Queste persone non saranno mai rianimate.
A suo parere la crionica contemporanea è una religione e non una scienza, un sistema di credenze che fornisce conforto contro la paura della morte. I suoi seguaci mettono la loro fede nel progresso tecnologico, ma non ci sono prove o indicazioni che ciò sia possibile.
La capacità di alcuni organismi di sopravvivere al congelamento è un segno dalla natura che la crionica potrebbe un giorno essere possibile. Ma per arrivarci ci vorranno enormi investimenti: miliardi di dollari, migliaia di scienziati, decenni di ricerca. Senza un chiaro incentivo economico, tale investimento non è imminente.


Secondo Ralph Merkle Direttore di Alcor Life Extension Foundation, organizzazione criogenica leader a livello mondiale molti dei suoi  pazienti potranno essere rianimati nel corso di questo secolo.
“Come nel 1940 nessuno credeva possibile andare sulla luna così oggi coloro che sono a conoscenza della nanomedicina da decenni prevedono la rinascita di pazienti crioconservati e anche le previsioni sono basate su una solida valutazione della legge fisica.


Secondo Michael Hendricks Canada Research Chair in Neurobiology & Behavior presso la McGill University, le persone il cui cervello, testa o corpo sono stati congelati dopo la morte non saranno mai rianimati. Sono morti e rimarranno morti per sempre.
Non  sarà mai possibile trasferire la coscienza di qualcuno in una forma digitale.
Non è teoricamente impossibile creare una simulazione o versione digitale di una persona morta in base all’esame del suo cervello, ma è al di fuori della nostra tecnologia.

Secondo Matthew I. Gibson Professore, Chimica, Warwick Medical School, la crioconservazione delle cellule è alla base della scienze mediche.
Proprio come per il cibo non possiamo lasciare le cellule a temperatura ambiente e aspettarci di poterle riutilizzate, quindi servono temperature molto basse, un’attenta aggiunta e rimozione dei crioprotettori, il controllo preciso dei tassi di congelamento e di scongelamento.
Questo può essere semplice per piccoli volumi come le cellulle, ma diventa molto più difficile con un volume maggiore come nel caso di una persona.
È interessante pensare che solo perché le cellule, o alcuni tessuti, vengono regolarmente crioconservate che la stessa cosa potrebbe essere applicata a un’intera persona, ma questa è davvero una semplificazione eccessiva.

Fonte:

https://gizmodo.com/will-cryogenically-frozen-people-ever-be-revived-1829905516

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