Tante persone l’hanno sperimentato e anche la scienza, da decenni, ha ampiamente suffragato quella che è un’esperienza universale: l’innamoramento modifica la biologia del cervello.
A dimostrarlo è un recente studio pubblicato sulla rivista americana CNS spectrums, guidato da Donatella Marazziti dell’unità operativa Psichiatria 1 dell’Azienda ospedaliero universitaria di Pisa, che ha evidenziato come nel cervello degli innamorati si verifichi l’aumento di uno specifico neurotrasmettitore, la dopamina.
La dopamina alla base dell’innamoramento
«Non ci sono dubbi – spiega Donatella Marazziti, – che l’innamoramento sia una forma transitoria di follia. Analizziamo bene cosa ci succede quando siamo innamorati. Siamo costantemente su di giri, spesso euforici, o alterniamo momenti di gioia ad altri di sconforto estremo se il partner ci tiene sulla corda, il pensiero è costantemente rivolto all’altro che trasfiguriamo come l’essere più straordinario che esista sulla faccia della terra. Perdiamo interesse nelle attività quotidiane che ci sembrano tutte inutili e banali, dato che il nostro unico interesse è stare con l’altro, e come e dove rivederlo».
Ecco quindi che alla base della gioia, dell’aumento di energia, del desiderio di unione psichica e sessuale con l’altro e, in generale, del piacere legato alla relazione ci sarebbe la dopamina, che, come dimostrato nello studio, è a concentrazioni più alte negli innamorati.
L’amore folle
Queste alterazioni di neurotrasmettitori importanti quali la serotonina e la dopamina potrebbero però anche spiegare come talvolta la relazione affettiva possa trasformarsi in una fase di vita rischiosa per alcuni individui più fragili, al punto da scatenare vere e proprie patologie psichiatriche o disturbi comportamentali quali lo stalking e l’aggressività auto e eterodiretta.
Già vent’anni fa, infatti, la dott.ssa Marazziti aveva dimostrato che esiste una modificazione biologica negli innamorati, vale a dire una riduzione della serotonina, uno dei principali messaggeri chimici del cervello, che funziona un po’ come un freno inibitore nel cervello.
La riduzione della serotonina negli innamorati è simile a quella rilevata in tanti pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo, ed è stata infatti collegata dalla psichiatra a quella particolare modalità di pensiero “ossessivo” focalizzato sul partner che, secondo gli psicologi, sembra la caratteristica più specifica dell’innamoramento.