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Dove sta andando la medicina?

Nell’antica Cina vi era una regola: le persone dovevano pagare il medico per ogni giorno di salute e sospendere il pagamento solo durante il periodo di malattia. Il medico visitava le persone regolarmente per assicurarsi che non ci fossero segni di squilibrio che potevano lasciar presagire  a un indebolimento della salute.

La medicina occidentale moderna fondamentalmente si struttura in modo opposto: il medico viene pagato solo quando se ne ha bisogno, ossia quando si è malati.

Nel primo caso l’attenzione è verso la cura della salute, nel secondo caso l’attenzione è verso la cura della malattia.

Nel primo caso il “guadagno economico” viene perso quando la persona si ammala, nel secondo viene perso quando il paziente guarisce.

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Dietro queste due impostazioni si nascondono due diverse concezioni della salute: una visione cosiddetta “sistemico-organicista” che individua nell’organismo nella sua interezza l’oggetto del proprio studio, ed una visione detta “meccanicistico-riduzionista” che vede nelle singole parti dell’organismo, come fossero tanti ingranaggi, l’oggetto della propria attenzione. 

Nel primo caso l’attenzione del medico è sulle relazioni tra le varie parti dell’organismo e l’obiettivo è quello di mantenere tutto in equilibrio armonico: sia nel corpo che nella relazione con l’ambiente. Nel secondo caso l’attenzione è incentrata sui singoli ingranaggi e l’obiettivo è quello di individuare gli specifici danni per poi ripararli.

Queste due diverse impostazioni determinano anche le strategie e gli sforzi della ricerca

L’approccio moderno segue l’impostazione meccanicistico-riduzionista e identifica nei meccanismi molecolari l’oggetto del proprio studio. E’ a livello molecolare che agiscono i farmaci ed è li che bisogna lavorare per riparare gli ingranaggi malfunzionanti.

Un riflesso di questo approccio lo si può vedere anche nel rapporto medico paziente: un tempo il medico visitava il paziente, lo toccava, ascoltava il suo cuore e i suoi polmoni, lo lasciava parlare per conoscerlo nella sua interezza. Oggi, anche in virtù dell’innovazione tecnologica, il rapporto medico-paziente si è trasformato in qualcosa di più freddo: sicuramente più preciso nella diagnosi, ma forse non sempre altrettanto efficace in termini di risultati finali.

Sempre più spesso il medico sembra quasi sparire dietro l’imbattibile precisione della tecnologia che scandaglia esclusivamente i singoli pezzi guasti del paziente, ma null’altro conosce della persona che ha davanti. Probabilmente di questa situazione oltre che i pazienti ne soffrono anche i medici, sempre meno motivati e sempre più loro stessi ingranaggi di un sistema sanitario impersonale. 

Affermare che vi sia un approccio corretto ed uno errato sarebbe tuttavia un errore: entrambi hanno mostrato di essere molto efficaci in determinati ambiti e mostrano dei limiti in altri.

Una seria riflessione sul concetto di salute e di malattia è pertanto necessaria non per “schierarsi” e convincere altri a seguire determinate posizioni quanto piuttosto per affinare la capacità di discernimento, che dovrebbe essere massimamente espressa nei medici, utile per distinguere caso per caso quale approccio debba essere impiegato o, ancora meglio, come integrare tra loro le conoscenze e le esperienze maturate in entrambe le vie.

Di tutto questo se ne è parlato nella puntata di “La Salute che Viene” il nuovo programma di scienza e salute di Byoblu realizzato in collaborazione con noi di Sanifutura.

Per vedere la puntata clicca quì o sull’immagine sottostante

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