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Alimentazione

Cosa mangiare e cosa evitare durante l’allattamento

L’allattamento al seno è il metodo migliore per nutrire il neonato nei primi mesi di vita perché il latte materno è un alimento completo, è ricco di anticorpi che favoriscono lo sviluppo del sistema immunitario del bambino,è sempre alla temperatura ideale, è sempre disponibile e rafforza il legame mamma bambino. 

Nei primi giorni dopo il parto le ghiandole mammarie producono il colostro (o primo latte), un liquido giallo sieroso composto principalmente da acqua, proteine altamente digeribili (circa 3% tra le quali Immunoglobuline IgA, lattoalbumine e lattoglobuline), vitamine, sali minerali, zuccheri (circa 5%) e grassi (circa 3%); presenta numerosi vantaggi: è facile da digerire, aiuta il neonato nella ripresa del peso dopo il calo fisiologico, attiva il sistema immunitario e aiuta il neonato nell’espulsione del meconio, ossia le prime feci del neonato. Entro 3-4 giorni dal parto, le ghiandole mammarie producono la montata lattea, un liquido biancastro che, come ogni altro latte, è un’emulsione di grassi in acqua; contiene anche proteine (1-2%), zuccheri (7-10%),vitamine e sali minerali.

Lo dieta della mamma influenza la quantità e la qualità del latte materno

L’allattamento comporta per la mamma un aumento dei fabbisogni nutrizionali ed energetici. Il fabbisogno energetico deve essere garantito addizionando al proprio fabbisogno, circa 450-560 kilocalorie al giorno fino al sesto mese. È necessario anche aumentare la richiesta di quasi tutti i nutrienti: proteine, calcio, iodio, zinco, rame, selenio, vitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C e acqua.

Per queste ragioni è necessario curare con particolare attenzione l’alimentazione durante l’allattamento. Ciò che mangia la madre inevitabilmente influirà sulla composizione del latte materno e anche sulla nutrizione del bambino. Ecco quindi una sintetica presentazione sugli alimenti consentiti e non consentiti durante l’allattamento.

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ALIMENTI NON CONSENTITI

  • alcolici e superalcolici: l’alcol etilico passa nel latte e inibisce la montata lattea provocando nel lattante sedazione, ipoglicemia, vomito e diarrea
  • alimenti contenenti istamina che sono allergizzanti, se almeno uno dei due genitori è un soggetto allergico: arachidi, frutta secca, crostacei, molluschi, cioccolata, cacao, fragole, pesche, selvaggina, alimenti conservati e formaggi fermentati.

ALIMENTI DA RIDURRE

  • caffè, tè e bevande a base di caffeina: un eccesso di caffeina provoca nel lattante irritabilità e insonnia; preferire, eventualmente, i prodotti decaffeinati o deteinati.
  • alimenti ricchi di zuccheri semplici e grassi saturi: dessert, torte, pasticcini, caramelle, cioccolata, merendine, snack, cibi pronti, condimenti grassi come burro, panna e salse tipo ketchup e maionese
  • sale: consumare 5 gr al giorno; ridurre al minimo gli alimenti che naturalmente contengono elevate quantità di sale come quelli in salamoia, dadi, estratti di carne e salse tipo soia.

ALIMENTI CONSENTITI E CONSIGLIATI

  • cereali e derivati preferibilmente integrali (ricchi di fibra)
  • frutta e verdura di stagione che apportano fibra, antiossidanti, sali minerali e vitamine; privilegiare le verdure particolarmente ricche in calcio ovvero i broccoletti di rape, la cicoria e la catalogna
  • legumi, fonte di proteine vegetali, fibra, vitamine (B6 e acido folico) e Sali minerali (ferro); importante assumerli in associazione ai cereali per creare dei piatti unici e nutrizionalmente completi
  • latte e derivati ricchi di calcio, altri minerali, proteine e vitamine essenziali; è necessario preferire i prodotti scremati o parzialmente scremati che hanno meno calorie ma contengono ugualmente calcio a parità di peso; formaggi freschi da alternare a quelli stagionati
  • pesce (fresco o surgelato) per contribuire alla copertura del fabbisogno di omega 3 fondamentale per la maturazione del sistema nervoso del lattante; si consiglia di preferire l’assunzione di sardine, alici, merluzzo, trote, salmone
  • carne magra e privata del grasso visibile per raggiungere il fabbisogno di ferro, zinco e vitamine del gruppo B (B6-B12)
  • uova, fonte di proteine e ferro
  • affettati, preferendo prosciutto cotto, crudo, bresaola e speck privati del grasso visibile
  • Olio d’oliva extravergine, aggiunto a crudo e con moderazione
  • Acqua: bere almeno 2.7 litri di acqua al giorno, che salgono a 3 nel periodo estivo, preferendo le acque bicarbonato-calciche o l’acqua del rubinetto che lascia residui calcarei
  • erbe aromatiche per migliorare il sapore delle pietanze
  • limone come condimento per il buon apporto di vitamina C.

CONSIGLI

  • Evitare periodi di digiuno prolungato e non saltare mai i 5 pasti al giorno (colazione, 2 spuntini, pranzo e cena), per evitare di alterare il ritmo fame-sazietà
  • Consumare pasti completi (carboidrati + proteine + verdura) a pranzo e cena 
  • Preferire le cotture semplici: bollitura, arrosto, cotture ai ferri, alla griglia, al vapore o al forno, utilizzando attrezzature che consentono di ridurre l’impiego dei grassi come le pentole antiaderenti, a pressione, forni microonde
  • Variare le scelte alimentari: nessun alimento è nutrizionalmente completo
  • Seguire uno schema alimentare personalizzato in modo da rispettare le giuste quantità e le frequenze dei vari alimenti
  • Effettuare regolare attività fisica: fare delle passeggiate
  • Controllare il peso una volta alla settimana
  • Evitare di assumere alcuni alimenti che possono rendere sgradito il latte al bambino: aglio, porro, scalogno, cipolla, peperoni, carciofi, spezie, sedano e asparagi.
Biologa nutrizionista
Nel 2010, ho conseguito la laurea triennale in Scienza della Nutrizione. Successivamente, nel 2012, ho conseguito, sempre presso lo stesso Ateneo, la laurea Magistrale in Scienza della nutrizione. Nel 2013 ho sostenuto l’Esame di Stato, all’Università della Calabria, e mi sono iscritta nello stesso anno, all’Albo Nazionale dei Biologi e ho iniziato a frequentare corsi inerenti la nutrizione. In seguito con il tirocinio post-laurea, dapprima presso l’ambulatorio di diabetologia dell’Ospedale di Castrovillari e successivamente presso il laboratorio di analisi chimiche e microbiologiche “Ricerche Biologiche” di Castrovillari, ho ampliato la mia formazione, sia in ambito clinico – nutrizionale , sia in ambito laboratoristico merceologico. Attualmente svolgo la libera professione a Castrovillari dal 2014.

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