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Alimentazione

Come curare la cistite: perché la si vince nell’intestino

La cistite è un’infezione dell’uretra e della vescica prodotta dai batteri. Nell’86% dei casi di cistite l’origine è l’Escherichia coli, batterio abitualmente presente nell’intestino che può migrare all’uretra e alla vescica ancorandosi con delle particolari strutture chiamate fimbrie, o pili, alle cellule della mucosa vescicale.

In questo modo produce l’infezione della vescica e la comparsa di fastidi come il dolore ed il bruciore.

La cistite è un problema prevalentemente femminile per evidenti ragioni anatomiche, con maggiore incidenza estiva poiché l’escherichia coli, che vive a 37°, ha difficoltà a migrare quando la temperatura è più bassa.

La terapia di elezione è quella con antibiotici che però, se da un lato risolvono l’infezione in vescica, dall’altro abbattono anche la flora intestinale che dovrebbe essere florida e vitale e tenere sotto controllo nell’intestino i patogeni, compreso l’escherichia coli.

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Terminate le cure con l’antibiotico pertanto può capitare che la flora intestinale indebolita proprio dall’antibiotico, non riesca più a tenere sotto controllo l’escherichia coli che così ha più libertà di proliferare e migrare nuovamente nella vescica dando origine alle recidive.

La nascita dei primi integratori con cranberry e D-Mannosio

Quando fu scoperto che il cranberry, o mirtillo rosso, conteneva delle sostanze in grado di aderire alle fimbrie dell’Escherichia coli bloccandone la capacità di ancorarsi alla vescica, iniziarono a diffondersi molti integratori a base cranberry.

Nuove ricerche hanno poi messo in evidenza l’esistenza di due diversi tipi di fimbrie e solo su una di queste agisce il cranberry.

Si è poi scoperto che il D-mannosio, una sostanza naturale estratta dal legno di betulla, è in grado di bloccare l’altro tipo di fimbria ed alcuni integratori si sono allora rafforzati affiancando al cranberry anche il D-mannosio. Oggi addirittura si sa che il D-mannosio da solo è più efficace del cranberry.

La triplice azione che agisce a partire dall’intestino

Come si è visto però se l’Escherichia coli ha vita facile nell’intestino aumentano le possibilità che si moltiplichi e migri in vescica originando l’infezione. E’ allora necessario sostenere la flora intestinale nel controllare il coli e uno degli strumenti più efficaci è il Lactobacilluss Paracasei LC11. Un batterio “amico” in grado sia di antagonizzare l’Escherichia coli che di rafforzare la flora intestinale.

Associando quindi al cranberry ed al D-mannosio anche il Lactobacillus Paracasei LC11 si riesce ad ottenere una triplice azione di contrasto all’Escherichia coli che permette sia di combattere con maggior efficacia la cistite che di prevenire le future recidive.

Inoltre dopo una cura antibiotica l’assunzione per circa un mese di fermenti lattici come il aiuta a ripopolare la flora intestinale debilitata dagli antibiotici e proprio per questo a prevenire le recidive.

Una formula completa permette anche di fare dei cicli preventivi, generalmente di 10 giorni per 2-3 volte all’anno che permettono di rafforzare la flora intestinale e prevenire le cistiti.

Ci sono poi anche altre sostanze utilizzate nel trattamento della cistite come l’uva ursina che ha un’attività antinfiammatoria ed anti settica o la boswellia, l’ibisco che hanno proprietà meramente antinfiammatorie.

Alleghiamo una tabella dei prodotti più venduti sul mercato e chi volesse saperne di più può cliccare sulla confezione e raggiungere il sito prodotto dell’azienda produttrice

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Fonti:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/25291140
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23633128
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/16564136

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