Una delle domande che più frequentemente mi sento porre dai genitori di bimbi in età pre-scolare o scolare è “Mio figlio di notte digrigna i denti, devo preoccuparmi?”. La risposta è “Dipende…”.
Episodi occasionali di bruxismo notturno sono infatti assolutamente normali durante la crescita, e si concentrano soprattutto tra i 5 e i 7 anni e un po’ più tardi, intorno ai 11-12 anni, soprattutto nei maschi, dal 4% al 40% circa, a seconda delle ricerche.
Cos’è il bruxismo e cosa lo causa?
Con il termine bruxismo non si intende solo il digrignare i denti (accompagnato dal caratteristico rumore), il fenomeno a cui viene più classicamente associato il termine “bruxismo”, ma anche lo stringere i denti (serramento dentale) o l’irrigidire i muscoli della masticazione senza i denti in contatto (serramento mandibolare).
Questi possono avvenire sia di giorno che di notte e non sono più considerati come una malattia ma come un “comportamento” che, solo quando supera una certa soglia, può rappresentare una minaccia, in quanto spia di un problema sottostante, e necessita un approfondimento con il pediatra e con l’odontoiatra pediatrico (o pedodontista).
In questo articolo ci riferiremo al bruxismo del sonno e, nello specifico, al digrignamento dentale.
Nei bimbi che digrignano i denti bisogna considerare soprattutto due cause/fattori: uno è lo stress psico-sociale (fattore comune anche alle altre forme di bruxismo), l’altro è una scarsa qualità della respirazione durante il sonno.
Anche il fumo passivo gioca un ruolo molto importante sul bruxismo, poiché la nicotina presenta un effetto eccitatorio sul sistema nervoso simile a quello dello stress, ma approfondiremo il rapporto tra fumo passivo e salute dei bimbi in un articolo specifico su questo argomento.
Bruxismo e stress: che fatica crescere…
I bambini vivono molti momenti stressanti durante la crescita e i motivi sono innumerevoli:
– difficoltà o conflittualità nel rapporto con genitori, fratelli, amici o insegnanti
– eccessive aspettative o pressioni da parte nostra sul loro rendimento o sulle loro performance
– difficoltà a gestire le emozioni, soprattutto quando sono intense o negative, come la paura o la frustrazione
– improvvisi cambiamenti nella loro routine (dall’arrivo di un fratellino al cambio di casa o di scuola, dalla separazione dei genitori alla malattia o morte di qualcuno vicino a loro)
– singoli episodi all’apparenza banali che però per loro assumono significati molto più profondi e di cui noi potremmo non sospettare nulla.
L’elenco è pressoché infinito…
Quando il livello di stress supera la soglia di tolleranza del bimbo (che è pertanto diversa per ognuno) il sistema nervoso centrale, troppo eccitato, si “sfoga” nel bruxismo.
E’ molto importante confidarsi con il medico in merito ai supposti motivi di stress del bimbo ed è fondamentale che poi questi possa parlare in modo autonomo con il bimbo, che, senza la presenza dei genitori, può sentirsi più libero di esprimere i suoi conflitti interiori, senza la paura di deludere il genitore.
Se al bruxismo sono associati dolori al viso o marcate abrasioni dentali è possibile consigliare l’utilizzo di un bite morbido, solitamente preformato, che attutisca le forze e protegga i denti, permettendo al contempo il normale sviluppo facciale.
Bruxismo e russamento notturno: approfondire subito!
Quando il bruxismo notturno è associato a episodi frequenti di russamento la situazione è decisamente più preoccupante: in questi casi bisogna sospettare infatti una scarsa qualità di respirazione nel sonno, che può essere accompagnata anche da importanti problemi nella crescita psico-fisica del bimbo e pertanto non deve essere assolutamente sottovalutata!
Il bambino che digrigna i denti e russa spesso è un bambino che presenta problemi di palato stretto o magari di obesità, che può avere le tonsille o le adenoidi gonfie e soffrire spesso di allergie, che fatica a restare concentrato a scuola o che è irritabile ed aggressivo, che cresce più lentamente di quanto ci si aspetti e che spesso respira dalla bocca invece che dal naso.
Nei casi combinati di bruxismo e russamento la terapia deve essere multidisciplinare, con il pedodontista che lavora insieme al pediatra, all’otorinolaringoiatra e, se necessario, al neuropsichiatra infantile.
Come intervenire?
L’obiettivo primario è quello di migliorare la respirazione del bambino ma questo si realizza in modi diversi a seconda dello specifico problema del singolo bimbo.
Una delle terapie più frequenti è l’espansione palatale rapida, che avviene per mezzo di un piccolo apparecchio ortodontico incollato ai denti del bimbo: il palato infatti è il pavimento del naso e se il primo è più ampio lo diventa anche il secondo, migliorando la respirazione nasale.
Se necessario è possibile associare anche un intervento chirurgico di rimozione di adenoidi o tonsille, spesso ipertrofiche (gonfie) nei bambini allergici.
Solo se il bambino riesce a respirare con il naso potrà tenere la lingua appoggiata al palato, permettendole di lavorare correttamente, invece che verso il basso, appoggiata contro i denti inferiori. La spinta della lingua sul palato è preziosa perché è uno dei principali “motori” di accrescimento per lo sviluppo facciale e non deve mancare!
E solo se il bambino respira bene potrà riposare profondamente, permettendo al sistema nervoso, ogni notte, di ripulirsi dalle informazioni superflue immagazzinate il giorno prima ed essere pronto il giorno dopo ad assorbirne di nuove, da filtrare nuovamente la notte successiva, permettendo il corretto sviluppo neuro-cognitivo.
Come posso aiutare mio figlio a digrignare meno?
I primi accorgimenti da attuare se nostro figlio digrigna spesso sono quelli volti a rendere il momento del sonno il più rilassante possibile.
I bambini dovrebbero dormire circa 10 ore, con orari che subiscano meno variazioni possibili.
Il bagno e leggere una fiaba prima della nanna sono un’ottima routine rilassante.
I tablet, i dispositivi elettronici e le fonti luminose vanno evitate per almeno un’ora prima che il bimbo si corichi, evitando tutti gli stimoli troppo intensi per il sistema nervoso.
La stanza deve essere ben areata ma silenziosa e in casa deve esserci il divieto assoluto di fumo, facendo bene attenzione che il bimbo non vada a contatto nemmeno con vestiti impregnati di fumo.
Cerchiamo di osservare ed ascoltare il linguaggio del nostro bimbo, di dedicargli quelle attenzioni che, nella frenesia quotidiana, a volte non riusciamo a destinargli. Rassicuriamolo, senza sminuire le sue emozioni, e aiutiamolo piuttosto ad analizzarle, a comprenderle e ad accettarle.
Infine il pediatra e l’odontoiatra pediatrico rimangono sempre il primo riferimento per impostare insieme il corretto percorso diagnostico e terapeutico.