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Anemia e carenza di ferro in gravidanza?

In passato capitava spesso di sentire la frase “sarà un po’ anemica” rivolta ad una persona pallida o con poca forza. Una diagnosi popolare, ma non del tutto errata. Vediamo perché definendo l’anemia e spiegandone le cause.

Cos’è l’anemia

L’anemia è una condizione nella quale il numero dei globuli rossi è basso. I globuli rossi contengono emoglobina, una proteina che permette loro di trasportare ossigeno dai polmoni ai diversi distretti del nostro organismo. Un basso numero di globuli rossi nel nostro sangue non permette di ossigenare correttamente i nostri organi. Un insufficiente apporto di ossigeno ai tessuti causa i sintomi dell’anemia.

Cause dell’anemia

Le cause dell’anemia possono essere raggruppate sotto tre meccanismi principali:

una perdita di sangue. L’anemia può essere causata da un eccessivo sanguinamento che può verificarsi improvvisamente in caso di traumi o in seguito ad un intervento chirurgico. Se il sanguinamento è graduale e ripetitivo si parla di emorragia cronica e le cause normalmente sono delle anomalie del tratto digerente o delle vie urinarie, oppure dei cicli mestruali abbondanti. L’emorragia cronica causa una diminuzione dei livelli di ferro, con conseguente peggioramento dell’anemia.

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un’inadeguata produzione di globuli rossi. L’anemia può insorgere anche quando l’organismo non produce un sufficiente numero di globuli rossi. Per la produzione dei globuli rossi sono necessari molti nutrienti, ma quelli fondamentali sono il ferro, la vitamina B12 il folato (acido folico). Sono necessari a questo scopo anche piccole quantità di rame e un adeguato equilibrio ormonale; è importante soprattutto un giusto equilibrio di eritropoietina, un ormone che stimola la produzione di globuli rossi. Anche le malattie infiammatorie croniche possono inibire la produzione di globuli rossi.

un’eccessiva distruzione di globuli rossi. Un’eccessiva distruzione di globuli rossi, può causare anemia, più precisamente un’anemia emolitica. Generalmente i globuli rossi hanno un ciclo di vita di circa 120 giorni; essi, alla fine del loro ciclo vitale, vengono distrutti dalle cellule “spazzine” del midollo osseo, della milza e del fegato. Se i globuli rossi vengono distrutti prematuramente, il midollo osseo cerca di compensare producendo nuove cellule più velocemente; ma a volte la distruzione è superiore al ritmo di produzione. In questo caso si manifesta, appunto, un’anemia emolitica.

Quali sono i sintomi dell’anemia?

Essi variano a seconda della gravità dell’anemia e della velocità con la quale essa si è sviluppata.

L’anemia lieve causa spesso affaticamento, debolezza e pallore.

Nell’anemia più grave si possono manifestare svenimenti, vertigini, aumento della sete, sudorazione, polso debole e rapido ed una respirazione accelerata.

Nei casi ancora più gravi possono insorgere crampi alle gambe sotto sforzo, dispnea e dolore toracico.

Fattori di rischio dell’anemia

Tra le forme di anemia la più comune e l’anemia sideropenica, una forma cronica che è caratterizzata da una riduzione di ferro e da globuli rossi piccoli e pallidi.

E’ l’anemia tipica dell’infanzia e dell’adolescenza, ma ne possono soffrire anche gli adulti per difetti nell’assorbimento del ferro.

Anche la diminuzione dell’assorbimento della vitamina B12 può essere responsabile di anemia.

Spesso lo scarso assorbimento di questa vitamina può essere determinato da una dieta poco equilibrata; ad esempio una dieta vegetariana troppo rigida, diete dimagranti eccessive o alcolismo.

Alla base di un inadeguato assorbimento di vitamina B12 vi possono essere alcune patologie come la gastrite cronica , la celiachia, un’alterazione della mucosa gastrica, etc.

L’anemia può essere determinata anche da una carenza di acido folico, generalmente legata ad un’inadeguata assunzione di cibi freschi.

Anemia gravidica o gestazionale, perché alcune donne ne soffrono?

L’anemia in gravidanza merita un capitolo a parte per la delicatezza del periodo, ma soprattutto perché la patologia coinvolge anche un piccolo esserino che sta crescendo e si sta formando.

Durante la gravidanza la donna subisce numerosi cambiamenti a livello organico e funzionale, tra questi è compreso un aumento della volemia; cioè l’aumento della quantità del sangue presente nel circolo, necessario per rispondere alle nuove esigenze metaboliche materno-fetali.

All’aumentare del volume del sangue circolante, diventano maggiori le richieste di ferro ed altri micronutrienti (acido folico e vitamina B12) necessari per la sintesi dell’emoglobina e dei globuli rossi. Una lieve anemia può risultare fisiologica e non compromettente per il benessere della madre e del feto.

Purtroppo in molti casi si riscontra un’anemia piuttosto grave, che insorge generalmente nel secondo trimestre di gravidanza. Le gestanti lamentano : 

– maggiore stanchezza

– pallore cutaneo

– tachicardia

– pressione bassa

Quali possono essere le cause dell’anemia gravidica?

Le forme più frequenti di anemia gestazionale sono legate :

– alla carenza di ferro; una ridotta assunzione di questo minerale aumenta il rischio di parto pretermine e di basso peso del neonato alla nascita.

– alla carenza di folati; un deficit di acido folico aumenta anche il rischio che insorgano malformazioni fetali.

– alla carenza di vitamina B12; ciò si verifica più frequentemente nelle donne che non mangiano carne di pollame o prodotti lattiero-caseari e uova.

Fortunatamente oggigiorno le donne in gravidanza vengono sottoposte a controlli periodici e costanti, perciò la diagnosi di un’eventuale anemia risulta agevole e immediata e consente al medico di impostare la terapia più adeguata.

Prevenire l’anemia, si può?

Anche nel caso dell’anemia la prevenzione è fondamentale ed è possibile in assenza di condizioni morbose; la “cura” passa principalmente attraverso un’alimentazione equilibrata.

L’anemia sideropenica, ad esempio, essendo determinata da una carenza di ferro, può essere prevenuta seguendo un’alimentazione varia e che includa alimenti ricchi di questo elemento.

La carne rossa, la carne di maiale, le verdure a foglia verde sono alimenti ricchi di ferro; ma non sono da dimenticare la frutta secca, il pollo, i frutti di mare, i fagioli, anch’essi ricchi di ferro.

A questi alimenti si possono affiancare cibi con alto contenuto di vitamina C che migliorano l’assorbimento di ferro.

E’ interessante sapere che negli alimenti si trovano due tipi di ferro:

ferro eme che si trova principalmente nelle carni rosse

ferro non eme che si trova soprattutto nei vegetali a foglia verde e nei legumi nei semi oleaginosi (semi di zucca,noci, mandorle) e nella frutta secca.

Il ferro eme è altamente assorbibile (dal 20% al 40%) e non è influenzato dalla composizione della dieta; tuttavia esso costituisce una piccola porzione di ferro alimentare, in particolare nelle popolazioni economicamente più povere.

La maggior parte del ferro alimentare è costituito dal ferro-non eme. Esso costituisce il 60% circa del ferro contenuto nella carne ed il 100% di quello contenuto nei cibi di origine vegetale, nel latte e nei suoi derivati.

Il ferro sotto questa forma è poco assorbibile ed è influenzato dalla presenza negli alimenti, di fattori inibenti l’assorbimento (per es. i polifenoli e i tannini contenuti nelle verdure).

Favoriscono, invece, l’assorbimento del ferro non-eme gli acidi organici come l’acido citrico contenuto nel limone e l’acido ascorbico (vitamina C) contenuto in diversi frutti.

Prevenire, però, significa anche evitare tutto ciò che può esser dannoso e, nel caso dell’anemia, sono da consumare in modo controllato gli alcolici; l’eccessivo consumo di alcool può, infatti, interferire con la capacità di assorbire l’acido folico necessario per la produzione di globuli rossi.

Quando la dieta non basta

A volte l’alimentazione non è sufficiente a far fronte alla carenza di ferro nell’organismo, in questi casi è necessario ricorrere a degli integratori di ferro.

Le donne, ad esempio, hanno un fabbisogno di ferro maggiore durante la gravidanza e nel periodo dell’allattamento. Le perdite ematiche del periodo mestruale determinano una carenza di ferro che va integrata.

Il ferro assunto tramite integratori alimentari è spesso nella forma di fumarato ferroso o ferro fumarato; esso infatti possiede il 32,87% di ferro in una molecola.

L’efficacia degli integratori a base di ferro è spesso data dalla combinazione di questo elemento con altre sostanze, come ad esempio il rame e le vitamine che favoriscono l’assimilazione del ferro da parte dell’intestino.

Il rame agisce come catalizzatore della formazione dell’emoglobina e contribuisce al trasporto del ferro.

La vitamina C aumenta fortemente l’assorbimento del ferro non-eme riducendo il ferro ferrico alimentare a ferro ferroso e formando un complesso ferro-acido ascorbico ben assorbibile.

La nostra dieta mediterranea è fortunatamente ricca di alimenti ad alto contenuto di vitamina C, ma è dalle terre africane che arriva un sorprendente scrigno di acido ascorbico! Il frutto dell’albero del baobab! Infatti la polpa di questo frutto può fornire fino a 300 mg di vitamina C ogni 100 g; il quantitativo è pari a sei volte quello contenuto in un’arancia.

Fonti

https://guna.com/it/wp-content/uploads/sites/5/78-7-1.pdf

https://www.macrolibrarsi.it/speciali/integratore_baobab.php

https://it.sawakinome.com/articles/chemistry-science-nature/difference-between-ferrous-fumarate-and-ferrous-sulfate.html

https://www.emocromatosi.it/articoli/assorbimento.htm

ferro.https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/disturbi-del-sangue/anemia/panoramica-sull-anemiahttps://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/la-dieta-ferrea-vincere-lanemiahttps://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/alimentazione/anemia

www.humanitas.it/enciclopedia/sali-minerali/rame/

Laureata in Lettere, freelance
Laureata in Lettere, freelance.

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