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Sport

Tempi di recupero per un infortunio al crociato

I giovani atleti potrebbero aver bisogno di una pausa di un anno, dopo un intervento chirurgico al legamento crociato anteriore del ginocchio, prima di riprendere l’attività agonistica.

In generale si sa che dopo un infortunio, è importante rispettare i tempi di recupero e fare una corretta riabilitazione. Un nuovo studio dell’Università di Göteborg sottolinea come, dopo la ricostruzione chirurgica del legamento crociato anteriore, sia consigliato di sottoporsi a riabilitazione di almeno un anno e test approfonditi prima di riprendere a praticare sport.

La ricerca mostra che coloro che ritornano allo sport relativamente presto, dopo l’intervento chirurgico, corrono un rischio molto elevato di una seconda lesione.

Ciò che è assolutamente essenziale è lasciare che la riabilitazione faccia il suo corso con i tempi giusti. Ogni mese rappresenta un enorme guadagno“, afferma Susanne Beischer, dottoranda presso la Sahlgrenska Academy, Università di Göteborg, Svezia, che lavora come fisioterapista clinica.

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Una lesione del legamento crociato anteriore (ACL) è la forma più comune di lesione dell’articolazione del ginocchio. Colpisce principalmente i giovani giocatori di calcio, pallamano e basket. Nella sua ricerca, la  Beischer si è concentrata sul ritorno degli adolescenti dopo l’intervento chirurgico.

Tempi di recupero corretti

Accorciando i tempi di recupero si riscontra che il 30% ha subito un secondo infortunio ACL poco dopo il ritorno allo sport. 

Tuttavia, c’erano differenze importanti a seconda di quanto tempo si fossero astenuti dal giocare:

  • Di coloro che erano tornati allo sport entro nove mesi dall’intervento chirurgico al legamento crociato, quasi un terzo (10 su 33 individui) ha avuto un secondo infortunio. 
  • Tra coloro che hanno aspettato più di  nove mesi, la percentuale di un nuovo infortunio era considerevolmente inferiore,  6% (8 su 126).

Il consiglio

Si raccomanda ai giovani sportivi, in particolare quelli di età inferiore ai 20 anni, di estendere la loro riabilitazione ad almeno nove mesi – preferibilmente un anno – e di accertarsi che la loro forza e capacità di salto siano ripristinate prima di tornare a praticare sport.

Fonti:

https://gupea.ub.gu.se/handle/2077/59065

Giornalista
Laurea in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche e dottorando presso l'Università Campus Bio-Medico di Roma.

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