Recenti ricerche considerano l’atto di dormire insieme al proprio bambino, nello stesso letto (co-sleeping) o nella stessa stanza (room-sharing), come favorevole allo sviluppo psicologico, relazionale e affettivo del bambino.
Vediamo più nel dettaglio quali sono i benefici di queste due pratiche.
Co-sleeping
In ambito pediatrico e psicologico il co-sleeping è l’atto del dormire insieme, ovvero del far dormire il proprio bambino nel lettone con mamma e papà.
Accogliere il neonato nel proprio letto è la naturale conseguenza dell’istinto genitoriale di dare al proprio piccolo la giusta protezione, sicurezza e calma per farlo addormentare e godere di sonni tranquilli e sereni.
Infatti, l’odore di mamma e papà e la sensazione di protezione, inducono il piccolo a smettere di piangere o di agitarsi, aiutandolo ad addormentarsi quasi all’istante.
Un dibattito aperto
La condivisione del letto con il proprio figlio è un’esperienza che molto spesso viene vista come un tabù o un vizio che alcuni psicologi ritengono persino possa minare la stabilità mentale del bambino e la sua capacità di rendersi indipendente.
Inoltre la condivisione del lettone è sconsigliata sia dall’Accademia Americana di Pediatria che dagli specialisti italiani a causa del rischio di SIDS (Sudden Infant Death Syndrome), detta comunemente Sindrome della morte in culla.
Tuttavia, una ricerca condotta dalla Stony Brook University di New York ha dimostrato che il co-sleeping non ha alcuna conseguenza psicologica sul bambino: il fatto di dormire nel lettone con mamma e papà non inciderebbe affatto sullo sviluppo psicologico e relazionale del piccolo.
I benefici del co-sleeping
Non solo questa pratica non ha ripercussioni sul comportamento del bambino, che si trova a suo agio, protetto ed è più socievole e aperto alle novità, ma facilita l’instaurarsi di una relazione armoniosa e profonda tra mamma e bambino, favorendo la produzione di latte per le donne che allattano.
Room-sharing
L’Accademia Americana di Pediatria consiglia il room-sharing, ovvero condividere con il proprio piccolo la stessa stanza.
Sarebbe ottimale organizzare gli spazi in modo da posizionare la culla o il lettino (“culle per il cosleeping” o “beside cots”) accanto al letto dei genitori, in modo che il neonato possa avvertirne la presenza senza condividerne il letto e i genitori possano rispondere con prontezza ad ogni sua richiesta in tutta sicurezza.