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Tecnologia e ambiente

Essere pigri aumenta il rischio di ammalarsi di tumore

Essere pigri aumenta il rischio di ammalarsi di tumore

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità si prevede che in meno di vent’anni i casi di tumore saliranno a 22 milioni rispetto ai 14 riscontrati nel 2012. In Italia la situazione non è rassicurante: se la mortalità sembra in diminuzione, secondo un rapporto dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (Aiom) e dell’Associazione Italiana dei registri tumori (Airtum), solo nel 2012 si sono registrati 364mila nuovi casi.

Strategie innovative e tecniche sempre più sofisticate vedono notevoli progressi nella cura del cancro, anche se prevenzione e diagnosi precoce restano due elementi fondamentali per cercare almeno in parte di limitare la diffusione di questa malattia. Ma non solo: praticare attività fisica costante, alimentarsi in modo sano e seguire stili di vita corretti costituiscono per l’organismo uno strumento estremamente valido per la gestione e il trattamento di patologie cardiovascolari, del diabete e per la prevenzione di alcuni tipi di tumore.

Un recente studio condotto da alcuni ricercatori americani e pubblicato sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention mette in luce quanto sedentarietà e assenza di movimento nel tempo libero, siano dannosi per la nostra salute e possano aumentare, soprattutto nelle donne, le probabilità di ammalarsi di cancro, in particolare di quello al seno, all’ovaio e di mieloma multiplo.

L’indagine si basa su una ricerca svolta dall’American Cancer Society tra il 1992 e il 2009 e analizza abitudini e hobby di oltre 146 mila persone, in particolare 69mila maschi e 77mila femmine. Tra gli uomini emerge che durante il periodo in oggetto sono stati diagnosticati più di 18.500 casi di tumore, senza però particolari differenze tra chi predilige una vita sedentaria e chi invece ama lo sport. Le donne inattive invece hanno un rischio maggiore del 10% di ammalarsi di cancro, con oltre 12.200 casi riscontrati nel campione di riferimento.

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Muoversi quindi fa bene e si guadagna in salute. Mantenere uno stile di vita attivo favorisce la prevenzione oncologica e resta quindi un ingrediente fondamentale da promuovere sempre e a tutte le età. E’ quindi molto importante utilizzare al meglio questi dati come ulteriore conferma che una camminata al parco o qualche vasca in piscina servono per mantenersi sani senza dimenticare che l’educazione alla salute dipende in gran parte da ognuno di noi.

Un recente esempio di forza di volontà arriva dalla testimonianza di Gabriella, una neomamma originaria di Brembate (Bergamo) che non ha mai smesso di correre nonostante la sua malattia. Nel 2012 le viene diagnosticato un tumore al seno, carcinoma che qualche anno prima era stato fatale per la sorella. Ma Gabriella decide di affrontarlo con grande coraggio e determinazione. E’ rimasta in cura per quasi due anni e nonostante trattamenti aggressivi, radioterapia e chemioterapia non si è mai tirata indietro, tanto che nel 2014 decide di partecipare alla maratona di New York con il progetto “Pink is Good” della Fondazione Veronesi. “La malattia mi aveva tolto la capacità e la voglia di fare progetti”, afferma durante un’intervista, “ma essere diventata mamma e aver corso 42 km dal New Jersey a Central Park mi ha dato grande carica e mi ha fatto capire che tutti dobbiamo morire ma non voglio che sia il cancro a uccidermi prima”.

Dott.ssa Martina Laccisaglia

Centro Studi Comunicazione sul Farmaco, Salute e Società – Università Statale di Milano

Per approfondire:

– Alpa V Patel, “Leisure-time spent sitting and site-specific cancer incidence in a large US cohort”, Cancer Epidemiology, Biomarkers & Prevention, 2015

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