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Il disturbo prolungato del sonno può portare ad una formazione ossea inferiore

Il disturbo prolungato del sonno può portare ad una formazione ossea inferiore

Un’insufficiente quantità di sonno potrebbe anche essere un fattore di rischio non riconosciuto della perdita ossea. Questo è ciò che emerge da un recente studio.

Gli studiosi hanno infatti scoperto che gli uomini sani, dopo tre settimane di restrizione cumulativa di sonno e di disordini circadiani, avevano ridotto i livelli di un marcatore di formazione ossea nel loro sangue. Il marcatore biologico del riassorbimento osseo è invece rimasto invariato.

“Questo alterato equilibrio crea una perdita ossea potenziale che potrebbe portare ad osteoporosi e fratture ossee“, ha dichiarato Christine Swanson, professore dell’Università del Colorado ad Aurora.

“Se il disturbo cronico del sonno viene identificato come un nuovo fattore di rischio per l’osteoporosi, potrebbe aiutare a spiegare perché non vi è una chiara causa di osteoporosi nel 50% circa degli stessi 54 milioni di americani con massa ossea o osteoporosi”, ha dichiarato Swanson.

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Lo studio e i risultati

L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare le conseguenze della restrizione del sonno combinata con la perturbazione circadiana sulla salute. Swanson ha definito la perturbazione circadiana come “una mancata corrispondenza tra l’orologio del corpo interno e l’ambiente causato dal vivere in un giorno più breve o più lungo di 24 ore”.

Il campione dello studio, di 10 uomini, ha soggiornato in un laboratorio, dove per tre settimane è andato a dormire ogni giorno quattro ore dopo il giorno precedente, inoltre è stato permesso dormire solo 5,6 ore al giorno. Mentre erano svegli hanno mangiato le stesse quantità di calorie e sostanze nutritive per tutto lo studio.

I campioni di sangue sono stati ottenuti all’inizio della sperimentazione  e dopo le tre settimane di manipolazione del sonno per la misura dei biomarcatori ossei.

Dopo tre settimane, tutti gli uomini avevano livelli significativamente ridotti di un marcatore di formazione dell’osso chiamato P1NP, hanno riferito i ricercatori. Questo declino è stato maggiore per gli uomini più giovani di quelli anziani. I livelli del marcatore di riassorbimento osseo CTX invece sono rimasti invariati, un’indicazione che l’osso vecchio potrebbe rompersi senza creare nuove ossa.

“Questi dati suggeriscono che la disfunzione del sonno può essere decisamente dannosa per il metabolismo delle ossa, mentre la crescita ossea è cruciale per la salute scheletrica a lungo termine“, ha detto.

Ulteriori studi sono necessari per confermare questi risultati e per esplorare se esistono differenze nelle donne.

Fonte:

The Endocrine Society 

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